Prescrizione Imu, Tari e bollo auto, dopo quanto tempo non si pagano più le tasse locali?

Patrizia Del Pidio

6 Giugno 2025 - 08:33

I tributi locali sono soggetti a termini di prescrizione breve, vediamo dopo quanto tempo Imu, Tari e bollo auto non vanno più pagati.

Prescrizione Imu, Tari e bollo auto, dopo quanto tempo non si pagano più le tasse locali?

Qual è il termine di prescrizione dei tributi locali? Dopo quanto tempo non si devono più pagare Imu, bollo auto e Tari? I tributi, le tasse e le imposte possono essere di competenza dello Stato centrale (ad esempio l’Irpef) o delle amministrazioni locali. I tributi erariali, quelli che entrano nelle casse dello Stato, solitamente hanno una prescrizione a 10 anni, quelli di competenza dei Comuni, delle Regioni e delle Province hanno termini brevi.

La riscossione dell’IMU (imposta municipale unica) e della TARI (la tassa sui rifiuti) è di competenza dei Comuni, a esigere il pagamento della tassa automobilistica (il cosiddetto bollo auto) è di competenza delle Regioni.

Per questi tre tributi locali qual è il termine di prescrizione? Dopo quanto tempo la tassa e l’imposta non versata non deve essere più pagata? Vediamo cosa prevede la normativa di riferimento.

Dopo quanto tempo si prescrivono l’IMU e la TARI?

L’IMU e la TARI sono imposte comunali il cui prelievo finisce direttamente nelle casse dei comuni.
Gli enti locali possono svolgere il procedimento di accertamento e riscossione dell’IMU e della TARI in maniera autonoma, provvedendo a notificare ai contribuenti morosi avvisi di accertamento e ingiunzioni fiscali, oppure affidare tale servizio a società terze che operano da intermediario tra l’ente e il contribuente.

L’articolo 1, comma 161, della Legge numero 296 del 27 dicembre 2006 stabilisce che:

"gli enti locali, relativamente ai tributi di propria competenza, procedono alla rettifica delle dichiarazioni incomplete o infedeli o dei parziali o ritardati versamenti, nonché all’accertamento d’ufficio delle omesse dichiarazioni o degli omessi versamenti, notificando al contribuente, anche a mezzo posta con raccomandata con avviso di ricevimento, un apposito avviso motivato. Gli avvisi di accertamento in rettifica e d’ufficio devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati”.

Da questa norma emerge che il termine di prescrizione dei tributi locali è di 5 anni. Peraltro, l’articolo 2948 del codice civile, che disciplina l’istituto della prescrizione, al comma 1, numero 4, stabilisce che il termine per recuperare il credito è limitato a 5 anni per i pagamenti versati annualmente o a cadenza più breve, quindi rientrano in questa fattispecie normativa tutte le imposte e le tasse locali versate periodicamente, come l’IMU e la TARI che sono imposte richieste dai comuni annualmente.

A titolo esemplificativo, al contribuente che non versa l’IMU e la TARI relativa all’anno 2021 potrà essere richiesto il pagamento, mediante notifica di un avviso di accertamento, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata registrata la violazione, quindi entro il 31 dicembre 2026. Nel 2025, di conseguenza, non è più dovuto il pagamento di IMU e TARI scadute nel 2019 (a patto che non siano stati inviati avvisi bonari o solleciti di pagamento).

Gli stessi principi valgono anche per la notifica della cartella esattoriale relativa a questi due tributi. Infatti, dopo la notifica dell’avviso di accertamento, l’ente comunale, o una società di riscossione che agisce per conto di quest’ultimo, per non incorrere nella prescrizione del tributo, ha 5 anni di tempo per notificare al contribuente una cartella esattoriale con la richiesta di pagamento del tributo locale non versato, con la maggiorazione di sanzioni e interessi.

Dopo quanto tempo si prescrive il bollo auto?

Anche il bollo auto è soggetto a prescrizione, ma in questo caso i termini sono ancora più corti.
La prescrizione dal pagamento del bollo auto è di tre anni, che iniziano a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui la tassa automobilistica doveva essere versata.

Ad esempio, per il contribuente che non ha pagato il bollo auto relativo all’anno 2023, la Regione in cui lo stesso ha la residenza ha tempo fino al 31 dicembre 2026 per notificargli l’avviso di accertamento con l’intimazione a versare la tassa automobilistica dovuta.

Anche in questo caso, per la notifica della cartella esattoriale valgono gli stessi principi. Infatti, dopo la notifica dell’avviso di accertamento, la regione, o una società di riscossione che agisce per conto di quest’ultima, per non far prescrivere il tributo, ha 3 anni di tempo per notificare al contribuente una cartella esattoriale con la richiesta di pagamento del bollo auto non versato, maggiorato di sanzioni e interessi.

Come far valere la prescrizione dei tributi locali?

Se al contribuente viene notificato un avviso di accertamento dopo 5 anni dall’anno d’imposta relativo all’IMU o alla TARI, oppure dopo tre anni dall’anno di imposta relativo al bollo auto, per far valere la prescrizione necessario impugnare l’atto entro 60 giorni, presentando ricorso al Tribunale tributario provinciale (che a partire da gennaio 2023, secondo la riforma della giustizia tributaria – D.Lgs. n. 175/2022 hanno preso il posto delle Commissione tributaria provinciale).

In caso contrario, l’atto impositivo diventa definitivo, anche se potrebbe essere illegittimo, e non più impugnabile.

Prima di presentare il ricorso, il contribuente può anche presentare un’istanza di autotutela per richiedere all’ente impositore (il comune per quanto riguarda IMU e TARI, la Regione per quanto riguarda il bollo auto) l’annullamento dell’atto impositivo ritenuto totalmente o parzialmente illegittimo.

L’autotutela può essere esercitata a seguito di richiesta del contribuente o d’ufficio, sia in pendenza del giudizio, sia dopo che l’atto è divenuto definitivo per la mancata impugnazione e può riguardare qualsiasi atto impositivo emesso dalla Pubblica Amministrazione.

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