Permessi per candidati alle elezioni: requisiti, giorni e retribuzione

Simone Micocci

10 Settembre 2021 - 10:13

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Esistono dei permessi per chi è candidato alle elezioni? Sì, ma solo nel settore pubblico: per i privati vi è la possibilità dell’aspettativa non retribuita.

Permessi per candidati alle elezioni: requisiti, giorni e retribuzione

Esistono dei permessi per chi è candidato a delle consultazioni elettorali e quindi ha bisogno di organizzare la propria campagna elettorale? Una domanda che storicamente si ripete in quei periodi dell’anno in cui si vota: può essere ad esempio per le elezioni parlamentari, ma - visto l’alto numero di candidati - vale perlopiù per le elezioni negli enti locali (come nel caso dei consigli comunali e regionali).

Proprio in questi giorni ci si sta preparando per le elezioni amministrative 2021: si vota in 1.157 comuni domenica 3 e lunedì 4 ottobre. Migliaia d’italiani hanno scelto di candidarsi per un posto nel consiglio comunale: basti pensare che solo a Roma sono 1.800 i candidati.

A tal proposito, è importante rispondere a chi si chiede se effettivamente vi è la possibilità di prendere dei permessi dal lavoro - magari retribuiti - per organizzare la propria campagna elettorale. La normativa è piuttosto chiara in materia: vediamo cosa stabilisce.

Permessi per la campagna elettorale: per chi e quando è possibile

Nel settore privato non esistono permessi specificatamente dedicati all’organizzazione della campagna elettorale. I candidati alle elezioni possono dunque attingere ad altri permessi e ferie maturati fino a quel momento, o comunque possono fruire dei periodi di aspettativa previsti da contratto, con la perdita però sia della retribuzione che del computo del trattamento di quiescenza e di previdenza per il relativo periodo.

Discorso differente per gli impiegati nella Pubblica Amministrazione. Ai dipendenti pubblici impegnati attivamente nelle consultazioni, infatti, viene data la possibilità di usufruire di 3 giorni di permessi retribuiti per prendere parte a eventi o semplicemente per organizzare la propria campagna elettorale.

Inoltre, per il personale docente - con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali - vi è la possibilità di utilizzare per queste casistiche anche i 6 giorni di ferie di cui all’articolo 15, comma 2, del CCNL del 29 novembre 2007. Vi è la stessa possibilità per i docenti assunti con contratto a tempo determinato, ma in questo caso si tratta di permessi non retribuiti.

Quali altri permessi per chi deve prendere parte alle operazioni di voto?

Devono attingere dal proprio monte permessi e ferie, dunque, coloro che hanno necessità di organizzare la campagna elettorale. Discorso differente, invece, per chi nei giorni delle elezioni è impegnato direttamente nelle operazioni elettorali, ad esempio perché ricopre una delle seguenti posizioni:

  • presidente di seggio;
  • scrutatore;
  • rappresentante di lista.

Per queste tre posizioni vi sono permessi retribuiti tanto per i lavoratori del settore privato tanto per il pubblico. Vale per tutte le consultazioni elettorali, quindi sia per le elezioni parlamentari (sia per il Parlamento nazionale che per quello europeo) che per quelle amministrative (comunali e regionali), come pure per le consultazioni referendarie.

Nel dettaglio, a questi è riconosciuto il diritto di assentarsi per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni di voto e scrutinio, e l’assenza viene considerata - a tutti gli effetti - come attività lavorativa.

Per i dipendenti del settore privato, inoltre, non vi sono neppure permessi specifici per recarsi a votare, neppure quando il seggio si trova in un Comune, o persino in una Regione, differente dall’attuale domicilio. Spettano invece dei permessi retribuiti per i dipendenti pubblici, ma a patto che questi:

  • debbano andare a votare in un Comun differente da quello della sede di servizio;
  • sono stati trasferiti di sede nell’approssimarsi delle elezioni e quindi non hanno avuto il tempo necessario per chiedere, o ottenere, il trasferimento di residenza.

Per chi soddisfa questi requisiti vi è la possibilità di 1 o 2 giorni di permesso, retribuito, a seconda delle casistiche. Ossia: per le trasferte che tra viaggio di andata e ritorno richiedono dai 350 ai 700 chilometri vi è la possibilità di richiedere 1 giorno di permesso, mentre nel caso dei viaggi oltre i 700 chilometri, o per spostamenti da e per le isole, i giorni di permesso diventano 2.

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