Perché lo Spread sta salendo?

Violetta Silvestri

30 Ottobre 2021 - 09:53

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In Italia cresce il PIL ma anche lo spread: per quali motivi? Il rendimento dei Btp a 10 anni è salito a nuovi massimi, come non succedeva da quasi un anno. Perché lo spread sta salendo?

Perché lo Spread sta salendo?

Perché lo spread sta salendo? Un interrogativo più che lecito considerando i movimenti del differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi a 10 anni di venerdì 29 ottobre.

Nel giorno in cui l’Italia festeggiava una stima preliminare sulla crescita del PIL più che soddisfacente, tanto da essere considerata il motore del rimbalzo dell’Europa, lo spread tornava a oscurare le prospettive finanziarie.

Per quale motivo lo spread ha toccato i 130 punti, avanzando fino a raggiungere nuovi massimi da novembre 2020? La risposta non è a Roma, ma a Francoforte.

Lo spread torna a correre per questo motivo

Giornata nervosa quella di venerdì 29 ottobre: il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni è salito segnando un nuovo record a metà mattinata: 130 punti base, ben più in alto dei 121 con i quali si era aperta la mattinata.

Lo spread ha quindi raggiunto livelli massimi, come non accadeva ormai da novembre 2020 e il titolo decennale italiano è arrivato a rendere sempre di più: i rendimenti dei bond italiani a 10 anni sono schizzati di 19 punti, con un balzo fino all’1,2%.

C’è stato, quindi, un selloff importante dei titoli di Stato. Come ha fatto notare Investing.com, il tempo di un pomeriggio è bastato per scambiare 323.000 lotti sul future del BTP: numeri rilevanti, considerando che in una giornata di con volumi di scambio elevati si arriva alla metà di vendite e acquisti.

Perché questa fuga dai Btp italiani, con conseguente volata dello spread? Questa volta non c’entra la credibilità dell’Italia. Anzi, il PIL italiano acquisito per il 2021 è balzato del 6% secondo gli ultimi dati Istat e la Legge di Bilancio 2022 del Governo Draghi promette ancora crescita e investimenti.

In un momento particolarmente positivo per il Belpaese, a rovinare l’entusiasmo sono state inflazione e BCE. Il giorno dopo la riunione del board, nel quale la Lagarde ha ribadito la transitorietà dell’aumento dei prezzi, l’IPC dell’Eurozona ha toccato il 4,1% a livello annuale.

I prezzi sono aumentati come non si registrava da 13 anni nella regione a moneta unica, aprendo a uno scenario di inflazione non sotto controllo. Il messaggio dovish della BCE, che ha quindi escluso interventi sui tassi di interesse, non sembra essere stato recepito come tale dagli investitori.

I trader stanno piuttosto valutando un orizzonte ancora lungo di prezzi in crescita, con la crisi energetica a fare pressione. Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di Stato aumentano e scontano la previsione di tassi al rialzo per calmare l’inflazione. Lo spread ha trovato dunque terreno fertile per avanzare.

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