Perché la Lettonia vuole l’Euro? Cresce più della Germania: grazie all’austerity?

Federica Agostini

05/06/2013

Perché la Lettonia vuole l’Euro? Cresce più della Germania: grazie all’austerity?

Semaforo verde per la Lettonia che si accinge a diventare il diciottesimo paese dell’Eurozona. Ma l’ammissione nel club della moneta unica ha sollevato diverse questioni riguardo alla posizione del piccolo paese baltico, circondato dalla robustezza economica dei paesi scandinavi. La stessa Lettonia è un modello di successo economico, di recupero dalla crisi finanziaria, ma allora perché vuole entrare a fare parte della problematica unione monetaria?

Meglio l’Euro che il Lat?

Il primo ministro lettone, Valdis Dombrovskis, ha spiegato alla Cnbc che l’adesione all’euro ha anzitutto una ragione monetaria, dopo che il Lat (attuale moneta lettone) è stato soggetto a numerosi attacchi speculativi.

Anzitutto bisogna notare che la nostra valuta, il Lat, è stato ancorato all’euro nel senso che tutto ciò che è accaduto all’Euro si è riflesso anche sul lat. Inoltre, se si pensa all’Euro come valuta, nessuno è preoccupato per l’Euro, se mai ci si potrebbe preoccupare per una forza eccessiva. Ciò a cui stiamo assistendo è una crisi finanziaria e monetaria in alcuni paesi dell’eurozona; una situazione da risolvere in cui l’euro non sembra essere il problema fondamentale.

La Lettonia cresce più della Germania

La Lettonia ha sperimentato un periodo di forte crescita fino alla crisi finanziaria, subendo successivamente un calo del 17% del PIL. Il paese ha adottato una serie di misure aggressive per ridurre il deficit di bilancio, tagliando su spese pubbliche ed aumentando le tasse. In tre anni, la Lettonia ha dato vita all’aggiustamento fiscale più imponente dell’Unione Europea.

Infatti, la Lettonia è stata così zelante nell’adozione delle politiche di austerity al punto che il Fondo Monetario Internazionale ha avvisato il governo che rischiava di spingersi troppo oltre. Ma allo stesso tempo, la Lettonia è un modello di ritorno alla crescita.

La Commissione Europea e il ministero delle finanze lettone prevedono che nel 2013 il paese cresca con un tasso del 3.7%. Un dato che se confermato renderebbe la Lettonia il paese più forte dell’eurozona, visto che la crescita prevista per la Germania quest’anno è appena dello 0.4% e per il blocco della moneta unica è prevista una contrazione dello 0.4%.

Euro-scetticismo? Basta spiegare...

Non sorprenderà, dunque, che soltanto il 38% della popolazione approvi l’adesione all’Euro. Ma in realtà il sentimento di euro-scetticismo in Lettonia è ben più diffuso e non meraviglia, dato il tasso di disoccupazione e le preoccupanti condizioni economiche del blocco.

Durante la nostra crisi finanziaria ed economica, non avere l’euro è stata parte della soluzione, ma anche parte del problema. Oltre a dover risolvere i numerosi problemi strutturali della nostra economica, abbiamo anche dovuto difendere la nostra valuta contro gli attacchi speculativi ed i relativi costi in termini economici.

La zona euro è in crisi. Se per tre anni le persone hanno sentito parlare della crisi dell’euro è più che comprensibile che si domandino "perché entrare a farne parte?", ma a questo punto è compito del governo spiegare ai cittadini la natura della crisi e, insieme, i benefici economici che l’adesione all’Euro comporterà. Valdis Dombrovskis, Premier Lettone

Durante la giornata di oggi, la Commissione Europea pubblicherà il rapporto sulla Lettonia per stabilire se il paese dell’ex Unione Sovietica abbia raggiunto i requisiti per l’adesione all’euro. Un rapporto che secondo le indiscrezioni del Financial Times sarà certamente positivo.

Austerity in Lettonia: un caso di successo?

Ma l’adesione della Lettonia all’euro si inserisce nel più ampio dibattito che negli ultimi periodi sta attraversando il vecchio continente: crescita vs. austerity.

La Lettonia, dice Dombrovskis, è uno di quei casi in cui l’austerity ha funzionato:

Siamo stati in grado di ricominciare a crescere e di creare nuovi posti di lavoro. La nostra produzione ed i livelli di esportazioni superano quelli pre-crisi. Possiamo dire con certezza che la nostra strategia ha funzionato.

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