Perché in Cina ora si potrà fare il terzo figlio

Alessandro Cipolla

1 Giugno 2021 - 13:33

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In Cina le coppie sposate potranno tornare ad avere anche il terzo figlio: la forte denatalità ha infatti ridotto sensibilmente la fascia della popolazione in età lavorativa, un problema questo per le politiche espansive di Pechino.

Perché in Cina ora si potrà fare il terzo figlio

In Cina la denatalità è diventata ora un problema. Un paradosso per quello che, con i suoi 1,44 miliardi di abitanti, è il Paese più popoloso al mondo, tanto rendere necessaria in passato una stringente pianificazione familiare.

Nel 1979 infatti la Cina introdusse la regola del figlio unico, con il partito che mise in campo la Commissione di Stato per la Pianificazione Familiare, mentre nel 1984 il Governo allentò parzialmente la presa sul secondo figlio.

Per ogni nascituro in più rispetto a quanto stabilito sono previste comunque forti sanzioni, ma già nel 2016 è entrata in vigore la politica dei due figli il tutto per contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione.

Alla luce degli ultimi dati demografici, Pechino adesso ha deciso di cambiare di nuovo: le coppie sposate potranno avere fino a tre figli, con il Governo che ha dato il disco verde anche nuove politiche di welfare a sostegno della famiglia.

Una decisione questa dettata dalla necessità di rivedere i piani demografici: nel 2020 in Cina sono nati 12 milioni di bambini, un numero in calo del 18% rispetto al 2019, per un tasso di natalità che così è tornato ai livelli del 1961.

Poca forza lavoro: in Cina ok al terzo figlio

Quella della natalità è un problema che anche noi conosciamo molto bene: l’Italia infatti è uno dei Paesi più “vecchi” al mondo, visto che alla longevità dei nostri anziani si è aggiunta negli ultimi anni anche un forte calo per quanto riguarda le nascite.

Un problema questo che adesso sembrerebbe riguardare anche la Cina: la percentuale della popolazione in età lavorativa è infatti scesa al 63,4%, mentre dieci anni fa era al 70%. Una donna cinese ora ha in media 1,3 figli, mentre sotto l’asticella di 2,1 di norma si inizia a parlare di una popolazione in declino.

Il Governo è preoccupato di conseguenza non solo per l’aumento dei costi previdenziali e sanitari, ma anche per una possibile carenza di forza lavoro. Una prospettiva che potrebbe minare i progetti di sviluppo economico programmati da Pechino.

Per diversi analisti il via libera al terzo figlio non basterà alla Cina per invertire questo trend demografico. Il Governo ha deciso di accompagnare la decisione presa dal politburo con tutta una serie di nuove misure assistenziali per le famiglie, ma i problemi sarebbero ben altri.

Dopo anni di controllo sulle nascite, l’Oms stima che ogni anno ci siano 14 milioni di aborti in Cina, è cambiato lo stile di vita della popolazione soprattutto quella più giovane. La riprova è che, dopo il via libera del 2016 al secondo figlio, la situazione non è comunque migliorata.

I giovani cinesi si sposano sempre più tardi e sono alle prese, soprattutto nelle grandi città, con il forte aumento del costo della vita: crescere un figlio adesso costa molto di più rispetto a qualche anno fa, con il Covid che di certo ha complicato ulteriormente le cose.

Nonostante la grande differenza di grandezza, Cina e Italia si trovano così accomunate dallo stesso problema: per svecchiare la popolazione non servono però solo incentivi, visto che se i salari non aumenteranno di pari passo al costo della vita, sarà difficile per i giovani fare più figli di quanti al momento se ne possono permettere.

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