Pensioni scuola 2014: presidi esodati a fine carriera, il 20% delle scuole è senza un dirigente

Valentina Brazioli

04/09/2014

Pensioni scuola 2014: con una sollecitudine che ai più è sembrata insolita, sono stati lasciati a casa molti presidi, bloccando la proroga in servizio per tutti coloro che avevano raggiunto i limiti di servizio e di età. Una decisione che ha, di fatto, portato a quota 1669 gli istituti italiani senza un dirigente scolastico a tempo pieno: il 20 per cento di tutte le scuole statali.

Pensioni scuola 2014: presidi esodati a fine carriera, il 20% delle scuole è senza un dirigente

Pensioni scuola 2014: volenti o nolenti, è il turno dei presidi che hanno superato i limiti di età previsti per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Se da una parte c’è chi invoca il diritto a ritirarsi dal lavoro, dall’altra il comparto scolastico sembra essere tra i pochissimi a dover rispettare il blocco delle proroghe per il trattenimento in servizio: così non è stato – ad esempio – per i magistrati e i docenti universitari.

Un problema che coinvolge oltre 1500 scuole

Con una celerità insolita quando si parla di settore statale, il Ministero della Pubblica Istruzione - ancora prima della conversione in legge del dl 90/2014 (riforma della PA) – ha dato apposite disposizioni, attraverso la nota 2507 datata 28 luglio 2014, proprio per abolire il trattenimento in servizio oltre i limiti d’età pensionabile per tutti i presidi che avevano maturato i requisiti. Risultato: altre 176 scuole sono rimaste senza un dirigente a tempo pieno, andando ad aggiungersi a tutti quegli istituti in situazione analoga (o comunque sottodimensionati). In totale, parliamo di 1669 scuole, ovvero il 20 per cento di tutte quelle statali.

I dubbi, tra nuove nomine last minute e reggenza

Una situazione oggettivamente complessa, anche in presenza delle 620 nuove nomine last minute (deliberate lo scorso 25 agosto, per le quali manca però ancora l’autorizzazione da parte del Ministero del Tesoro) e dell’istituto della reggenza. Una forma contrattuale, quest’ultima, tutta italiana, che i suoi più accaniti detrattori giudicano inidonea per garantire una funzione direttiva autenticamente stabile.

I presidi in Italia: i più vecchi d’Europa

Il quadro così delineato appare piuttosto a tinte fosche. C’è timore soprattutto per gli istituti più problematici, in primis le scuole superiori tecniche e professionali, ma in generale l’intero corpo dei presidi italiani aveva bisogno di ben altro tipo di riforma. Da anni, infatti, si chiedono nuovi concorsi per le scuole statali dedicati esplicitamente a dirigenti scolastici e direttori amministrativi: due figure che nel nostro Paese registrano un’età media superiore a tutti i loro omologhi europei.

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