Pensioni e Legge 104: le agevolazioni per anticipare l’uscita dal lavoro

Simone Micocci

02/06/2021

06/09/2021 - 12:31

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Le categorie tutelate dalla Legge 104/2021 hanno anche diritto a delle agevolazioni per l’accesso anticipato alla pensione. Vediamo di cosa si tratta.

Pensioni e Legge 104: le agevolazioni per anticipare l’uscita dal lavoro

Esiste una connessione tra la Legge 104/1992 e la pensione anticipata. Le due categorie tutelate da questo riferimento legislativo, ossia i disabili (portatori di handicap grave) e i caregivers, hanno infatti a disposizione diverse opzioni per andare prima in pensione.

Nel dettaglio, la Legge 104/1992 tutela “l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. Principali destinatari sono dunque i disabili e coloro che si dedicano alla loro assistenza, ai quali lo Stato deve riconoscere, in virtù dell’autonomia e dell’integrazione sociale che a questi va garantita, un adeguato sostegno.

E il sostegno riconosciuto si traduce anche in agevolazioni per la pensione, sia per i disabili che per coloro che si occupano della loro assistenza (conosciuti con il termine di caregivers). A tal proposito, vediamo quali sono queste agevolazioni e quali sono le possibilità, per chi rientra in una delle categorie tutelate dalla Legge 104/1992, di anticipare l’accesso alla pensione.

Legge 104 e pensioni: quali agevolazioni per i lavoratori disabili

La Legge 104/1992 riconosce ai lavoratori disabili, in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità, la possibilità di richiedere due tipi di permessi: o due ore giornaliere oppure tre giorni di permesso mensile.

Per chi è disabile grave e ha un’invalidità riconosciuta di almeno l’80%, ci sono però anche agevolazioni che consentono di accedere prima alla pensione. Attenzione però: questa tutela non è riconosciuta dalla Legge 104/1992, bensì dall’articolo 1 - comma VIII - del Decreto Legislativo 503/92, il quale innalza l’età pensionabile per tutti i lavoratori eccetto per coloro che appunto hanno un’invalidità non inferiore all’80%. Di fatto, quindi, questo ha mantenuto inalterato quanto previsto dall’articolo 5 della Legge 218/52, ora abrogato dall’articolo 16 del DPR 1432/71 (e attuato dalla circolare Inps 50/93).

A tal proposito, la circolare Inps n°50 del 1993 - approvata dunque un anno dopo la la Legge 104 - riconosce la riduzione dell’età pensionabile per alcune categorie, ma solamente per coloro che lavorano nel settore privato. Nel dettaglio:

  • lavoratori disabili con almeno 80% d’invalidità riconosciuta: 61 anni per gli uomini, 56 anni per le donne*
  • lavoratori non vedenti che vantano almeno 10 anni di assicurazione e contribuzione dopo l’insorgenza della cecità: 56 anni per gli uomini, 51 anni per le donne*
  • altri lavoratori non vedenti: 61 anni per gli uomini e 56 anni per le donne*

* In realtà la circolare Inps suddetta prevedeva un’età pensionabile più bassa di un anno. Tuttavia, i suddetti requisiti, essendo soggetti all’adeguamento con le aspettative di vita, nel contempo sono stati incrementati di 12 mesi.

Per quanto riguarda gli anni di contributi, questi sono gli stessi di quelli richiesti per la pensione di vecchiaia: ne sono, dunque, necessari almeno 20 anni.

Per i disabili con meno anni di contributi, inoltre, vi è la possibilità di accedere all’assegno ordinario d’invalidità o alla pensione d’inabilità di tipo previdenziale. Per entrambe è necessario che ci sia un’invalidità riconosciuta, tra il 74% e il 99% nel caso dell’AOI e del 100% per la pensione d’inabilità. Entrambe le prestazioni vengono riconosciute, indipendentemente dall’età anagrafica, al raggiungimento dei 5 anni di contributi (3 dei quali devono essere stati maturati nei 5 anni precedenti alla data in cui si presenta la domanda per la pensione).

Per i disabili con invalidità almeno del 74%, inoltre, ci sono altre possibilità per il pensionamento anticipato:

  • Quota 41: chi nel contempo è anche lavoratore precoce - avendo maturato 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni - può andare in pensione al raggiungimento di un’anzianità contributiva di 41 anni;
  • Ape Sociale: si può smettere di lavorare a 63 anni, a patto di aver maturato almeno 30 anni di contributi.

Legge 104 e pensioni: quali agevolazioni per chi assiste un familiare con disabilità

La Legge 104 tutela anche coloro che si occupano dell’assistenza continuativa delle persone con handicap. Anche questi, ad esempio, possono avere diritto ai tre giorni di permesso sul lavoro, ma anche delle agevolazioni per l’accesso alla pensione.

A differenza dei lavoratori con grave handicap, però, questi possono accedere solamente a due delle suddette misure per il pensionamento anticipato. Nel dettaglio, per i caregivers c’è la possibilità riconosciuta da Quota 41 (ma anche in questo caso solo per chi nel contempo risulta anche lavoratore precoce), come pure dell’Ape Sociale (quest’ultima in vigore solo per il 2021, ma con alte probabilità di una proroga).

In entrambi i casi, quindi sia per i disabili che per chi si occupa della loro assistenza, c’è inoltre il beneficio per cui i periodi di assenza dal lavoro in virtù dei permessi riconosciuti dalla Legge 104/2021 sono utili ai fini della pensione (in quanto si ha diritto alla contribuzione figurativa da parte dell’Inps).

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