Pensione opzione donne, a rischio la riapertura delle domande? Se l’Inps, dal canto suo, si è resa disponibile a una proroga fino al termine originario (il 31 dicembre del 2015), il Ministero dell’Economia e delle Finanze sembra pensarla diversamente: la questione non è ancora definitivamente conclusa.
Pensione opzione donne, il problema forse non è ancora risolto. La vicenda, effettivamente, è piuttosto intricata, e noi ne abbiamo parlato già più volte. Anche se, fino a poche settimane fa, sembrava che la vicenda avesse avuto un lieto fine, grazie alla riapertura dei termini per le domande da parte dell’Inps, le lavoratrici coinvolte non possono tirare definitivamente un sospiro di sollievo.
Il problema della pensione “opzione donna”
Riassumendo quanto descritto in precedenza, per “opzione donna” si intende un regime speciale grazie al quale le lavoratrici possono ottenere l’assegno pensionistico a partire dai 57 anni di età, a patto che siano disposte ad accettare il trattamento previdenziale erogato secondo il meno generoso sistema contributivo. Un meccanismo poco attrattivo prima della Riforma Fornero, improvvisamente diventato decisamente più appetibile: dalle appena 56 pensioni liquidate con questo metodo nel 2009, siamo già arrivati a 8.652 nel 2014. Tuttavia, l’opzione donna, tecnicamente in vigore fino al 31 dicembre del 2015, aveva visto accorciare brutalmente i tempi previsti a causa di due circolari emanate dall’Inps: l’Istituto, infatti, sosteneva che la scadenza del 2015 si riferisse alla data di ritiro dal mondo del lavoro, e non al termine utile per raggiungere i requisiti anagrafici e contributivi.
Il dietrofront dell’Inps, i dubbi del Mef
In seguito a numerose proteste, interventi parlamentari e minacce di class action, l’Inps ha fatto improvvisamente dietrofront, riaprendo i termini per le domande; tutto ciò, però, senza fare i conti con i tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze, da sempre contrari a qualsiasi ipotesi di proroga dell’opzione donna. Al momento, infatti, non risulta che il Tesoro abbia fornito istruzioni ufficiali in merito, ma a breve dovrebbe esserci un confronto in materia tra il titolare del dicastero, Pier Carlo Padoan, e Tito Boeri, neo presidente dell’Inps.
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