Pensione per chi è nato negli anni ’90: 4 consigli per investire sul futuro

Simone Micocci

16 Giugno 2021 - 12:07

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Chi è nato negli anni ’90 rischia di andare in pensione più tardi e, soprattutto, con un assegno d’importo non elevato. Per questo motivo conviene investire oggi sul proprio futuro, ecco come.

Pensione per chi è nato negli anni ’90: 4 consigli per investire sul futuro

Investire oggi per il proprio futuro, e per garantirsi una pensione dignitosa, è molto importante.

Pensiero comune tra molti di coloro nati negli anni ‘90 è che non sarà semplice arrivare alla pensione. In realtà non si tratta di un obiettivo così difficile da raggiungere: resta da capire, però, il quando e - soprattutto - il come.

Per chi è nato negli anni ‘90, infatti, c’è davvero il rischio di andare in pensione tardi e con un assegno che non soddisfa le vostre aspettative. La causa è il regime contributivo a cui sono sottoposti tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 (quindi per tutti coloro che sono nati negli anni 90), il quale ha diverse criticità:

  • calcolo per la pensione più svantaggioso;
  • prevede anche un requisito economico per andare in pensione a 67 anni (al netto dei prossimi adeguamenti con le aspettative di vita). Questo potrebbe limitarne l’accesso a coloro che in carriera hanno sempre avuto stipendi piuttosto bassi;
  • nessuna integrazione della pensione fino all’importo minimo.

Per questo motivo, chi è nato negli anni ‘90 rischia di andare in pensione più tardi (anche perché bisogna considerare che nel frattempo ci saranno gli adeguamenti con le speranze di vita che andranno a incrementare l’età pensionabile) e con una pensione molto bassa. Ma c’è ancora tempo per intervenire e investire su una vita dignitosa dopo la pensione: vediamo come.

1) L’importanza della pensione complementare

Ritorniamo spesso su questo tema, ma d’altronde è di notevole importanza specialmente alla luce delle difficoltà che avranno coloro che sono nati negli anni ‘90 nel raggiungere la pensione (con un assegno d’importo soddisfacente).

È molto importante, infatti, pensare già da oggi alla propria pensione visto che è adesso che avete il tempo arrivare a un doppio assegno senza investire troppo.

D’altronde, l’ultimo report ci dice che nonostante la pandemia i fondi pensione negoziali e i fondi aperti hanno ancora un’ottima rendita. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, infatti, questi hanno guadagnato, rispettivamente, il 3,1 e il 2,9%.

Un ottimo investimento per chi è nato negli anni ‘90 e vorrebbe avere la sicurezza di una pensione dignitosa. La soluzione è proprio questa: puntare sul cosiddetto secondo pilastro, investendo di tasca propria per garantirsi un doppio assegno.

Solo pochi giovani, però, decidono di farlo: c’è, infatti, ancora una scarsa adesione da parte degli Under 35, i quali rappresentano appena il 22,7% di tutto il bacino degli iscritti a un fondo pensione.

2) Il TFR in n fondo pensione

Se non avete intenzione d’investire in un fondo pensione, potete sempre girarvi il TFR, conosciuto ai più come liquidazione o buonuscita.

Anziché lasciarlo in azienda, infatti, conviene aderire a un fondo pensione girandovi esclusivamente il TFR; anche questa è una scelta che nell’ultimo anno si è rivelata vincente, con una rivalutazione, nonostante il Covid, dell’1,2%.

3) Assicurazione sanitaria privata

Oltre a investire su una pensione integrativa, si può anche intervenire nel limitare le spese future.

Ad esempio, aprire oggi un’assicurazione sanitaria, con una polizza che ovviamente è più vantaggiosa rispetto a chi lo fa in età da pensione, è la soluzione migliore per essere certo di avere una copertura sanitaria senza dover mettere mano al portafoglio (e con una pensione che potrebbe essere d’importo molto basso questo è sicuramente un fattore da non trascurare).

4) Riscatto della laurea

Chi è nato negli anni ‘90 e prima di lavorare ha intrapreso un percorso di tipo universitario, può investire nel riscatto della laurea.

Ci sono due possibilità per farlo:

  • aderire al sistema agevolato, pagando dunque circa 5.000€ per il riscatto di ogni anno di studi. In questo modo, però, gli anni riscattati sono utili solamente ai fini del raggiungimento del diritto alla pensione in quanto non se ne tiene conto nel calcolo dell’assegno. Se si vuole avere una pensione più alta, quindi, è meglio aderire al sistema ordinario;
  • aderire al sistema ordinario, il quale prevede un costo di riscatto proporzionato all’ultima retribuzione percepita al momento in cui si fa domanda di riscatto. Il costo, quindi, potrebbe essere piuttosto elevato ma perlomeno quanto investito ve lo ritroverete sulla pensione futura. A tal proposito, se ne avete la possibilità vi conviene chiedere il riscatto della laurea da inoccupati (quindi appena avete conseguito il titolo), in quanto in questo modo potrete farlo ad un costo uguale a quello del sistema agevolato ma con tutti i vantaggi del sistema ordinario.

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