Pensione anticipata e Legge 104, un binomio messo in discussione dalla Riforma Fornero, ma l’emendamento presentato per correggerla è stato bocciato dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
La pensione anticipata, per chi usufruisce dei permessi legati alla Legge 104, dovrebbe essere salvaguardata da qualsivoglia rischio di penalizzazione: uno Stato autenticamente etico dovrebbe infatti porsi l’imperativo categorico di tutelare chi, nel corso della propria carriera lavorativa, ha dovuto anche farsi carico dell’assistenza a un parente disabile. Purtroppo, al momento, le cose nel nostro Paese non stanno così.
Ma facciamo un piccolo passo indietro per capire di che cosa stiamo parlando.
Che cos’è la pensione anticipata
La pensione anticipata è stata introdotta nel 2012 dalla Riforma Fornero. Pensata per tutelare chi ha iniziato a lavorare in giovanissima età, è legata all’anzianità contributiva e non a quella anagrafica. Tuttavia, chi la richiede prima di aver compiuto il sessantaduesimo anno d’età, subisce una decurtazione pari all’1% per i primi due anni di anticipo e al 2% per ogni anno successivo rispetto ai primi 2.
Penalizzato chi assiste i parenti disabili
La legge ha però stabilito un parametro: le penalizzazioni non hanno luogo se l’anzianità contributiva deriva esclusivamente da:
Prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria.
Un elenco che esclude, di fatto, tutti i permessi e congedi di cui i lavoratori con familiari gravemente disabili possono godere per prestare loro la dovuta assistenza.
Oggi abbiamo deciso di tornare nuovamente sull’argomento, dopo l’articolo dello scorso 9 ottobre dal titolo “Riforma Fornero: assisti un parente disabile? Andrai in pensione più tardi”, per darvi conto dei lavori parlamentari in merito alla delicata questione.
In riferimento alla proposta emendativa presentata, che si proponeva di equiparare i congedi per legge 104 a "giornate effettive di lavoro", l’altroieri la Commissione Bilancio della Camera ha stabilito che:
L’articolo 4-ter, come modificato dalle Commissioni di merito, debba essere soppresso nella parte in cui include tra i periodi di servizio effettivo, ai fini dell’erogazione dei trattamenti pensionistici anticipati, anche i congedi parentali di maternità e paternità, nonché quelli concessi ai sensi della legge n. 104 del 1992, in quanto suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri – presumibilmente di sensibile entità – privi di quantificazione e copertura finanziaria
Successivamente, la Commissione ha eliminato il riferimento ai congedi di maternità e paternità, lasciando però in sospeso la questione legata ai congedi e permessi previsti legge 104.
Una sostanziale bocciatura, quindi, che sembra aver visto in perfetta armonia Angelo Rughetti, relatore del provvedimento in esame e parlamentare del Partito Democratico, e il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze Alberto Giorgetti, deputato del Popolo della Libertà.
Un epilogo che amareggia, anche se forse non sorprende: già due giorni fa Pietro Vittorio Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) aveva preconizzato l’accaduto, dichiarando:
Se confermata, la bocciatura di quell’emendamento sarebbe un fatto ulteriormente grave, un gesto di spregio che disconosce la valenza e la sostanza del lavoro di cura di cui moltissimi lavoratori, soprattutto donne, si fanno carico tutti i giorni, soprattutto per l’assenza e la carenza di servizi pubblici adeguati.
Non tutto è perduto, comunque: il testo adesso tornerà in Senato.
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