Patto per il lavoro per il reddito di cittadinanza: soggetti obbligati ed esonerati

Simone Micocci

3 Maggio 2019 - 16:15

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Reddito di cittadinanza: i beneficiari hanno 30 giorni di tempo per presentare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro. Non tutti, però, sono obbligati a sottoscrivere il Patto per il lavoro.

Patto per il lavoro per il reddito di cittadinanza: soggetti obbligati ed esonerati

Per mantenere il diritto al reddito di cittadinanza alcuni componenti del nucleo familiare - su cui faremo chiarezza di seguito - hanno l’obbligo di stipulare il Patto per il Lavoro con il centro per l’impiego con il quale si dà la propria immediata disponibilità al lavoro, nonché l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale con il quale è previsto anche lo svolgimento di attività di pubblica utilità.

Rispettare questa condizione è molto importante poiché in caso contrario si perde il diritto al reddito di cittadinanza e non se ne può fare domanda prima che siano trascorsi 18 mesi dall’ultima richiesta.

D’altronde obiettivo primario del reddito di cittadinanza - misura riconosciuta per un periodo di tempo limitato - è di fare in modo che la famiglia che ne ha fatto richiesta possa in breve tempo essere in grado di mantenersi autonomamente grazie al reddito da lavoro percepito da uno o più componenti.

Ricordiamo che il reddito di cittadinanza è percepito dall’intero nucleo familiare e non solo da colui che ne ha fatto domanda: ogni componente che ne soddisfa le condizioni, quindi, è soggetto alla sottoscrizione del Patto per il lavoro con il centro per l’impiego.

Ma quali sono le condizioni che fanno di un soggetto obbligato a sottoscrivere il Patto per il Lavoro con il centro per l’impiego? Scopriamolo.

Patto per il lavoro, reddito di cittadinanza: chi è obbligato

Entro 30 giorni dall’accoglimento della domanda per il reddito di cittadinanza tutti i componenti del nucleo familiare - tranne alcune eccezioni - hanno il dovere di presentare la DID (Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro) presso i centri per l’impiego o anche presso i patronati convenzionati con Anpal.

In alternativa la DID si potrà inviare telematicamente tramite la piattaforma digitale SIUPL dell’Anpal che però risulta essere ancora in fase di implementazione.

Non è stata completata neppure l’assunzione dei 3.000 navigator da parte di Anpal, figure centrali per il corretto adempimento del Patto per il Lavoro: saranno questi, infatti, a dare supporto specializzato agli operatori dei Centri per l’impiego nel supporto dei beneficiari del reddito di cittadinanza che devono essere reinseriti nel mercato del lavoro.

Generalmente sono obbligati a presentare la DID tutti i componenti del nucleo familiare:

  • maggiorenni;
  • non occupati;
  • che non frequentano un regolare corso di studi.

A proposito del secondo punto bisogna fare una precisazione. Con la conversione in legge del decreto 4/2019 è stato modificato (dall’articolo 4, comma 15-ter) il concetto di “non occupato”: fanno parte di questa categoria, infatti, anche i cosiddetti working poor ossia coloro che non percepiscono uno stipendio sufficiente per vivere. Nel dettaglio, questo vale per i redditi da lavoro dipendente inferiori agli 8.000€ o ai 4.800€ nel caso dei lavoratori autonomi.

Questi hanno quindi il dovere di presentare la DID; sarà poi il centro per l’impiego a valutare se esistono i presupposti per esonerarli dalla sottoscrizione del Patto per il lavoro.

Patto per il lavoro reddito di cittadinanza: chi è escluso

Ci sono però alcuni componenti del nucleo familiare che pur soddisfando entrambe le condizioni sono esonerati dal presentare la DID al centro per l’impiego.

Ad esempio questo vale per i beneficiari della pensione di cittadinanza, visto che questa misura è riconosciuta ai soli Over 67 o alle persone con grave disabilità.

Tornando al reddito di cittadinanza, invece, non sono obbligati a firmare il Patto per il lavoro i componenti del nucleo familiare:

  • con più di 65 anni, indipendentemente se percettori di un assegno di pensione;
  • con disabilità. Questi però possono richiedere, volontariamente, l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.

Possono essere esonerati anche - ma non è detto - i componenti del nucleo familiare che svolgono incarichi di cura legati alla presenza nel nucleo familiare di minori di tre anni, o anche di persone con grave disabilità o non autosufficienti. Lo stesso vale per coloro che pur non lavorando frequentano un corso di formazione.

In questi casi, quindi, bisogna comunque presentare la Dichiarazione di disponibilità immediata al lavoro per poi sperare che in occasione della convocazione il centro per l’impiego vi esoneri dall’obbligo di sottoscrizione del Patto.

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