Partito Democratico: Matteo Renzi introduce 40 dipartimenti per recuperare i consensi perduti. Ecco i 20 uomini e le 20 donne che hanno in mano il futuro dei democratici.
Il Partito Democratico è in crisi, ma Matteo Renzi sembra aver individuato la soluzione per risollevare le sorti dei dem, i quali rischiano di essere tagliati fuori dal Movimento 5 Stelle e dal Centrodestra nella corsa elettorale che porta al Governo.
Come confermato dagli ultimi sondaggi politici, il Partito Democratico se si votasse oggi otterrebbe al massimo un 28% di voti, che si traducono in una perdita complessiva di 117 deputati rispetto alla scorsa legislatura.
Matteo Renzi - che ancora una volta sarà candidato premier - sta cercando di risolvere un problema che persiste da mesi, quello della perdita di consensi da parte dell’elettorato del Partito Democratico sfiduciato dagli ultimi anni di governo. Una situazione che preoccupa non solo Renzi, ma tanti veterani del Partito Democratico perché se non si farà qualcosa al più presto rischiano di restare fuori dal Parlamento.
Ma qualcosa all’interno del PD si sta muovendo; ad esempio, in questi giorni Matteo Renzi ha ridisegnato la geografia del partito creando 40 dipartimenti - ognuno dedicato ad un ambito di interesse specifico - affidandoli a 20 donne e 20 uomini.
In questo modo il PD si estende verso tutti i temi possibili della società, un’operazione che si spera raccolga i suoi frutti in campagna elettorale.
Un Partito Democratico più vicino alla gente, in grado di ascoltare le richieste e di mettere in atto delle soluzioni; questo è il progetto con il quale Matteo Renzi non solo spera di recuperare quella parte di elettorato persa in questi mesi, ma anche di ricucire lo strappo con le minoranze dem, da Orlando ad Emiliano fino ad arrivare a Chiamparino.
Una lista di 40 nomi sui quali Renzi punta per la risalita del Partito Democratico, il quale in questi mesi che separano dalla competizione elettorale dovrà dimostrare di essere in grado di realizzare un programma ben articolato che tocca diversi punti d’interesse.
Ma quali sono le donne e gli uomini ai quali Renzi ha deciso di affidare la rinascita del Partito Democratico? Di seguito trovate la lista dei 40 dipartimenti istituiti da Matteo Renzi, con il relativo argomento e l’esponente politico al quale è stato affidato. Questa volta il premier avrà fatto la scelta giusta? Ai posteri l’ardua sentenza.
40 dipartimenti nel Partito Democratico: i nomi scelti da Matteo Renzi
Tra i nomi scelti dal segretario del Partito Democratico ce ne sono molti vicini a Maria Elena Boschi (da Silvia Fregolent a Patrizia Prestipino) a conferma che l’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio avrà ancora un ruolo di primo piano nella futura gestione Renzi.
La Boschi però non dovrà più occuparsi di una riforma costituzionale, visto che tra i quaranta dipartimenti non ce n’è uno che fa riferimento ad una modifica della Costituzione. A quanto pare, dopo la débacle del 4 dicembre scorso - che ha portato Renzi a dimettersi da Presidente del Consiglio - il segretario dem ha scelto di concentrarsi su altri temi e di lasciar perdere per sempre il progetto di una riforma costituzionale.
Nelle scelte di Renzi trovano spazio anche esponenti delle politiche locali, come ad esempio il sindaco di Mantova Mattia Palazzi al quale è stata affidata la rigenerazione urbana. Per la lotta alla criminalità, invece, è stato scelto il nome di Giuseppe Antoci, presidente del parco di Nebrodi vittima di un agguato mafioso.
Ma ci sono anche temi di cui fino ad oggi non si era sentito parlare, come ad esempio il dipartimento “Partito aperto” affidato a Walter Verini, un segnale di come il Partito Democratico dovrà cambiare nei prossimi mesi aprendosi al dialogo con la popolazione e con le altre forze politiche del Centrosinistra.
Ci sono poi dipartimenti come “Mamme” (Titti di Salvo), “Minori” (Sandra Zampa) e “Difesa degli animali” (Patrizia Prestipino) che si occupano della tutela dei diritti di alcune particolari categorie.
Ecco nel dettaglio i nomi e gli ambiti operativi dei 40 dipartimenti voluti da Matteo Renzi, che si riuniranno ufficialmente il prossimo mercoledì 26 luglio per la prima riunione dell’esecutivo.
- Anna Ascani, Cultura
- Simona Bonafè, Economia circolare
- Loredana Capone, Turismo
- Stefania Covello, Mezzogiorno
- Titti Di Salvo, Mamme
- Silvia Fregolent, Pari opportunità
- Maria Chiara Gadda, Lotta contro lo spreco alimentare
- Anna Grassellino, Italiani all’estero
- Chiara Gribaudo, Lavoro
- Simona Malpezzi, Scuola
- Elisa Mariano, Commercio
- Emma Petitti, Pubblica amministrazione
- Stefania Pezzopane, Ricostruzione terremoto
- Pina Picierno, Fondi europei
- Giuditta Pini, Feste dell’Unità
- Patrizia Prestipino, Difesa animali
- Alessia Rotta, Circoli
- Daniela Sbrollini, Sport
- Patrizia Torricelli, Editoria
- Sandra Zampa, Minori
- Giuseppe Antoci, Legalità
- Gianluca Beneamati, Energia
- Matteo Biffoni, Immigrazione
- Sergio Boccadutri, Innovazione
- Ciro Bonajuto, Giustizia
- Ernesto Carbone, Sviluppo economico
- Roberto Cociancich, Cooperazione internazionale
- Andrea De Maria, Formazione
- Giovanni Epifani, Agricoltura
- Andrea Ferrazzi, Urbanistica
- Emanuele Fiano, Sicurezza
- Federico Gelli, Sanità
- Federico Ginato, Piccole medie imprese
- Giovanni Lattanzi, Welfare
- Salvatore Margiotta, Infrastrutture
- Stefano Mazzetti, Ambiente
- Luciano Nobili, Città metropolitane
- Mattia Palazzi, Rigenerazione urbana
- Francesco Verducci, Università e ricerca
- Walter Verini, Partito aperto
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