Sono molti i problemi delle banche in Germania, sottolinea Padoan da Cernobbio. La risposta continua ad essere l’unione bancaria.
Pier Carlo Padoan continua a mostrarsi fiducioso sul comparto bancario italiano ma, secondo il ministro delle finanze italiano, esistono ancora delle forti problematiche all’interno dell’Eurozona, anche in Germania - l’economia più forte e solida del blocco economico.
La Germania può anche apparire stabile, ma ha dei seri problemi con le sue banche da risolvere, ha detto Pier Carlo Padoan ai microfoni della CNBC in occasione del Forum Ambrosetti di domenica.
"Penso che ci siano dei problemi bancari tedeschi e sono fiducioso che le autorità tedesche si occupino di questi",
ha detto Padoan quando gli sono state chieste delle osservazioni circa i commenti dell’ex primo ministro Matteo Renzi delo scorso anno.
"La Germania è il Paese che ha speso di più in fondi pubblici nel settore bancario in termini di centinaia di miliardi di euro in passato, quando le regole erano differenti, naturalmente.
Come non ricordare l’estremo salvataggio di Stato della Deutsche Bank.Questo è un segnale per cui forse tutti dobbiamo riconoscere che abbiamo problemi e tutti dobbiamo riconoscere che dobbiamo cooperare molto più efficacemente per fornire soluzioni europee a tali problemi",
ha detto.
I problemi delle banche tedesche
Anche se il settore finanziario continua a fare notizia, gli analisti hanno iniziato ad avvertire anche dei problemi delle banche in Germania, come la dipendenza dall’industria dei trasporti marittimi - un investimento stabile prima della crisi del debito della zona euro. Altre problematiche includono il numero eccessivo di banche in Germania senza alcuna ottica di consolidamento. Ci sono circa 2.400 banche singole con più di 45.000 filiali in tutto il paese e oltre 700.000 dipendenti, secondo la Guida alle banche commerciali, sito web del settore.
Padoan: l’Unione bancaria è la risposta
Per questo motivo secondo Padoan è fondamentale concretizzare l’unione bancaria - un progetto creato nel 2012 in risposta alla crisi del debito sovrano che ha l’obiettivo di avere una sola normativa per tutte le banche dell’Unione europea.
Per il ministro finora l’unione bancaria non è stata pienamente attuata non per la resistenza di alcuni paesi, ma per le diverse visioni dei singoli Paesi sul progetto.
"Stiamo comunque facendo progressi su una cosa: stiamo costruendo un sentimento fiducia tra noi e riconosciamo che dobbiamo riconciliare delle tradizioni diverse nei settori bancari che devono fondersi in una nuova cultura bancaria europea",
ha detto Padoan.
Il tapering minaccia il debito italiano
La politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) è stata di grande aiuto per la zona euro, inclusa la sua terza economia più grande - l’Italia. Tuttavia, tale sostegno è destinato a finire, il che potrebbe rendere il debito dell’Italia più costoso e difficile da gestire.
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"Le tempistiche della politica monetaria è una delle arti più delicate e sofisticate nelle operazioni di politica economica e ho pienamente fiducia nella guida della BCE che introdurrà la riduzione del QE (quantitative easing) quando il tempo sarà giusto",
ha aggiunto Padoan.
La BCE si riunisce giovedì. Gli analisti attendono delle indicazioni su quando la banca potrebbe annunciare ufficialmente l’uscita dal suo programma del QE. La zona euro ha registrato una ripresa della crescita e dell’inflazione, anche se i prezzi al consumo sono ancora al di sotto del target della banca "vicino ma inferiore al 2%".
Indipendentemente da ciò che potrebbe fare la BCE, secondo Padoan i governi non possono sprecare l’occasione che offre il contesto attuale dei tassi di interesse bassi e devono riformare le proprie economie.
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