La recessione in Olanda si fa sentire eccome. S&P’s ha declassato l’economia olandese, facendole perdere la tripla A. I Paesi Bassi hanno però tutte le risorse per sconfiggere la crisi.
L’Olanda ha perso la tripla A di S&P. Una notizia che desta non poco stupore, considerando che i Paesi Bassi si sono sempre profilati come i più fedeli esecutori delle politiche di austerità dettate dalla Germania. Vi è tuttavia una fondamentale differenza tra i tedeschi e gli olandesi. I primi, infatti, crescono di più dei secondi.
Come si può osservare dal grafico, a partire dal 2009 la Germania ha mostrato tassi di crescita del Pil superiore (o comunque cadute del Pil inferiori) rispetto ai propri vicini.
Come mai? Sembrerebbe che l’Olanda stia sperimentando la stessa sequenza di eventi toccata a Spagna e Islanda qualche anno fa. Vale a dire la fine di un’accentuata bolla immobiliare che evidenzia un eccessivo indebitamento del settore privato dell’economia, ossia famiglie e imprese.
La crisi in Olanda: da dove nasce?
Quale è stata la miccia che ha dato il via a questa spirale di indebitamento? Sembra che gli olandesi abbiano beneficiato di particolari detrazioni fiscali sul costo dei mutui. Ne sarebbe seguita una forte domanda di mutui e, di conseguenza, di abitazioni il che ha condotto il prezzo delle case ai massimi storici in Olanda. Il risultato è stato un indebitamento degli olandesi che allo stato attuale ammonta a circa il 220% del Pil (valore che qualcuno ha definito insostenibile).
Ad oggi il prezzo delle case è notevolmente diminuito a seguito della crisi; si parla di una caduta del 20% del valore di vendita degli immobili.
Le conseguenze per il mercato del lavoro sono state disastrose. La disoccupazione sta raggiungendo livelli mai sperimentati prima dall’economia olandese. Secondo le previsioni dell’OCSE la percentuale di senza lavoro dovrebbe raggiungere l’8% nei prossimi anni, mentre per l’economia non è prevista alcuna crescita. Il rapporto tra debito e Pil sta viceversa rapidamente aumentando, dal 45% al 70%.
Assi nella manica per l’Olanda
Vi sono però alcuni indicatori che lasciano ben sperare per l’economia olandese. Il downgrade di S&P’s non dovrebbe essere preoccupante per il costo dell’indebitamento pubblico, poichè quest’ultimo rimane molto basso. Le obbligazioni pubbliche olandesi pagano (e hanno pagato) tassi d’interesse di poco superiori a quelli tedeschi, come possiamo notar dal grafico qui sotto; al momento lo spread con i Bund tedeschi si assesta intorno ai 30 punti base.
L’altra nota positiva riguarda il saldo positivo con l’estero (addirittura più elevato di quello tedesco) come possiamo notare dal grafico quì sotto. Un simile risultato consente all’Olanda di attuare una forma di ripagamento graduale del debito molto meno devastante rispetto a quanto avvenuto, ad esempio, in Spagna, paese che non è riuscito a controbattere l’indebitamento privato con maggiore liquidità derivante dall’estero.
I Paesi Bassi hanno dunque tutte le carte in regola per superare al meglio la crisi che li ha investiti, forti di un settore estero competitivo e di un costo dell’indebitamento pubblico tra i più bassi d’Europa
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