L’OCSE lancia l’allerta sull’aumento delle tasse

Violetta Silvestri

19/10/2021

19/10/2021 - 15:28

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In questa delicata fase di rilancio dell’economia globale sconvolta dalla pandemia, l’OCSE ha avvisato che la pressione fiscale potrebbe drammaticamente aumentare nei prossimi anni: perchè?

L’OCSE lancia l’allerta sull’aumento delle tasse

In un documento programmatico, l’OCSE ha avvisato il mondo del prossimo ostacolo alla crescita: l’aumento della pressione fiscale.

Le nazioni, con le casse appesantite da debiti pubblici sempre più grandi dopo la catastrofe epidemia, potrebbero convincersi ad aumentare le tasse per finanziare servizi indispensabili (piuttosto che indebitarsi ancora).

In questo modo, però, si andranno a compromettere proprio la crescita e il benessere dei cittadini. Quale scenario nelle economie mondiali e come evitare l’aumento delle imposte?

Perché la pressione fiscale potrebbe crescere

Lo scenario disegnato dall’OSCe è di lungo periodo, ma suona come un allarme.

Stando alle indicazioni dell’organizzazione, una decelerazione nelle grandi economie emergenti, il cambiamento demografico e il rallentamento della produttività trascineranno la crescita economica tendenziale tra i 38 membri dell’OCSE e le nazioni del Gruppo dei 20 all’1,5% nel 2060, rispetto al 3% attuale.

Allo stesso tempo, gli Stati dovranno far fronte a costi sempre più alti, in particolare per pensioni e assistenza sanitaria. Per mantenere i servizi pubblici e i benefici dei cittadini stabilizzando il debito, i Governi dovrebbero aumentare le entrate di quasi l’8% del PIL. In alcuni Paesi, tra cui Francia e Giappone, la dimensione della sfida ammonterebbe a più del 10% del Prodotto Interno Lordo. Tradotto: le nazioni si troverebbero nella necessità di fissare maggiori livelli di tassazione.

Scegliendo di non aggravare ulteriormente il debito pubblico, quindi, i Governi potrebbero spingere la pressione fiscale e coprire spese indispensabili come pensioni, sanità pubblica, pagamento di interessi sul debito dell’era Covid.

Come mostra il grafico sottostante, dal 2021 al 2060 cresceranno le pressioni fiscali sui bilanci statali, per spese che andranno a pesare tra i 6 e i 12 punti percentuali di PIL potenziale.

Pressione fiscale in previsione 2021-2060 Pressione fiscale in previsione 2021-2060

Yvan Guillemette e David Turner, autori del documento OCSE, hanno precisato che:

Le tendenze secolari come l’invecchiamento della popolazione e l’aumento del prezzo relativo dei servizi continueranno ad aumentare la pressione sui bilanci del governo....La pressione fiscale nel lungo periodo fa impallidire il problema legato al debito pubblico in aumento causa Covid.

Cosa fare per non aumentare le tasse

I Paesi non devono necessariamente aumentare le tasse per affrontare queste sfide, ha affermato l’OCSE.

Riforme per aumentare i tassi di occupazione e l’età pensionabile potrebbero essere una soluzioni più adatta per equilibrare i bilanci statali e non gravare sui cittadini.

Argomenti

# Tasse
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