Non solo ospedali: i settori che rischiano di andare in tilt con l’aumento dei contagi

Luna Luciano

04/01/2022

04/01/2022 - 19:59

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Aumentano i contagi e la variante Omicron si diffonde sempre più velocemente. Con la quarta ondata di Covid c’è il rischio di paralizzare alcuni settori dell’economia in Italia,

Non solo ospedali: i settori che rischiano di andare in tilt con l’aumento dei contagi

Rischio paralisi per l’Italia. A causa dell’aumento dei contagi e della variante Omicron, più contagiosa, sono in molti i lavoratori costretti a casa in isolamento. La quarantena è ormai parte integrante della quotidianità e da settimane si discute riguardo il rischio di un possibile blocco del mondo del lavoro, specialmente per alcune categorie, dove lo smart working non può nulla,

Tra le soluzioni proposte per far fronte al problema c’è quella della quarantena ridotta, al momento presa in esame dal Governo. Ma quali sono i settori che più di tutti rischiano di andare in tilt?

Rischio paralisi: quali sono i settori in crisi

Sono diversi i settori che rischiano il blocco totale a causa della repentina impennata della curva epidemiologica. I contagi continuano ad aumentare, così come le quarantene in tutta Italia. La variante Omicron corre veloce, e se da un lato sembrerebbe essere meno virulenta per chi ha effettuato il vaccino, risulta essere comunque molto contagiosa, eludendo la copertura vaccinale. A causa di questa situazioni sono molti i lavoratori costretti a casa, il cui lavoro non può essere svolto in smart working. Ecco quali sono i settori che rischiano completamente la paralisi.

Sanità

A rischio il sistema della Sanità. Gli ospedali non solo rischiano di andare in affanno a causa dell’aumento dei ricoveri, ma anche per l’aumento dei contagi tra il personale sanitario e per l’assenza del personale non vaccinato. Nonostante siano circa 40mila gli infetti e i non vaccinati tra medici, infermieri e operatori, il sistema continua ad andare avanti e non si registrano sul territorio chiusure di reparti. L’aumento vertiginoso dei ricoveri però rischia di generare una nuova paralisi del sistema sanitario, come durante i primi mesi di pandemia. Sebbene si stia registrando un aumento del numero di casi diagnosticati tra gli operatori sanitari, sono ben 2.041 gli infermieri contagiati nei primi due giorni del 2022, secondo i dati dell’ISS la percentuale di casi riportati sul totale risulta in diminuzione: dall’1,6% della scorsa settimana all’1,4%.

Scuola

La scuola è una grande incognita per l’Italia. A causa dell’aumento dei casi, ci si preoccupa del rientro a scuola in sicurezza degli alunni, specialmente i più piccoli, una delle fasce più colpite. Proprio sulla gestione dei casi positivi, non è escluso che si decida di prevedere la quarantena per un’intera classe nel caso di un solo studente positivo. Una possibile soluzione per prevenire ulteriori contagi in quella fascia d’età, che per ultima ha cominciato il ciclo vaccinale e che quindi si trova ancora indietro con l’immunizzazione. Stando all’allarme lanciato dalla Società Italiana di Pediatria a oggi circa un contagio su quattro, riguarda gli under 20. Palazzo Chigi però non retrocede ed è intenzionato a garantire agli alunni una didattica in presenza e di ritornare in DAD solo in caso di necessità.

Trasporti

L’Italia inizia a rallentare e i segnali di sofferenza arrivano anche dai servizi essenziali, come i trasporti. La circolazione ferroviaria rischia la paralisi a causa del personale in quarantena. Aumentano quindi le cancellazioni di treni in tutta Italia, da nord al sud del Paese. Basti pensare che in Toscana sono 400 gli autisti in isolamento, come spiegato dal presidente delle Autolinee Toscane, Gianni Bechelli. A rischio il servizio degli autobus. Stesso problema in Lombardia, dove Trenord sta registrando circa il 12% di assenze tra il personale indispensabile, causando la soppressione di circa 100 corse ogni giorni su oltre 1.800 programmate nelle settimane.

Forze dell’ordine

Altro settore in crisi è quello delle forze dell’ordine, che affianco ai medici, hanno contribuito a tenere sotto controllo la situazione, effettuando verifiche e garantendo la sicurezza. Aumentano quindi gli agenti in quarantena a causa dei contagi. È per questo motivo che il Governo aveva cancellato l’obbligo di quarantena per chi è stato a contatto con un positivo, svolta che permette a tutti coloro che lavorano in questo settore di poter restare operativi.

Raccolta dei rifiuti

L’aumento dei casi positivi in Italia si fa risentire anche nel settore dei rifiuti. Si accumulano sempre di più i sacchi dell’immondizia per le strade a causa del personale in isolamento perché positivo. Ad esempio solo a Napoli son circa 80 gli operatori in quarantena, un deficit di cui ne risentono tutti i cittadini.

Industria

Altro settore in crisi è l’industria, dove le percentuali dei contagiati aumenta e si aggiunge a quella dei no-vax. E se a rallentare è l’industria, zoccolo duro dell’economia, è inevitabile che rallenti l’intero commercio, con il rischio che ne risentano anche i supermercati. Al momento però sembra che il sistema regga ancora.

Rischio paralisi: la soluzione della quarantena ridotta

Aumentano i contagi e sono a rischio molti settori. Il Governo in queste ore sta cercando una soluzione per impedire una possibile paralisi totale. Se domani
dovesse approvare il decreto che impone l’obbligo del Super Green pass a tutti i lavoratori c’è il rischio che la forza lavoro e il personale vada sempre più ad assottigliarsi.

Stando infatti a quanto stimato dagli esperti i casi, infatti, continueranno ad aumentare, ci si aspetta il picco per fine di gennaio, con il rischio che di sfiorare il tetto di 10 milioni di persone in isolamento. È per questo motivo che le Regioni hanno avanzato la proposta di una quarantena ridotta solo per chi ha ricevuto il booster. Una proposta che sarebbe già sul tavolo di lavoro del Governo e che il Comitato Tecnico Scientifico sta valutando d’intesa con il ministro Speranza. Stando alle prime fonti si potrebbe arrivare ad avere una quarantena per i contatti stretti di 3-5 giorni, rispetto a quella di 7 per i vaccinati e di 10 per i no vax.

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