Nel 2035 sarà la fine delle auto a benzina e diesel? Ne parliamo a Trieste l’1/12 con Parlamento europeo

Redazione

24/11/2023

24/11/2023 - 15:06

condividi

L’iniziativa promossa da Money.it, datata venerdì 1° dicembre 2023, riunirà intorno ad un tavolo politici, imprenditori e associazioni di categoria.

Il 28 marzo gli Stati membri dell’Unione europea hanno detto “sì” al regolamento che dal 2035 vieterà la vendita di auto e furgoni che emettono CO2. La disposizione rappresenta uno dei temi caldi del progetto Green Deal promosso dell’UE. L’intento dell’Europa è di stimolare nei prossimi decenni la transizione verso i veicoli elettrici. Stando al documento approvato dai Governi, dal 2030 al 2034 le nuove auto dovranno ridurre le emissioni di CO2 del 55% rispetto al 2021, mentre i furgoni dovranno ottenere una riduzione del 50%. Percentuali, queste, che dal 2023 dovranno essere per tutti del 100%. Nel frattempo i problemi non mancano.

Per approfondire meglio i termini di questa importante rivoluzione destinata a cambiare la vita di tutti, Money.it e Parlamento Europeo hanno organizzato per il 1° dicembre a Trieste un incontro dal titolo “Obiettivo 2035, stop alle auto a benzina e diesel: cosa cambia davvero”.

Alla tavola rotonda, ospitata da Bliz Auto nell’elegante concessionaria di Via Flavia 47 a Trieste parteciperanno gli europarlamentari italiani coinvolti nelle commissioni inerenti al Green deal, oltre a rappresentanti delle associazioni legate al mondo dei dealer, dei brand e dei terzisti.
L’evento è aperto al pubblico. È richiesta l’iscrizione.

La rotta è tracciata?

Secondo un recente sondaggio condotto da Smart mobility, il 70% degli italiani vorrebbe acquistare un veicolo elettrico, ma poi solo il 3,9% lo fa davvero. Un atteggiamento che pone l’Italia in fondo alla classifica europea della diffusione delle auto elettriche: in Europa questi veicoli rappresentano in media il 15% del parco circolante, da noi siamo fermi al 4%. Eppure la direzione verso la quale si muoverà nei prossimi anni il mercato automotive in Europa appare chiara. Ma se da un lato questo intervento rappresenta un grande contributo al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica fissati per il 2050, dall’altro produttori, dealer e associazioni esprimono qualche preoccupazione sui rischi derivanti da questa monumentale transizione ecologica. Una posizione che è condivisa anche da alcuni governi.

Sebbene con il 2035 l’Europa abbia fissato una linea di demarcazione inderogabile, la strategia fatica a convincere tutti gli stakeholder. Si calcola ad esempio che solo in Italia, ci siano circa 450 imprese impegnate nella produzione di componentistica afferente ai motori endotermici, per le quali la transizione all’elettrico rappresenta una minaccia concreta alla loro sopravvivenza. Da risolvere sul tappeto rimane anche il capitolo infrastrutturale (i punti di ricarica in Italia sono in aumento, ma hanno una capacità ancora molto limitata), oltre alla questione legata alla concorrenza cinese, Paese che negli anni ha raggiunto una posizione di mercato vantaggiosa rispetto ai competitor europei.
Anche per questo, da più voci giunge la richiesta all’Europa di attivare un fondo a sostegno degli operatori, che garantisca un passaggio morbido verso gli obiettivi del Green Deal del vecchio continente.

I partecipanti all’evento

  • Riccardo Gobbato, Responsabile commerciale Bliz Auto
  • Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto
  • Alessandro Musumeci, Head Of Communication presso Citroën Italia Stellantis group (da remoto)
  • Andrea Wehrenfennig, Presidente Legambiente Trieste
  • On. Elena Lizzi, Gruppo Identità e Democrazia, Lega
  • On. Sergio Berlato, Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, FdI (da remoto)
  • Interviene: Maurizio Molinari, Capo ufficio Parlamento europeo di Milano
  • Moderatore: Gaetano Cesarano, vicedirettore Money.it

Iscriviti a Money.it