Nave Diciotti, gli “amici” chiudono la porta in faccia a Salvini. Strategia fallimentare?

Alessandro Cipolla

22 Agosto 2018 - 10:20

Non si sblocca la situazione dei 177 migranti a bordo della Diciotti: Salvini aspetta un segnale dall’Europa, ma Austria e Germania rispondono picche.

Nave Diciotti, gli “amici” chiudono la porta in faccia a Salvini. Strategia fallimentare?

Matteo Salvini l’aveva chiamato “l’asse dei volenterosi”, sottolineando così le buoni sensazioni avute lo scorso luglio dopo il vertice a tre a Innsbruck assieme ai colleghi dell’Interno Horst Seehofer (Germania) e Herbert Kickl (Austria).

Invece il caso della nave della Guardia Costiera “Ubaldo Diciotti”, che da giorni aspetta a Catania di poter sbarcare 177 migranti, fa riaffiorare tutte le problematiche relative alla mai risolta questione della ripartizione per quote degli immigrati.

Il ministro Salvini al momento non ha ancora dato il permesso per lo sbarco, attaccando l’Europa rea di non rispettare i patti: i primi a voltargli le spalle però sono stati gli “amici” Austria e Germania, senza contare lo scontato rifiuto del blocco Visegrad che tanto piace al leader della Lega.

Europa sorda

La situazione è questa: davanti al porto di Catania c’è la nave Diciotti della nostra Guardia Costiera che da giorni aspetta di poter sbarcare 177 migranti tratti in salvo, tra cui diversi minori.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha ancora concesso l’autorizzazione per far scendere le persone a bordo sulla terra ferma, mentre sia il premier Giuseppe Conte che il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sono rimasti in silenzio.

Prima di autorizzare lo sbarco, il segretario del carroccio infatti vuole garanzie dagli altri paesi dell’Unione di una ripartizione degli immigrati a bordo della Diciotti. Ma al momento soltanto Francia e Spagna avrebbero timidamente dato disponibilità.

L’Austria presidente di turno dell’Unione Europea ha risposto no grazie così come la Germania, mentre dai paesi del blocco Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) l’ipotesi non è stata neanche presa in considerazione.

Matteo Salvini quindi è più che furioso per questo atteggiamento, anche perché ancora scotta la vicenda dei 450 migranti sbarcati a Pozzallo e al momento quasi tutti ancora di stanza nell’hotspot nonostante le promesse di accoglienza da parte di Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Irlanda e Malta.

Soltanto la Francia infatti stando alle parole del ministro dell’Interno avrebbe accolto 47 dei 50 migranti spettanti, con i restanti 3 che sono ancora in Italia in quanto ricoverati in ospedale e quindi impossibilitati al trasferimento.

Il motivo di questo rallentamento è anche il costo del viaggio, circa 500 euro a persona, che il paese ospitante si dovrebbe accollare ma che nessuno vuole farlo. Il risultato è che in 400 sono ancora a Pozzallo da settimane.

Le colpe di Salvini

Alla luce di questa nuova situazione di crisi, appare evidente che la linea finora portata avanti dal governo sul tema dell’immigrazione, dettata in particolare dal ministro Salvini, dal punto di vista diplomatico si stia rivelando fallimentare.

L’Italia aveva la grande occasione durante il Consiglio Europeo di fine giugno di far passare una legge, votata dal Parlamento di Bruxelles, che prevedeva delle forti penali (250.000 euro per ogni migrante non accolto) per quei paesi che non rispettavano le quote di ripartizione stabilite.

La nostra delegazione invece ha ignorato quella legge che così non è stata ratificata, presentandosi invece con un papello di proposte che non hanno portato a nulla. Alla fine il Consiglio ha deliberato per un’accoglienza su base volontaria, decisione che sta creando gli attuali stucchevoli teatrini diplomatici.

L’altro grande errori di Salvini poi è stato quello di fare squadra assieme al blocco sovranista, un gioco che va bene in ottica delle elezioni europee del prossimo maggio ma che penalizza l’Italia in materia immigrazione.

In sostanza nulla è cambiato con l’emergenza che rimane sempre tutta sul groppone dei paesi del Mediterraneo. Salvini può consolarsi però con il fatto che finché ci saranno situazioni come quella della Diciotti potrà continuare la sua campagna elettorale permanente.

I partiti sovranisti europei puntano a fare il pieno di seggi a Bruxelles e lo spauracchio dell’immigrazione è la loro migliore carta da giocare. Gli interessi di partito per quanto riguarda la Lega al momento non sembrerebbero coincidere con quelli della nazione.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it