Mutui, come funzionano i tassi Euribor e Eurirs

Stefano Tempera - Antonella Ciaccia

10/06/2022

10/06/2022 - 16:29

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Euribor ed Eurirs sono indici determinanti per conoscere il tasso applicato dalla banca sui mutui. Vediamo come funzionano e come si applicano nei contratti di mutuo a tasso fisso e variabile.

Mutui, come funzionano i tassi Euribor e Eurirs

Quando si sceglie un mutuo per l’acquisto di un immobile o quando si valuta di sostituire il vecchio mutuo con uno più vantaggioso tramite la surroga, uno degli aspetti più importanti da valutare ricade inevitabilmente sul tasso di interesse applicato dalla banca.

Oltre ai più diffusi tasso variabile e tasso fisso esistono varie tipologie di rimborso del mutuo, tra cui il tasso variabile con Cap, il tasso a rata costante con durata variabile, il tasso modulare e altre varianti che analizzeremo in questo articolo.

Ora, la quotazione degli indici Euribor e Eurirs è fondamentale per conoscere il tasso applicato dalla banca sui mutui. Questi parametri esprimono il tasso d’interesse che un istituto di credito deve pagare per ottenere a prestito un determinato ammontare di capitale per una certa durata.

Essi hanno dei precisi riferimenti temporali, e all’interno delle due famiglie di indici sono compresi tassi differenziati in funzione delle diverse durate temporali di prestito previste.

Trattandosi di indicatori collegati alle numerose operazioni effettuate ogni giorno sul mercato interbancario, il loro valore non è costante ma varia quotidianamente in funzione dei movimenti della domanda e dell’offerta di capitali.

Euribor e IRS sono influenzati inoltre dalla generale situazione economica mondiale e dalle decisioni delle diverse Banche Centrali. Così ad esempio, un taglio del costo del denaro da parte della Banca centrale europea, come è appena accaduto in questi giorni, o anche solo la probabilità che esso possa avvenire a breve, può modificare il valore dei vari indici, presumibilmente verso il basso.

Analizziamo in questa guida come si applicano i principali indici di riferimento nei contratti bancari per capire come funzionano i tassi Euribor e Eurirs nei mutui.

Cos’è l’Euribor?

L’indice Euribor è il parametro di riferimento europeo che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee. L’Euribor varia tutti i giorni feriali e viene utilizzato dagli istituti di credito per stabilire la base del valore del tasso nominale annuo (Tan) di un finanziamento.

L’altra componente da considerare per definire il tasso applicato sul contratto di un mutuo a tasso variabile è lo spread, che è il margine aggiunto dalla banca e che rappresenta il guadagno dell’istituto.

Euribor, come funziona?

Abbiamo visto che l’Euribor è il tasso che viene utilizzato dalle banche come parametro di riferimento per calcolare i mutui indicizzati. Per capire come funziona il calcolo dei mutui a tasso variabile, bisogna conoscere il valore dell’Euribor di un determinato giorno e a questo dato aggiungere lo spread applicato dalla banca.

La somma di questi due elementi costituisce il tasso finale per il cliente sul quale verrà calcolata la prima rata di mutuo e indicata come rimborso di riferimento nel piano di ammortamento.

Ad esempio, se la banca proponesse un tasso composto da «Euribor 3 mesi oltre spread dell’1,00», dovremmo prima di tutto conoscere il valore dell’Euribor trimestrale.

L’Euribor a 3 mesi è attualmente a -0,3%. Con l’aggiunta dello spread, il tasso finito si ipotizza al 0,50% (-0,50 + 1,00), sempre che l’istituto bancario non abbia inserito una clausola, cosiddetta Floor, che stabilisce un tasso minimo al di sotto del quale non si può scendere, solitamente pari allo spread applicato.

Cos’è l’Eurirs?

L’Eurirs, detto anche IRS, è l’indice che viene rilevato dalle banche per definire il tasso dei mutui a rata fissa. Viene pubblicato tutti i giorni e viene utilizzato come base del Tan (Tasso annuo nominale) a cui viene aggiunto lo spread dell’istituto di credito per determinare il tasso finito del mutuo.

Il valore dell’Eurirs che viene considerato al momento della sottoscrizione del contratto di mutuo dipende dalla banca e dal giorno in cui rileva solitamente il tasso, che può preso in qualsiasi giorno antecedente alla stipula, purché indicato in anticipo.

Eurirs, come funziona?

Alcune banche propongono i loro mutui a tasso fisso sulla base di un’offerta periodica. In questi casi può non essere specificato il valore dell’IRS + spread, ma viene direttamente pubblicizzato il tasso finito su cui calcolare la rata del mutuo a rata fissa per tutta la durata del prestito.

Per distinguere il valore dell’Eurirs o il peso dello spread quando viene indicato soltanto il tasso finito di un mutuo bisogna sottrarre il dato dell’indice IRS, in base alla rilevazione stabilita dalla banca, al tasso applicato dall’istituto. Il risultato corrisponderà allo spread applicato sul mutuo e dunque si conoscerà il relativo margine di guadagno della banca.

Immaginiamo che l’istituto di credito applichi un tasso «IRS oltre a spread 0,80». In questo caso dovremmo conoscere il valore del tasso Eurirs di pari durata del mutuo. Nello specifico, se la durata del prestito fosse di 20 anni, si dovrebbe rilevare la quotazione IRS a 20 anni, per esempio con fixing 0,10, e a questa aggiungere il guadagno della banca pari a 0,80. Il tasso finito proposto dalla banca sarebbe dello 0,90%.

Tipologie di mutuo che utilizzano i tassi Euribor ed Eurirs

All’inizio di questa guida avevamo accennato che esistono vari tipi di tasso, oltre ai più conosciuti e diffusi tasso fisso e tasso variabile.

Tra questi ne citiamo alcuni:

  • Mutuo variabile con Cap. Questo tipo di tasso funziona come un mutuo variabile che segue a tutti gli effetti l’andamento dell’Euribor, ma in caso di rialzo dei tassi di interesse, nel contratto viene stabilito un tasso massimo oltre il quale la rata non potrà andare. La clausola Cap, dall’inglese «cappello», stabilisce dunque un limite massimo della rata a tutela del cliente, che avrà pertanto la garanzia di non pagare oltre una certa somma mensile. Se ad esempio il Cap di un mutuo variabile fosse fissato al 2,50%, il mutuatario, anche in presenza di tassi più alti, pagherebbe un mutuo come se questo avesse un tasso fisso al 2,50%. Se invece i tassi dovessero tornare a scendere, il debitore pagherebbe in base all’andamento dell’Euribor.
  • Rata costante e durata variabile. Questa tipologia di rimborso prevede un tasso iniziale che rimarrà fisso per gran parte del mutuo. Viene anche definita una base di scadenza prestabilita. Periodicamente si verificherà se il mutuatario sta pagando oltre la media dei tassi del momento o al di sotto. Sulla base di questa valutazione, il mutuo potrebbe subire una modifica della durata. Pertanto, la scadenza del finanziamento potrebbe diventare variabile e quindi potrebbe accorciarsi o allungarsi rispetto alla naturale fine del contratto.
  • Mutuo modulare o tasso con opzione. Questa tipologia di piano di ammortamento consiste nell’avere un tasso di partenza che può essere fisso o variabile, in base alla scelta del mutuatario, ma soltanto per un certo periodo di tempo, ad esempio 2, 3 o 5 anni. Alla fine di ogni mini-scadenza stabilita dal contratto, il cliente avrà la facoltà di mantenere il tipo di tasso precedente o passare all’altra opzione, sempre in base al valore dei tassi del momento. Facciamo un esempio: un mutuatario sceglie di partire con un mutuo a tasso variabile per i primi tre anni. Ogni triennio può decidere se passare a tasso fisso oppure rimanere con il tasso indicizzato. La parte più rischiosa di questa tipologia di mutuo è che non si può sapere quale sarà il tasso futuro. Tutto dipenderà dall’andamento del valore dell’Euribor e dell’Eurirs al momento della scadenza del periodo prestabilito nel contratto di mutuo.

Vari tipi di Euribor

Quando si fa riferimento all’Euribor si pensa subito ai mutui a tasso variabile, ma la rilevazione dell’indice non è così semplice e automatica.

Per conoscere il valore reale dell’Euribor è necessario distinguere le varie scadenze dell’indice. L’Euribor è composto da quattro diversi tassi, suddivisi per periodo di riferimento: Euribor a 1 mese, Euribor a 3 mesi, Euribor a 6 mesi e Euribor a 12 mesi.

Le scadenze più utilizzate dalle banche italiane sono le prime tre. Ogni durata dell’Euribor ha un suo valore e ogni contratto di mutuo deve stabilire chiaramente la scadenza di riferimento.

Vari tipi di Eurirs

Come per l’Euribor, anche l’Eurirs ha diverse durate. Ogni scadenza rispecchia la durata del mutuo.

Ad esempio, se il mutuo a tasso fisso ha una durata di 25 anni, il riferimento sarà l’Eurirs a 25 anni, mentre per un mutuo di durata trentennale, l’IRS collegato sarà quello a 30 anni.

Euribor ed Eurirs, cosa scegliere?

La scelta del parametro di riferimento del mutuo, tra Euribor ed Eurirs, consiste prima di tutto nello scegliere se sia più vantaggioso un mutuo a tasso fisso o uno a tasso variabile.

Il mutuo a tasso fisso è la scelta di chi vuole avere la certezza di pagare sempre la stessa rata per tutta la durata del finanziamento e non vuole correre il rischio di un possibile rialzo improvviso dei tassi di interesse. Nel caso di mutuo fisso, il tasso su cui calcolare la rata viene bloccato sulla base dell’Eurirs al momento del rogito.

Il mutuo a tasso variabile, invece, segue una logica di mercato e pertanto la rata del prestito può modificarsi in base all’indice di riferimento, che solitamente è l’Euribor, con la possibilità di un eventuale rialzo della rata del mutuo.

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