Continuano le indagini e gli interrogatori sullo scandalo del Monte dei Paschi di Siena. L’ex direttore generale Antonio Vigni è stato interrogato per 8 ore dagli inquirenti, mostrando una certa collaborazione. Allo stesso tempo sembra essersi impegnato molto nel pesare le parole, nel non accusare nessuno, men che mai Giuseppe Mussari (per approfondimenti leggi Monte dei Paschi di Siena: chi è Giuseppe Mussari?), pur prendendo le distanze da quello che è stato definito un “ruolo di monarca” dell’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena e dell’ABI. In merito all’ambigua acquisizione di Antonveneta, Vigni ha parlato di una “scelta strategica necessaria”.
Ieri il Cda ha stimato che le perdite legate allo scandalo dei derivati si aggirano intorno ai 730 milioni di euro e ha deliberato l’emissione di Monti bond, facendo balzare oggi il titolo in Borsa. Nel frattempo, la Guardia di Finanza ha bloccato 40 milioni di euro “scudati” detenuti all’estero dagli ex manager e nuove accuse scattano in capo a Mussari e allo stesso Vigni: falso in prospetto e manipolazione del mercato.
Chi è Antonio Vigni?
Antonio Vigni è un veterano del gruppo MPS. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Siena, nel 1972, a soli 19 anni, viene assunto dal gruppo, dove inizia una carriera professionale costellata di successi e incarichi importanti: Responsabile dell’Ufficio Pianificazione Strategica e Controllo di Gestione di banca MPS nel 1996 e della Rete domestica ed estera nel 1998. Nel 2000 è approdato alla Vicedirezione Generale, assumendo la responsabilità di tutta l’area mercato, per poi diventare Direttore generale nel 2006, ruolo ricoperto sino al gennaio 2012, quando il suo posto è stato preso da Fabrizio Viola.
Allo stesso tempo ha svolto incarichi amministrativi in altre Banche e diverse società partecipate del gruppo: BM Parma, BP Spoleto, BAM, MP Banque, CRS Miniato, MP Fiduciaria.
Vigni è stato anche membro del Cda dell’ABI e del direttivo dell’iniziativa “Patti Chiari”. Egli ha inoltre rappresentato il gruppo del Monte dei Paschi di Siena nel Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Nel 2011 è stato inserito nella top twenty degli “stipendi d’oro”, posizionandosi al sedicesimo posto con 1.955.000€ annui.
Le accuse
Vigni è indagato dal 2012 proprio in merito all’acquisizione di Antonveneta. In particolare la Procura di Siena indaga sulle false comunicazioni e ostacolo alle Autorità di vigilanza, a cui Vigni avrebbe dichiarato che il gruppo MPS:
“Non ha corrisposto alcun interesse a J.P.Morgan relativamente al contratto di usufrutto e che la prima remunerazione scatterà dal mese di maggio 2009, vale a dire dopo l’approvazione del bilancio 2008”,
celando che
“Banca Mps aveva pagato già il 16 luglio 2008 a J.P.Morgan la prima rata del canone di usufrutto, che aveva pagato lo stesso 16 ottobre 2008 la seconda rata del canone di usufrutto e che avrebbe pagato nel gennaio e nell’aprile 2009 le altre due rate del canone di usufrutto sulla base dei risultati di bilancio del 2007 approvato nell’aprile 2008”.
La posizione di Vigni si aggraverebbe anche a fronte della scoperta fatta da Viola nella cassaforte dell’ex ufficio di Vigni: i contratti con Nomura.
Il destino giudiziario di Vigni risulta legato a quello di Gianluca Baldassarri (per approfondimenti leggi Monte dei Paschi di Siena: chi è Gianluca Baldassarri?), ex responsabile dell’area finanziaria della banca, che rispondeva del suo operato proprio a Vigni. La salvezza dell’uno potrebbe rappresentare la dannazione dell’altro.
Gli inquirenti continuano a far luce in questo nebuloso caso in cui indagati e accuse sono all’ordine dl giorno. Non si esclude che Vigni possa essere richiamato in Procura per una seconda volta.
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