Il Senato salva Augusto Minzolini ma fa un favore anche a Silvio Berlusconi: il leader di Forza Italia ha maggiori chance adesso di una sentenza favorevole dalla Corte di Strasburgo.
Il Senato salva Augusto Minzolini ma a gioire maggiormente è Silvio Berlusconi. Questo non soltanto perché un suo senatore non è stato dichiarato decaduto, ma perché soprattutto ora il leader di Forza Italia acquisisce maggiori chance per una sentenza favorevole da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Tutto ruota in pratica attorno l’applicazione della legge Severino in tema di decadenza e interdizione ai pubblici uffici: in due casi praticamente uguali, il Senato ha votato contro Berlusconi mentre ha dato parere favorevole a Minzolini.
Una votazione che potrebbe quindi rafforzare la tesi della non applicabilità retroattiva della legge Severino, che è il cuore del ricorso formulato da Silvio Berlusconi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Aspettando quindi che anche Strasburgo emetta la propria sentenza, si anima sempre di più il dibattito politico sul voto riguardante Minzolini, con il Movimento 5 Stelle che accusa apertamente il Pd di aver salvato il senatore azzurro.
Il Senato salva Minzolini
Augusto Minzolini non è stato dichiarato decaduto dal Senato. Palazzo Madama ha infatti respinto con 137 voti favorevoli, 94 contrari e 20 astenuti, la decadenza da senatore dell’ex direttore del TG1.
Augusto Minzolini mesi fa è stato condannato in via definitiva a due anni e mezzo per peculato, con la Giunta che il 18 luglio scorso ne ha chiesto la revoca del mandato da senatore.
Dopo sette mesi alla fine è arrivato il voto, con Minzolini che è stato salvato da Palazzo Madama anche se il senatore di Forza Italia, così come anticipato da lui stesso nei giorni scorsi, dopo il voto ha ribadito la sua volontà a dimettersi comunque dalla carica.
Decisivi al fine della votazione, sono stati sia i 19 voti favorevoli arrivati dal Pd che i 24 assenti sempre tra le fila dei dem. Visto il voto contro di Movimento 5 Stelle e Lega Nord, senza un aiuto da parte del Partito Democratico non si sarebbe mai potuto salvare Minzolini.
Le speranze di Berlusconi
Appena è stato ufficializzato il responso del voto del Senato, è partito un autentico boato dall’ala dell’Aula occupata dagli esponenti di Forza Italia. Oltre al complimentarsi con Minzolini, subito tutti hanno pensato a Silvio Berlusconi.
Immediatamente infatti il leader di Forza Italia è stato avvertito telefonicamente sul buon esito della votazione al Senato, con una ridda di dichiarazioni di vari esponenti forzisti che subito hanno sottolineato come adesso toccasse a Berlusconi essere riabilitato.
In base alla legge Severino sulla decadenza, che prevede l’applicazione anche per quei reati commessi prima dell’entrata in vigore del testo, Silvio Berlusconi il 13 novembre 2013 fu dichiarato decaduto da un analogo voto del Senato.
Nel maggio del 2013 Berlusconi è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione (tre dei quali condonati dall’indulto) per frode fiscale nel processo Mediaset. Oltre all’affidamento ai servizi sociali, la legge Severino lo rende incandidabile fino al 2019.
Contro il provvedimento, Silvio Berlusconi ha presentato un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Secondo la difesa, l’applicazione retroattiva della legge Severino viola l’articolo 7 della Convenzione europea per i diritti umani che sancisce il principio di ‘nulla poena sine lege‘, ovvero nessuna pena senza legge.
Il fatto che ora, per un procedimento nel complesso quasi identico, il Senato abbia disatteso un procedimento previsto dalla legge Severino è sicuramente un altro mattone importante al castello delle prove fornite da Berlusconi a proprio favore.
La sentenza della Corte di Strasburgo è attesa entro il 2017, con Berlusconi quindi che spera ,in caso di un esito positivo, di tornare ad essere candidabile per le prossime elezioni che probabilmente si terranno nei primi mesi del 2018.
Gli scenari politici
Nella vicenda Minzolini sicuramente che ne esce peggio è sicuramente il Pd. Forza Italia esulta per le rinvigorite speranze di vedere riabilitato anche Berlusconi, mentre i centristi parlano già di un superamento di fatto della legge Severino.
Il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord hanno subito colto la palla al balzo per tornare a fare quello che più gli riesce meglio, ovvero urlare contro i privilegi della casta e gridare all’inciucio tra il Pd e Forza Italia.
Anche i Democratici e Progressisti ridono sotto i baffi, con il Partito Democratico che quindi al momento si vede cucito addosso tutte le responsabilità per non aver dichiarato decaduto un senatore che è stato condannato in via definitiva.
Sotto questo aspetto non c’è garantismo che tenga visto la sentenza passata in giudicato. Il voto del Senato è stato di fatto un superamento della legge Severino, che ora naturalmente viene messa in discussione.
Aspettando di conoscere l’esito della sentenza di Strasburgo, diviene più solida comunque la posizione di Silvio Berlusconi, già da tempo proiettato anche lui verso le elezioni politiche che, stando agli ultimi sondaggi elettorali, vede il suo centrodestra come netto favorito.
Se Strasburgo dovesse ridare a Berlusconi quella cosiddetta agibilità politica venuta meno, si andrebbe a riaprire anche la discussione sulla leadership del centrodestra. Anche se Salvini da tempo dichiara di essere pronto ad essere lui il premier, quando bisogna fare i conti con Silvio Berlusconi le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
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