Sempre più caotica la situazione in casa Milan: Berlusconi si fida di Yonghong Li ma già si parla di possibili nuovi proprietari. L’operazione è stata sbagliata fin dal suo inizio?
Un ritorno di Silvio Berlusconi? Facoltosi imprenditori pronti a rilevare il club dal fondo Elliott? Un nuovo socio che possa dare una mano a Yonghong Li? Queste sono le tante voci che al momento circolano a riguardo del futuro societario del Milan.
Silvio Berlusconi, che al momento è impegnato a stilare il programma elettorale di Forza Italia, ha ribadito di fidarsi di mister Li ma il giudizio della Uefa è vicino così come la restituzione dei 360 milioni al fondo Elliott. Il futuro del Milan appare oscuro ma diverse potrebbero essere le vie d’uscita in questa vicenda così complessa.
Berlusconi si fida ma i dubbi restano
Scoperto Twitter, Silvio Berlusconi sembrerebbe adesso essersi innamorato del social tanto da pubblicare post in serie quasi in stile Donald Trump. Un cinguettio in particolare però ha attirato l’attenzione anche del mondo calcistico e soprattutto dei tifosi del Milan.
Per cedere il Milan, Fininvest si è affidata ad advisor, studi legali e banche di livello internazionale. Gli acquirenti cinesi hanno sempre rispettato puntualmente gli impegni presi e un fondo importante come Elliott ha ritenuto di poter garantire loro un prestito rilevantissimo
— Silvio Berlusconi (@berlusconi) 22 novembre 2017
Visto il delicato momento che sta vivendo il club rossonero, l’ex presidente ha voluto sottolineare come la cessione della società sia stata seguita da professionisti internazionale e quindi, visto che finora tutti i pagamenti sono stati rispettati, ci si può fidare dei cinesi.
Bisogna capire però se questo post sia un attestato di stima verso Yonghong Li oppure una sorta di mettere le mani avanti di fronte a possibili problematiche future. La solidità dell’attuale proprietà del Milan infatti non è mai stata così messa in dubbio come in questo momento.
Per poter superare l’esame del Fair Play Finanziario visto che gli attuali conti sono in rosso, il club ha presentato un piano di Voluntary Agreement ovvero una sorta di accordo preventivo per evitare possibili penalizzazioni.
L’Uefa ancora deve dare la sua risposta anche se il quotidiano spagnolo Marca ha fatto trapelare un possibile esito negativo. Il numero uno Aleksander Ceferin si è detto preoccupato per la situazione del Milan ma alla fine la partita ancora sembrerebbe aperta.
I dubbi dell’Uefa sono legati non tanto dalla possibile non partecipazione alla prossima Champions League, ma più per l’eccessiva stima dei ricavi commerciali provenienti dal mercato cinese che sono stati ipotizzati.
In più la mancanza di certezze patrimoniali del nuovo presidente Yonghong Li starebbe alimentando ulteriormente i dubbi. Senza spaventare troppo i tifosi del Milan, con ogni probabilità il club non rischierebbe l’esclusione dalle Coppe ma una multa e delle sanzioni restrittive un po’ come quelle comminate alla Roma e ai cugini dell’Inter in passato.
Come ha cinguettato Berlusconi, alla fine la cessione a mister Li è stata seguita da advisor e istituti internazionali e finora il neo presidente ha speso durante il calciomercato e rispettato tutti i pagamenti.
Peccato però come svelato dall’inchiesta del New York Times che non esista nessuna miniera di fosforo di proprietà di Yonghong Li, la cui consistenza patrimoniale rimane quindi tuttora oscura mentre le scadenze iniziano a incombere.
I possibili scenari
Fair Play Finanziario a parte, altre sono comunque le problematiche per la nuova proprietà. Entro il 15 ottobre 2018 infatti dovranno essere restituiti al fondo Elliott i 360 milioni, interessi compresi, del prestito ottenuto per rilevare il club da Berlusconi.
A quanto pare sarebbero state già avviate delle trattative per ottenere un rifinanziamento del prestito, chiamando in causa il fondo Highbridge (JP Morgan che però ha smentito) che starebbe valutando la situazione.
Dei 360 milioni in totale del debito, 150 milioni sarebbero a carico del Milan mentre i restanti 210 graverebbero sulla Rossoneri Lux, ovvero la società per mezzo della quale Yonghong Li controlla il club rossonero.
Voci parlano di una situazione che sarebbe la seguente: non sarebbe un problema rifinanziare il debito del Milan, mentre molte più difficoltà ci sarebbero riguardo mister Li visto che non ci sarebbero le adeguate garanzie economiche.
Se entro il 15 ottobre 2018 non verrà saldato il debito verso Elliott, l’istituto diventerà il nuovo proprietario del club. Se si pensa a un possibile sconto nei confronti dei cinesi basta chiedere all’Argentina, che ha rischiato il default per l’intransigenza del fondo a essere pagato completamente per un debito.
Con Elliott quindi non si scherza e si dovrà restituire fino all’ultimo centesimo. Se mister Li non lo farà, si parla già di possibili investitori pronti a rilevare la società dal fondo statunitense per una cifra che oscillerebbe tra i 350 e i 400 milioni.
Alcuni ipotizzano anche un ritorno di Silvio Berlusconi in sella al Milan ma pure Yonghong Li potrebbe cercare di non mollare, trovando un socio che possa dare al suo posto le garanzie necessarie per un rifinanziamento.
A prescindere dai risultati del campo, la partita più importante per il Milan sembrerebbe che si dovrà giocare nei grigi palazzi della finanza internazionale. Ulteriori colpi di scena per i tifosi rossoneri purtroppo al momento non possono di certo essere esclusi, con tutta l’operazione della compravendita che sembrerebbe essere stata un grosso errore fin dal suo inizio.
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