Merkel contro Putin, guerra del gas in arrivo? Gasdotto Nord Stream 2 a rischio

Flavia Provenzani

03/09/2020

Si inasprisce la sfida tra Merkel e Putin: come punizione alla Russia per il presunto avvelenamento di Navalny la cancelliera è incalzata affinché fermi il gasdotto Nord Stream 2, punendo così il Cremlino.

Merkel contro Putin, guerra del gas in arrivo? Gasdotto Nord Stream 2 a rischio

Per la Merkel non c’è pace. Dopo aver sventato (per ora) una guerra tra Grecia e Turchia e mentre è nel bel mezzo di una dura crisi economica in terra teutonica, ora è sotto pressione affinché chiuda il Nord Stream 2, gasdotto quasi ultimato che aumenterebbe il volume di gas trasportato dalla Russia alla Germania, dando adito al timore che possa scoppiare una “guerra del gas” contro Putin.

Il motivo? L’avvelenamento di Alexei Navalny, noto oppositore del leader russo.

La cancelliera è incalzata dal suo stesso partito: la richiesta è quella di dire stop al gasdotto a seguito del risultato delle indagini che individuano con sempre più certezza nel Cremlino il responsabile dell’avvelenamento del leader dell’opposizione russa Alexei Navalny.

Norbert Roettgen, a capo della commissione per gli affari esteri del Parlamento tedesco e candidato a leader del partito Unione Cristiano-Democratica di Germania (proprio quello della Merkel), ha espresso poco fa la sua posizione: il gasdotto Nord Stream 2 deve essere fermato perché il suo completamento ricompenserebbe piuttosto che punire Vladimir Putin.

Merkel sotto pressione, guerra del gas contro Putin in arrivo?

«Dopo l’avvelenamento di Nawalny abbiamo bisogno di una forte risposta europea, che Putin comprenda: l’UE dovrebbe decidere congiuntamente di fermare il Nord Stream 2», ha scritto il rivale della Merkel giovedì su Twitter. «I cerimoniali diplomatici non sono più sufficienti».

Anche Bild - noto quotidiano tedesco - in un suo editoriale ha invitato la Merkel a «fermare il gasdotto di Putin», asserendo che un mancato intervento significherebbe finanziare il prossimo attacco del Cremlino.

La Merkel ha recentemente dichiarato che i test hanno mostrato «inequivocabilmente» che Navalny è stato avvelenato da un agente nervino Novičok di provenienza militare e ha invitato il governo russo a dare risposte. La sostanza è stata utilizzata nel tentato omicidio nel marzo 2018 a danno dell’ex spia russa Sergei Skripal e di sua figlia su suolo britannico, evento che provocò l’espulsione di massa di 150 diplomatici russi.

La Merkel vuole prima procedere con un consulto con l’Unione Europea e gli alleati della NATO affinché si arrivi a formulare una risposta coordinata nei prossimi giorni.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha già risposto che non ci sono «basi» per accusare lo stato russo, e ha aggiunto che Mosca sta ancora aspettando una spiegazione da Berlino su come si sia arrivati alla conclusione che Navalny sia stato avvelenato. Non ci sono motivi per applicare nuove sanzioni, ha proseguito, definendo la richiesta di fermare il Nord Stream 2 come delle «dichiarazioni emotive non basate su fatti concreti».

Cos’è il Nord Stream 2 e perché è così strategico

Il progetto Nord Stream 2 ha dietro di sé un progetto coordinato russo-europeo. Il consorzio incaricato alla sua costruzione è guidato dall’azienda russa Gazprom PJSC. Il gruppo, con partecipazione della tedesca BASF e dell’austriaca OMV, prevede un investimento totale di 9,5 miliardi di euro per un gasdotto oltre 1.400 chilometri, ed è ormai vicino ad essere completato. Il collegamento raddoppierebbe il volume di gas che la Russia riesce a inviare attraverso il Mar Baltico verso l’Europa, aiutando così la Germania a garantirsi una fornitura di carburante relativamente a basso costo a fronte del calo dei volumi di produzione in Europa.
Ma anche prima che l’avvelenamento di Navalny aumentasse la tensione con la Russia, il progetto era in difficoltà dati i numerosi bastoni tra le ruote messi dagli Stati Uniti, dichiaratamente contrari al progetto.

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