Russia: oppositore di Putin avvelenato, cosa succede?

Violetta Silvestri

20 Agosto 2020 - 09:36

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In Russia torna lo spettro dell’avvelenamento politico: il leader dell’opposizione Navalny, noto per le sue campagne contro Putin, è stato ricoverato d’urgenza. Cosa succede?

Russia: oppositore di Putin avvelenato, cosa succede?

Avvelenamento politico in Russia? Il leader dell’opposizione Alexey Navalny è stato ricoverato in ospedale ed è in terapia intensiva.

Navalny, 44 anni, è noto come uno dei leader più attivi contro Putin. Stando alle prime ricostruzioni dei fatti, si è ammalato su un aereo di ritorno a Mosca dalla città siberiana di Tomsk. L’aereo ha effettuato un atterraggio di emergenza e l’uomo è stato portato in ospedale a Omsk per il trattamento di “avvelenamento tossico”.

Leader russo anti-Putin avvelenato: i fatti

L’attivista anti-Cremlino è attualmente in ospedale per sospetto avvelenamento, in stato di incoscienza. I suoi assistenti credono che qualcosa di tossico sia stato messo nel suo tè durante la visita per incontrare gli attivisti.

Le condizioni di salute di Navalny sarebbero attualmente gravi.

L’attivista è il principale oppositore russo del presidente Vladimir Putin. È salito alla ribalta durante le massicce proteste del 2011-2012 contro il ritorno del presidente al Cremlino per un terzo mandato.

Ha un enorme seguito sui social media in Russia, con 2,2 milioni di follower solo su Twitter, utilizzato per aggirare un divieto statale sui media e per evidenziare la corruzione tra l’élite del Paese.

Strategia del Cremlino contro il dissenso?

La notizia sul presunto avvelenamento di Navalny ha riacceso i riflettori su una possibile strategia del Cremlino per il controllo del potere e del consenso.

Putin ha appena incassato il via libera alla riforma costituzione che gli consentiranno di restare legalmente al potere fino al 2036. Inoltre, ha battuto tutti sul tempo con la presentazione del vaccino anti-COVID, suscitando perplessità della comunità scientifica e medica mondiale.

Nonostante questi traguardi siano letti come un rafforzamento dell’egemonia di Putin, restano ombre sul suo potere. A fine luglio il presidente ha subito contestazioni massicce di piazza nella parte orientale della Russia. Cittadini indignati per l’arresto, considerato arbitrario, del governatore locale hanno richiesto le dimissioni dello zar.

Ora i fatti dell’avvelenamento del leader di opposizione gettano nuove ombre sulle pratiche poco chiare del Cremlino per arginare il dissenso su Putin.

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