Mercati emergenti: ecco i 5 paesi più a rischio con l’avvio del tapering della Federal Reserve

Nicola D’Antuono

30 Dicembre 2013 - 06:39

L’inizio del piano di riduzione degli stimoli monetari da parte della FED dovrebbe impattare negativamente sui mercati emergenti. Ma chi rischia di più?

Mercati emergenti: ecco i 5 paesi più a rischio con l’avvio del tapering della Federal Reserve

L’avvio del tapering da parte della Federal Reserve, ovvero del piano di riduzione degli stimoli monetari che è stato da poco diminuito di 10 miliardi di dollari, ha messo sotto pressione il mercato del reddito fisso generando un’impennata dei rendimenti dei titoli di stato (i T-Bond USA hanno sperimentato un boom dei tassi sopra il 3%). Il tapering, però, rischia di creare grossi problemi anche ai mercati emergenti, che negli ultimi anni hanno beneficiato molto delle costanti iniezioni di liquidità di Washington per un controvalore superiore ai 1.000 miliardi di dollari ogni anno. Alcuni paesi emergenti rischiano più di altri, a causa della loro particolare struttura economica e per la fragilità dei conti pubblici.

Uno dei paesi più pericolanti è la Turchia, che sta vivendo anche una difficile crisi di governo a seguito dello scoppio di uno scandalo di corruzione che ha già portato alla sostituzione di ben dieci ministri. Da un punto di vista finanziario c’è da dire però che il deficit pubblico non è molto alto, ma il paese dipende molto dagli afflussi di capitali esteri che servono per finanziare anche più dell’80% del deficit delle partite correnti di Ankara. Intanto la borsa continua a crollare, mentre la lira turca è sui minimi da oltre 30 anni nei confronti di euro e dollaro.

In un recente report di Morgan Stanley, oltre alla Turchia, vengono individuati altri quattro potenziali pericolanti tra i numerosi paesi emergenti che risentono dell’avvio del tapering. Tra i paesi ritenuti più fragili viene annoverato anche il Brasile. I tassi di interesse brasiliani erano addirittura scesi sui minimi di sempre, grazie all’era del denaro facile inaugurata dalla FED circa 5 anni fa dopo lo scoppio della crisi finanziaria. Oggi i tassi sul real sono tornati in doppia cifra, complice il forte aumento del deficit di bilancio e dell’inflazione. L’economia carioca appare molto fragile e il real potrebbe ben presto pagarne le conseguenze con bruschi sell-off.

Resta deficitaria la posizione dell’India, che comunque già da diverso tempo si sta muovendo per tranquillizzare i mercati e per evitare ulteriori crolli della rupia. Le autorità monetarie indiane hanno già fatto sapere di non temere l’avvio del tapering. Inoltre New Delhi ha avviato da qualche tempo una stretta sull’import di oro per incentivare il rientro dei capitali degli emigranti. Queste misure hanno già permesso al paese di costruire un cuscinetto da quasi 60 miliardi di dollari. Occhio poi al Sudafrica, che deve fare molta attenzione al suo deficit di parte corrente che ha toccato il 6,8% del pil.

La maggiore economia africana presenta sempre forti squilibri sociali, con una disoccupazione al 25% e un elevato livello di povertà. Fitch ha da poco confermato il rating BBB con outlook stabile, ma con l’avvio del mini-tapering della FED ci sono state subito le prime vendite sul rand mentre i tassi sui bond pubblici sono saliti di qualche punto. Infine appare molto difficile la situazione dell’Indonesia, che deve fronteggiare la crisi del deficit corrente che ha raggiunto il livello più alto dallo scoppio della crisi del Sud-Est asiatico del 1997. Jakarta è già intervenuta alzando più volte i tassi di interesse, anche se la rupia è scivolata sui minimi storici sul dollaro perdendo anche il 25% nel corso di quest’anno. Occhio poi al boom dell’inflazione, che sta correndo a un ritmo superiore all’8%.

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