Mercati emergenti: il boom è finito?

Flavia Provenzani

6 Marzo 2017 - 12:59

La super crescita economica dei mercati emergenti è ormai giunta al suo epilogo? Capital Economics punta su un ribasso del PIL.

Mercati emergenti: il boom è finito?

L’età d’oro per i mercati emergenti è ormai finita?

L’ottimismo al momento non manca: i mercati azionari dei Paesi emergenti sono ai massimi visti del 2015, anche se un nuovo aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve sembra ormai imminente.

Tuttavia, durante un convegno ad Hong Kong della scorsa settimana riportato da Barron’s, la società di ricerca indipendente Capital Economics ha esposto una view contrastante, dicendo che l’età d’oro dei mercati emergenti è probabilmente finita.

Mercati emergenti: l’età d’oro è finita

L’economista che firma lo studio, Mark Williams, prevede che i mercati in via di sviluppo cresceranno solo del 4% annuo nel prossimo decennio, un drastico rallentamento rispetto al 6% annuo registrato negli ultimi dieci anni. Il differenziale si traduce in più di 20 miliardi di dollari di Prodotto Interno Lordo perduto, che corrisponde al valore dell’economia degli Stati Uniti.

I paesi emergenti non sempre crescono ad un ritmo più veloce rispetto alle altre economie sovrane, ci spiega Williams. Dal 1950 al 2000, per esempio, la Germania è cresciuto più o meno allo stesso tasso del 4% dei mercati emergenti.

Con l’eccezione di Russia e Brasile, i mercati emergenti stanno già realizzando la maggior parte del proprio potenziale sul PIL. L’output gap, che misura la differenza tra il prodotto interno lordo effettivo e quello potenziale, è relativamente basso al momento. Di conseguenza, lunghi periodi di crescita costante ma non spettacolare saranno scanditi da "brevi scatti di crescita" in futuro.

Il ritmo più lento di crescita sposterà una maggiore attenzione sul modo in cui i Paesi cercano di stimolare la crescita della produttività. I Paesi in via di sviluppo sono cresciuti notevolmente nel 21° secolo, grazie al rafforzamento dei legami economici con i paesi sviluppati e tra di loro. Ma non ci sono più dei grandi mercati emergenti che devono ancora integrarsi con il resto del mondo. Anche in Africa, relativamente isolata, il successo economico può produrre al massimo un’economia delle dimensioni della Corea o di Taiwan.

Mercati emergenti, dilemma: l’India prende il posto della Cina?

L’economia indiana è riuscita a crescere del 7% nel quarto trimestre 2016, anche se il suo governo ha vietato l’uso del denaro contate di alto taglio. Il ban ha agito sull’economia come una stretta monetaria tagliente.

Capital Economics non crede che l’India possa prendere il posto della Cina. La sua economia sta crescendo più lentamente che durante alcuni boom precedenti, dice l’economista Shilan Shah; il settore dei servizi sta facendo bene ma nell’economia indiana manca decisamente ancora un solido settore industriale.

Inoltre, l’India ha di fronte a sé degli ostacoli enormi. Secondo la Banca Mondiale, l’India è al 130° posto su 190 nella classifica dei Paesi in cui a è più facile fare affari. A causa delle leggi onerose sul lavoro, oltre l’80% delle imprese in India hanno meno di 50 dipendenti, il che rende difficile beneficiare delle economie di scala. Anche il settore delle infrastrutture è ancora abbastanza povero.

La Cina non è poi ancora scesa dal palcoscenico, anche se ha recentemente tagliato le previsioni di crescita. Gli ultimi dati sul PMI hanno mostrato che il settore manifatturiero della Cina è più forte di quanto lo sia stato a partire da maggio 2015.

Di conseguenza, l’ETF iShares MSCI China (ticker: MCHI) è salito del 12,7% quest’anno.

"I ribassisti si sono sbagliato perché hanno dimenticato quanto sia ciclica l’economia della Cina",

afferma lo specialista dell’economia cinese della Capital Economics, Julian Evans-Pritchard.

Ma la Capital Economics scommette anche che questa forza sta per svanire, con la Cina che sta prosciugando l’eccesso di liquidità per sostenere lo yuan e affrontare il suo problema del debito. Nel mese di gennaio, la Banca popolare della Cina ha aumentato i tassi sui fondi che presta alle banche.

Conclusioni: è davvero la fine dei mercati emergenti?

Allora, qual è la risposta alla nostra domanda? Negli anni a venire, vincerà chi riuscirà a scegliere i settori e le società quotate migliori, dato che ormai puntare semplicemente su un mercato emergente in generale non è più garanzia di una crescita rapida.

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