Mercati azionari: crollo o pausa per riprendere fiato?

Nadia Fusar Poli

24 Maggio 2013 - 15:43

Alla luce di quanto è accaduto Mercoledì notte in Giappone, stiamo assistendo ad una pausa per riprendere fiato o all’inizio di qualcosa di più serio?

Mercati azionari: crollo o pausa per riprendere fiato?

I commenti più recenti della Federal Reserve americana circa il suo programma di stimolo e l’incertezza intorno alle possibili implicazioni della radicale politica monetaria della Banca del Giappone, hanno innescato la folle corsa dei mercati sulle montagne russe. Tutto si è compiuto negli ultimi tre giorni.

I mercati azionari del Giappone raramente scendono oltre il 7% in un solo giorno. E’ un evento cui difficilmente capita di assistere: l’ultimo si verificò due anni fa, a seguito del violento tsunami che sconvolse il Paese, provocando migliaia di morti e danneggiando la centrale nucleare di Fukushima.

Ciò che è davvero significativo tuttavia, non è la dimensione, seppure notevole, del massiccio sell off del Nikkei, quanto il fatto che si sia dovuto attendere così a lungo perché un evento simile accadesse. L’andamento dello scorso anno rifletteva un generale ottimismo e la tendenza era rialzista - i prezzi di azioni, obbligazioni e immobili erano tutti in crescita, nonostante lo scenario economico fosse poco confortante: la recessione in Europa, la lenta ripresa negli Stati Uniti (debole rispetto agli standard storici) e la perdita di slancio della Cina.

Cos’è successo nella notte di Mercoledì? Perché i mercati hanno reagito così negativamente? Dando un occhiato agli eventi più recenti, l’aumento dei rendimenti dei titoli giapponesi, i deboli dati diffusi dalla Cina e i messaggi contrastanti da Washington sul futuro del quantitative easing, hanno creato "the perfect storm", la tempesta perfetta.

Come spiegare quanto è accaduto? La ragione per cui i mercati si sono tendenzialmente mossi al rialzo, non ha niente a che fare con le condizioni economiche reali e tutto ciò che riguarda la volontà delle banche centrali di stampare denaro. Dopo un così forte aumento, qualche correzione è sempre inevitabile. Il vero problema, tuttavia, è se questa sia una pausa per riprendere fiato o l’inizio di qualcosa di più serio - un incidente del genere si è visto nei primi anni 2000 o durante la grande recessione del 2007-09.

Quasi certamente, sarà la prima. Le banche centrali possono gonfiare la più grande bolla finanziaria che il mondo abbia mai visto, il cui scoppio potrebbe innescare una seconda recessione globale, ma sono convinti di sapere esattamente quello che stanno facendo. Liquidità supplementari alimenteranno una maggiore fiducia delle imprese e dei consumatori attraverso un effetto di ricchezza, e questo metterà l’economia mondiale su un sentiero di crescita più forte. Sempre secondo loro, le banche. Se si sbagliassero e la bolla dovesse scoppiare prima della ripresa, sarà la madre di tutti i fallimenti!

Le banche centrali si trovano ora in una posizione molto difficile. I mercati finanziari sono così agganciati alla moneta creata attraverso il quantitative easing (e da essa dipendenti), che credono di non poter sopravvivere senza di essa. Se c’è una verità che i banchieri centrali di tutto il mondo devono cogliere dalla volatilità del mercato di questa settimana, è che si rende necessario fare un lavoro migliore di comunicazione.

Uno dei motivi per cui Mercoledì notte il mercato si è prosciugato, è infatti riconducibile al rilascio dei minutes della Fed, che hanno suggerito come alcuni membri del comitato della banca centrale vogliano un rallentamento del ritmo di acquisti di asset da parte dell’istituto monetario americano.

Un messaggio in contraddizione con la testimonianza del presidente della Fed espressa dinanzi al Congresso nella giornata di Mercoledì in cui, con tono conciliante, Bernanke è sembrato voler mettere in chiaro la questione: il QE continuerà al ritmo attuale. Bernanke ha persino sottolineato che la prematura sospensione del programma di stimolo monetario, potrebbe tradursi in un "rischio sostanziale" di rallentamento della ripresa economica. Ancora Bernanke, in un botta e risposta, ha però anche aggiunto che la Fed potrebbe iniziare un’inversione di rotta, interrompendo gli acquisti entro un paio di mesi.

A tal proposito: il presidente della Fed seguirò l’esempio del suo predecessore, Alan Greenspan, continuando ad assicurare la fornitura di liquidità ogni volta che i mercati finanziari dovessero accusare un duro colpo e precipitare bruscamente? Una cosa è certa: le correzioni di mercato saranno sempre seguite da parole rassicuranti e da un allentamento della politica monetaria da parte delle banche centrali. Questo richiederà ulteriori acquisti di assets e, alla fine, aumenterà le probabilità di un colossale fallimento.

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