Mercati: Asia in rialzo, sterlina scende sulla paura Brexit

Flavia Provenzani

22 Febbraio 2016 - 08:35

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I mercati asiatici proseguono i rialzi, Nikkei chiude a +0.9% nonostante la discesa dell’indice PMI. Sterlina in calo su rischio Brexit.

Mercati: Asia in rialzo, sterlina scende sulla paura Brexit

I mercati in Asia iniziano al rialzo la settimana, con gli indici maggiori in Cina, Giappone e Australia in territorio positivo nella sessione di lunedì, in estensione dell’andamento positivo dei giorni passati.
Gli analisti, tuttavia, non hanno fiducia che questo rally possa essere sostenibile nel lungo termine.
Sul mercato del Forex i movimenti più monitorati sono quelli della sterlina, in ribasso con l’aumentare delle possibilità di un referendum sulla Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Mercati: l’Asia prosegue con i rialzi della settimana scorsa

I mercati sono insicuri: nonostante il rally della scorsa settimana abbia contribuito a migliorare il sentiment degli investitori, l’incertezza rimanente è ancora un forte fattore ribassista.
L’indice Nikkei a Tokyo ha chiuso in rialzo di 143.88 punti, ovvero dello 0.90%, a 16,111.05, nonostante l’indice PMI di Markit sul settore manifatturiero di febbraio sia sceso da 52,3 a 50,2.

Lo yen conserva la sua forza contro il dollaro USA, con il cambio USD/JPY in oscillazione in area 112, in ribasso da quota 120 raggiunta all’inizio del mese, subito dopo che la banca centrale del Giappone ha annunciato l’introduzione dei tassi di interesse negativi.

Anche i mercati cinesi sono in rialzo, con lo Shanghai composite in aumento del 2.14% lo Shenzhen a +1.67%.

Ad Hong Kong, l’Hang Seng segna +0.76%.

Sterlina in discesa sulla paura referendum Brexit

Intanto la sterlina scende sulla paura che i cittadini del Regno Unito possano votare per uscire dall’Unione Europea, alimentata dalla notizia secondo cui il sindaco di Londra Boris Johnson si sarebbe schierato pro Brexit.

Sul cambio GBP/USD, la sterlina è in ribasso a quota $1.4235 dalla chiusura di venerdì vicina a $1.4405, prima di stabilizzarsi su un ribasso intraday dello 0.9% a $1.4275.
Contro lo yen, la moneta britannica ha toccato nuovi minimi di novembre 2013 a
160.40, da quota 162.10 di venerdì.
Chiaramente, l’incertezza politica che circonda il referendum su una Brexit sta pesando sulla sterlina

Le altre valute principali rimangono stabili.
Il dollaro rimane parzialmente sostenuto dai dati di venerdì sull’inflazione negli Stati Uniti; iprezzi al consumo sono aumentati a gennaio ai massimi di oltre 4 anni, mettendo in discussione la possibilità che la Fed possa aumentare gradualmente i tassi di interesse di quest’anno come previsto.

Questa settimana, in cui sono attesi molti market mover importanti, si concluderà con una riunione dei ministri delle finanze del G20 e i membri di molte banche centrali a Shanghai, in cui i protagonisti cercheranno di ridimensionare le preoccupazioni del mercato definendo strategie di coordinamento e cooperazione.

Corre voce di un possibile accordo sul mercato del Forex che consentirebbe un deprezzamento del dollaro statunitense per diminuire la pressione sui prezzi delle materie prime e sui mercati emergenti.

Tuttavia, la maggior parte degli analisti considerano lontana questa possibilità, dato che molte delle banche centrali sono in un ciclo di stimolo della politica monetaria e hanno bisogno che le proprie valute rimangano competitive.

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