Il colosso dei fast food McDonald’sha visto i suoi dipendenti di tutto il mondo riunirsi in uno sciopero senza precedenti. Ma perché?
I dipendenti del più grande fast food, McDonald’s, hanno scioperato oggi per denunciare le condizioni precarie lavorative.
La protesta, che ha avuto seguito in più parti del mondo, denuncia una situazione da troppo tempo trascurata, tant’è che nel Regno Unito si registra il primo e vero proprio sciopero della catena di fast food.
Lo sciopero del McDonald’snel Regno Unito
Ben quaranta persone, tra il McDonald’s di Cambridge e quello di Crayford, hanno disertato la giornata lavorativa per protestare contro i problemi che insorgono da anni sul posto di lavoro.
Non solo condizioni instabili, ma anche forme di molestie.
Nel mirino soprattutto il contratto a “zero ore” che non garantisce al lavoratore alcuna sicurezza, poiché permette all’azienda di tenerlo legato a sé senza necessariamente impiegarlo nella giornata.
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A sostenere lo sciopero è il sindacato della ristorazione Bfawu, affiancato anche dal Partito Laburista con a capo Jeremy Corbyn.
Tra le richieste quella di un aumento del salario, a cui risponde uno dei portavoce di McDonald’s ribadendo che l’azienda ha provveduto ad effettuare tre aumenti stipendiali dall’aprile 2016 ad oggi, aumentando il salario del 15% per ogni ora lavorata.
La stessa azienda riporta anche una diversa prospettiva dello sciopero, asserendo che a manifestare siano stati solo 14 dipendenti, e cioè nulla in confronto ai circa 85mila di tutto il Regno Unito.
Nel resto del mondo
La protesta è stata caratterizzata da flash mob, volantinaggio e manifestazioni in tutto il mondo: Cina, Germania, Nuova Zelanda.
A dar grande voce allo sciopero c’è la Iuf, Associazione internazionale dei Sindacati del settore ristorazione, alberghi e catering, nell’intento di creare una forma di sindacato laddove questa non sia presente.
Il contratto collettivo nazionale è scaduto da più di quattro anni e Fipe Confcommercio, fino a oggi, ha sempre vincolato l’eventuale raggiungimento di un accordo a un netto taglio del costo del lavoro da ottenere peggiorando le condizioni normative e salariali di quel milione di addetti che operano nel settore ristorativo
denuncia la Filcam Cgil, che aderisce allo sciopero.
Ed è proprio il caso della catena di fast food più conosciuta al mondo, dal momento che fino al 2014, grazie ad orari e turni spesso flessibile, non si era sentita quasi mai l’esigenza di protestare.
Ma questa eccessiva elasticità è diventata un’arma a doppio taglio, da quando non sono multinazionali, ma anche aziende nazionali, hanno preso il controllo dei franchising per veder crescere i propri utili.
Diversa è la situazione nei Paesi orientali, dove una catena come McDonald’s, e non solo, agisce indisturbata sfruttando i lavoratori.
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