Materie prime in rally, e la crescita non accenna a fermarsi

Marco Ciotola

21 Aprile 2018 - 13:00

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I trader prevedono lunghi tempi d’oro per le materie prime anche a fronte della minaccia della guerra commerciale, approfittando del contesto di crescita globale.

Materie prime in rally, e la crescita non accenna a fermarsi

Le minacce di una guerra commerciale e i continui segnali di crescita a livello globale, unendosi, creano una miriade di opportunità per gli investitori in un settore che è stato a lungo dormiente: quello delle materie prime.

Le turbolenze geopolitiche e la volatilità del mercato, che esercitano una pressione al ribasso sul mercato azionario, stanno concedendo enormi benefici al mercato delle materie prime, che si trascinava da anni a causa di una crescita economica lenta e un senso generale di disinteresse da parte dei trader.

Un degli indici di materie prime più popolari ha appena raggiunto il suo massimo degli ultimi 2 anni e mezzo, e gli investitori continuano a vedere margini di crescita per il futuro.

Mike Wilkins, esperto di materie prime per Fidessa, un fornitore di tecnologia per il trading con sede a Londra, ha spiegato che “al di là della retorica ci sono ottime possibilità di crescita e utilizzo per le materie prime, specialmente i metalli di base”.

Le materie prime hanno fatto registrare un forte rialzo rispetto al calo dell’inizio di febbraio. L’ETF PowerShares DB Commodity Index è aumentato di circa il 9% da quel momento e di circa il 16% negli ultimi 12 mesi. Il CRB Commodity Index è cresciuto in modo simile ed è a un massimo mai visto da fine 2014.

Il boom delle materie prime porta dei ritorni maggiori per i trader e gli investitori, così come prezzi più elevati per i consumatori, il che alimenta le aspettative per un’accelerata dell’inflazione.

Il re delle obbligazioni, Jeffrey Gundlach di DoubleLine Capital, aveva previsto a inizio anno che le materie prime avrebbero sovraperformato le azioni, e finora ha avuto ragione.

I motivi del rally delle materie prime

Ci sono diverse spiegazioni per l’attuale crescita delle materie prime, alcune che puntano ad un movimento di breve termine e altre che segnalano trend a lungo termine sui fondamentali economici. Altro fattore cruciale è rappresentato dalla minaccia di una guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, che quasi certamente limiterebbe i flussi globali e spingerebbe i prezzi ancora più in alto.

I prezzi dell’alluminio, ad esempio, sono aumentati a seguito delle sanzioni statunitensi contro la compagnia russa Rusal, la seconda azienda globale più grande nella produzione del metallo.

Allo stesso tempo, i prezzi del rame hanno di recente registrato un’inversione di tendenza, originata dalla speranza che il tema della crescita globale sincronizzata rimanga intatto, mentre il mercato dei cereali e di altri prodotti agricoli ha continuato a guadagnare terreno in seguito alla diminuzione della produzione e alla riorganizzazione degli agricoltori verso una maggiore domanda in futuro.

Mark Schultz, capo analista di Northstar Commodity, ha fatto notare come i prezzi siano stati relativamente limitati negli ultimi 3 anni e mezzo, con un mercato ribassista originato dalla sovrapproduzione in quasi in tutto il mondo. Ma “ora la situazione si è completamente rovesciata”.

Certamente l’area su cui spesso ci si concentra quando si parla di materie prime è quella dell’energia, e i prezzi del petrolio hanno rappresentato un grosso punto dolente.

Anche se la maggior parte delle altre materie prime si sono mantenute stabili nelle ultime sessioni, il petrolio ha ottenuto un altro forte guadagno per un aumento di quasi il 15% per il 2018. Questo è dovuto alla domanda record di benzina per alimentare l’espansione globale.

John Kilduff, socio fondatore di Again Capital, ha spiegato che alcune delle fonti di offerta o offerta aggiuntiva, che normalmente terrebbero a bada i prezzi, stanno avendo problemi, e adesso i sauditi stanno davvero facendo di tutto per aumentare i prezzi.

Altro punto cruciale tra le materie prime è rappresentato dall’oro, che si sta spingendo in rialzo quest’anno, con un guadagno di oltre il 2,5% prima del calo di ieri, ed è considerato un indicatore dell’inflazione. L’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti può voler dire guai per il commercio dell’oro, ma non questa volta.

Lindsey Bell, investment strategist per CFRA, ha evidenziato come normalmente l’inflazione e l’oro abbiano una relazione inversa; tuttavia, quando l’inflazione aumenta più rapidamente dei tassi di interesse, portando il calo dei rendimenti reali sui titoli di Stato, allora l’oro può prosperare. “Questo è un esempio chiaro dell’oro come riserva di valore” , ha affermato Bell.

In ultimo, troviamo i pattern grafici a influenzare il settore delle materie prime. Gli analisti tecnici osservano il movimento dei prezzi delle attività indipendente dai fondamentali per ricavare indizi su quello che potrebbe accadere in futuro.

Il rally delle materie prime può continuare?

Paul Ciana, strategist presso la Bank of America Merrill Lynch, ha fatto notare come diversi assetti grafici punti ad ulteriori rialzi dei prezzi.

Ciana scrive in una nota di ricerca che il rally delle materie prime è stato guidato finora da energia e metalli; i rally di oro e argento sono ancora agli albori mentre petrolio e rame hanno spazio per proseguire con il trend.
Una crescita più ampia dipenderà dalla performance delle materie prime agricole, ma uno sguardo all’indice generale suggerisce che “i mercati delle materie prime siano sul punto di segnalare una tendenza rialzista”.
Ha inoltre sottolineato che le materie prime generalmente performano bene quando la Federal Reserve alza i tassi di interesse.

La banca centrale ha già promosso un aumento quest’anno e i mercati scommettono su almeno altri due e forse anche tre aumenti.

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