Luce ultravioletta contro il coronavirus: cosa c’è di vero

Leonardo Pasquali

30 Aprile 2020 - 18:21

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Una luce ultravioletta contro il coronavirus: funziona davvero? Sì, secondo ricercatori della Columbia University le fonti luminose UVC possono far male al virus (ma non vanno confuse con i convenzionali raggi UV).

Luce ultravioletta contro il coronavirus: cosa c’è di vero

La luce ultravioletta come arma per difenderci dal coronavirus: è una delle possibilità che alcuni studiosi della Columbia University stanno esplorando. Ma funziona davvero?

Un particolare tipo di questi raggi ovvero gli UVC (lontani) potrebbero rappresentare uno strumento utile contro il SARS-COV-2. Da non confondere con i raggi UV classici proposti dal presidente USA Donald Trump come rimedio alla COVID-19.

Al momento gli effetti degli UVC sul nuovo virus sono in fase di studio ma si sta già lavorando sulla produzione di lampade ad hoc.

Luce ultravioletta: un’arma contro il coronavirus?

La battaglia contro il coronavirus sarà lunga e complicata e avere un’arma in più per combatterlo non può che essere utile. Una di queste potrebbe essere la luce ultravioletta lontana (UVC) secondo uno studio della Columbia University.

I raggi UVC sono caratterizzati da una lunghezza d’onda più corta e non danneggiano le cellule umane. Questo tipo di fonti luminose possono essere utilizzate per uccidere virus e batteri presenti nell’aria o sulle superfici e sugli indumenti, visto che non riescono a penetrare i tessuti del corpo umano.

Gli UVC non vanno assolutamente confusi con gli UV classici, erroneamente proposti dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, come possibile rimedio alla COVID-19. Questi ultimi sono fortemente dannosi per la nostra salute e non possono essere utilizzati in presenza di persone. Al contrario la luce ultravioletta lontana è già stata sperimentata su animali e uomini non causando danni né alla pelle né agli occhi.

Queste le parole di David Brenner, professore di biofisica delle radiazioni e direttore del Center for Radiological Research della Columbia University:

“La luce ultravioletta UVC ha il potenziale per essere un punto di svolta. Può essere tranquillamente utilizzata negli spazi pubblici occupati e uccide i patogeni nell’aria prima che possiamo inspirarli”.

Pronte lampade UVC contro il coronavirus

I ricercatori della Columbia University stanno approfondendo la questione insieme ai colleghi del Center for Infection and Immunity per capire se i risultati ottenuti con due tipi di coronavirus stagionali siano replicabili anche sul SARS-COV-2. È chiaro che non stiamo parlando di una cura ‘diretta’ ma si tratterebbe comunque di un aiuto per sanificare ambienti come ospedali, scuole o aeroporti.

Come verrebbero sfruttati i raggi UVC? Attraverso delle lampade ad hoc come quelle sviluppate dall’università americana che emettono dosi continue e basse. La produzione è stata già avviata ma ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che possa essere resa disponibile su larga scala. Inoltre, non va dimenticato che per iniziare questo processo servirà l’approvazione della Food and Drug Administration and Environmental Protection Agency.

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