Novità per le Partite IVA a basso reddito nella Legge di Stabilità 2015: ecco cosa cambia con la riforma del regime dei minimi.
Non solo anticipo del TFR in busta paga, per i lavoratori italiani Renzi ha pensato altre agevolazioni.
In particolare sul fronte Partite IVA, il Governo Renzi ha previsto lo stanziamento di circa 800 milioni per le Partite IVA con redditi bassi, ovvero con ricavi da 15.000 a 40.000 euro, che saranno destinate ad un regime di tassazione semplificato. Le attività dei contribuenti saranno differenziate in base agli indici Ateco 2007.
“Anziché spendere centinaia di euro di commercialista o decine di euro per altre spese ci sarà un regime forfettario, una riduzione di 800 milioni di euro per 900.00 partite IVA”.
Così se il popolo delle Partite IVA è stato tra i grandi esclusi del bonus degli 80 euro, divenuto una detrazione, senza modificare la platea dei beneficiari, ora viene ricompensato con la riforma del regime dei minimi.
Tuttavia l’agevolazione non appare proprio tale agli interessati dal momento che elimina quella introdotta nel 2011, che prevedeva una tassazione del 5% fino a 30.000 euro lordi per i contribuenti minimi, ovvero gli under 35 che aprivano per la prima volta una Partita IVA.
Con la nuova manovra Renzi ha ampliato la platea dei beneficiari, estendendo l’agevolazione a tutti fino a 55.000 euro con un regime agevolato al di sotto dei 15.000 euro, ma ha triplicato la tassazione, che passa dal 5% al 15% a decorrere dal 1 gennaio 2015. Insomma la nuova tassazione sfiorerà il 20%, tassazione prevista per il regime dei “vecchi minimi“.
Viene eliminato inoltre il vincolo dei 5 anni di permanenza nel regime agevolato, possibilità che viene estesa a 10 anni.
Tra le ipotesi circolanti anche lo sconto sui contributi con la possibilità di versarli sul reddito dichiarato e non più sui minimali.
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