Nuove sanzioni per il lavoro nero. Il Jobs Act, prevede importi a scaglioni e, al fine di promuovere la regolarizzazione, reintroduce la procedura di diffida che riduce la sanzione nel rispetto del minimo edittale.
Il Jobs Act introduce importanti novità in tema di lavoro nero.
Nel 2015 sono stati modificati gli strumenti per combattere il reato di lavoro nero con l’introduzione degli importi a scaglioni e della procedura di diffida con la quale il datore di lavoro può beneficiare di una riduzione sulla sanzione.
Vediamo cosa cambia, quali sono gli importi dei vari scaglioni e come ottenere la riduzione della sanzione con la procedura di diffida.
Le novità normative in tema di lavoro nero sono state introdotte dal D.lgs n. 151/2015, attuativo della legge delega n. 183/2014 (c.d. Jobs Act), e sono operative da settembre 2015.
Il decreto non prevede più l’applicazione della sanzione per la singola giornata lavorativa irregolare, ma importi a scaglioni, che vanno a differenziarsi in relazione alla durata dell’irregolarità commessa.
Lavoro nero: importi a scaglioni delle sanzioni
L’articolo 22, comma 2 del D.lgs n. 151/2015 dispone che gli scaglioni vengano così suddivisi:
- da euro 1.500 a euro 9.000 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del lavoratore sino a trenta giorni di effettivo lavoro;
- da euro 3.000 a euro 18.000 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del lavoratore da trentuno e sino a sessanta giorni di effettivo lavoro;
- da euro 6.000 a euro 36.000 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del lavoratore oltre sessanta giorni di effettivo lavoro.
L’applicazione degli scaglioni avviene prendendo in considerazione solo i giorni di effettivo impiego in nero del lavoratore, ed è per questo che l’accertamento non è così agevole: dalle indagini ispettive si riesce ad individuare il periodo di lavoro nero, ma risulta più complesso risalire alle giornate di effettiva occupazione.
C‘è da segnalare che è inoltre previsto l’aumento della sanzione del 20% qualora il lavoratore sia straniero oppure minorenne con obbligo scolastico.
Lavoro nero: procedura di diffida
Un’altra novità indicata nel decreto attuativo del Jobs Act è rappresentata dalla reintroduzione della procedura di diffida (art. 13 D.lgs n. 124/2014).
Tale procedura, volta a favorire la regolarizzazione della violazione commessa, concede l’applicazione di una sanzione ridotta (secondo gli importi previsti nel minimo edittale, come suindicate), ma solo nel caso in cui ricorrano i requisiti di seguito elencati:
- il lavoratore, al momento della richiesta dell’applicazione della procedura di diffida, deve risultare ancora in forza presso l’impresa;
- il lavoratore deve essere, poi, assunto con un contratto di lavoro subordinato (a tempo indeterminato full-time o part-time con riduzione dell’orario di lavoro non superiore al 50% dell’orario rispetto al tempo pieno; a tempo determinato con durata non inferiore a 3 mesi);
- il lavoratore assunto deve rimanere in servizio presso lo stesso datore di lavoro per almeno 3 mesi.
Sono inoltre condizione necessaria per la fruizione della procedura di diffida e quindi della sanzione ridotta, la comprova dell’avvenuta regolarizzazione ed il pagamento dell’importo della sanzione entro 120 giorni dalla notifica del verbale.
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