Il punto di vista della GenZ sulla politica

Il punto di vista della GenZ sulla politica

di Paolo Di Falco

La parità di genere non può essere uno slogan: partiamo dai diritti

Paolo Di Falco

17 febbraio 2021

La parità di genere non può essere uno slogan: partiamo dai diritti

Troppo spesso si utilizza la parità di genere come un semplice slogan da tirare fuori nei momenti opportuni e poi ci troviamo davanti un governo in cui su 23 ministri vi sono solamente 8 donne.

Oggi si voterà la fiducia al nuovo esecutivo presieduto da Mario Draghi che avrà il compito, non certo facile, di far fronte all’emergenza sanitaria e, al contempo, quello di provare a salvare la nostra fragile economia. Proprio per questo Draghi ha preferito mettere dei tecnici di fiducia nei ministeri chiave ma, nonostante questo, una critica oggettiva al nascente governo va sicuramente fatta. Naturalmente non dal punto di vista dell’azione di governo in quanto ancora non è stata neanche votata la fiducia ma, vorrei focalizzarmi sulla sua composizione: su 23 ministri, solamente otto sono donne e soprattutto poche nei ministeri strategici.

Cristina Messa all’Università, Marta Cartabia alla Giustizia, Mara Carfagna al Sud e Coesione Territoriale, Luciana Lamorgese all’Interno, Mariastella Gelmini agli Affari generali e Autonomie, Erika Stefani alle disabilità, Fabiana Dadone alle politiche giovanili ed Elena Bonetti alle Pari opportunità. Si parla molto di parità di genere ma purtroppo, ancora una volta, alle ideologie non seguono i fatti e ancora una volta la storia si ripete.

La parità di genere nei vari governi

Pensate un po’ che in ben 75 anni di storia della Repubblica - dal governo De Gasperi 2, il primo della Repubblica, al Conte 2 - su 4.864 presidenti, ministri e sottosegretari solamente 319 sono state donne cioè il 6,56% del totale. Questo dato deve farci riflettere: da un lato è anche vero che c’è stata un’evoluzione culturale che ha sicuramente aumentato la presenza femminile nei vari governi ma dall’altra parte, non possiamo ignorare la situazione odierna. All’evoluzione culturale e di pensiero dovrebbero accompagnarsi anche gli atti pratici.

Basta pensare che in Italia, secondo le stime più recenti, le donne sono ben il 51,29% della popolazione e mi chiedo, perché anche nella politica devono essere sempre gli uomini a essere in maggioranza? Perché devono essere solo loro a ricoprire incarichi di primo piano nel governo? Vi sembrerà paradossale ma ancora oggi bisogna parlare di parità di genere e bisogna farlo non solo nel campo lavorativo ma anche nel campo governativo dove dovrebbe essere promossa una maggiore presenza femminile.

A destra più spazio per le donne che a sinistra

La parità non ha un colore politico, deve essere un principio fondamentale per qualsiasi schieramento politico ma in questo caso bisogna notare come a destra sia stato dato molto più spazio alle donne che a sinistra. Per esempio nessuna ministra è stata proposta dal Partito Democratico che è il più grande partito italiano di sinistra ma, perché è così rilevante? La sinistra nel corso degli anni si è battuta maggiormente per garantire la presenza femminile e adesso che il Pd rinneghi le sue convinzioni nel momento della scelta dei ministri è quasi uno schiaffo diretto non solo alle donne ma a tutti noi.

Subito dopo l’annuncio dei ministri si è iniziato a parlare e a giustificare la scelta presentandola come “frutto di un errore”: non c’è forse parola più sbagliata. Ma può essere un errore quello di non proporre figure femminili per ricoprire gli incarichi governativi? Dopo anni e anni passati in trincea a chiedere maggiore parità, si può liquidare il tutto come un errore?

Basta con gli slogan, iniziamo dai diritti

Di fronte a queste scelta ci rendiamo conto dell’inutilità degli slogan che non portano con sé i diritti. Inutile anche continuare a parlare di “quote rosa”, bisogna garantire alle donne gli stessi diritti e un’uguale rappresentanza non solo nel nostro Paese ma su scala globale. Non possiamo ancora oggi, sentire certe giustificazioni allucinanti alla mancata parità di genere all’interno dell’esecutivo relative alla presunta “impreparazione delle donne”

Mi spiace deludere certi commentatori seriali televisivi e social ma chi l’ha detto che non vi siano donne preparate anche all’interno del nostro Parlamento? Chi ha stabilito che gli uomini sono più preparati delle donne? Ecco, finché il dibattito sulla parità di genere degenererà in queste discussioni assurde forse non verrà mai raggiunta. Io personalmente credo che sia giunto il momento di mettere fine a delle decisioni prese da uomini che si prendono la libertà di decidere anche per le donne.
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Paolo Di Falco

18 anni, di Siracusa. Ho creato La Politica Del Popolo, un sito di news gestito da giovani.

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