“L’UE ricatta gli stati membri”. Le parole di Borghi ad Agorà [VIDEO]

Maurizio Contini

7 Febbraio 2017 - 07:00

Borghi in una puntata di Agorà mette in chiaro le sue proposte per l’uscita dell’Italia dall’Unione europea. Vediamo cosa ha detto nella puntata del 3 febbraio 2017.

“L’UE ricatta gli stati membri”. Le parole di Borghi ad Agorà [VIDEO]

Claudio Borghi, ospite di Agorà, torna ancora una volta ad augurarsi l’uscita dell’Italia dalla moneta unica, vista come unico modo per uscire dal momento di crisi economica.
Il responsabile del dipartimento economico della Lega Nord, Borghi non smette di ripetere l’importanza del ritorno alla moneta unica.

Con il ritorno in auge del problema Grecia e della crisi che attanaglia il paese si riprende a parlare dei problemi che l’Euro ha portato alle varie nazioni che lo hanno adottato. Accusa così Varoufakis, che non ha mai proposto un’uscita dalla moneta unica e che ha aiutato così alla crisi del suo paese.

Ad Agorà, noto programma di Rai 3, Borghi discute con gli altri ospiti presenti in studio e mette in chiaro come ricominciando a stampare moneta all’interno del paese si potrebbero avere più fondi per le grandi città.
Di seguito i temi principali dell’intervento al noto programma di Rai 3 e il video con le sue parole.

“L’UE ricatta gli stati membri”: l’intervento di Claudio Borghi ad Agorà

Con l’inasprirsi della crisi greca e con l’arrivo di una possibile nuova trance di di aiuti per il paese nei programmi di approfondimento si ricomincia a parlare del popolo greco.
Ma soprattutto si riaccende il dibattito sull’uscita dalla moneta unica e il ritorno alla Lira.

Borghi è da sempre in prima linea per la battaglia e ospite al programma Agorà chiarisce le differenze che ci sono tra Grecia e Italia. Non si fa infatti mai troppa attenzione alle differenze tra i due paesi, che però sono abissali: la Grecia ha infatti un grande debito da restituire anche all’Italia.
Il Belpaese ha invece sempre dato aiuto, per il momento, e si trova dalla parte di coloro che hanno prestato i soldi.

Inoltre in Grecia non vi è mai stato un vero e proprio piano per uscire dall’Unione e dalla moneta unica, si è sempre e soltanto pensato a contrattare per avere più soldi quando si parlava dei finanziamenti.
L’errore quindi è stato a monte, quando si è deciso di non riprendere la circolazione della moneta nazionale e di dire no alle pensanti riforme di austerity.

Per Borghi tornando alla moneta nazionale si riuscirebbero anche ad avere nuovi soldi per finanziare le amministrazioni delle grandi città che sempre di più soffrono.
Si passa così a parlare dello scandalo Villa Pamphili, una delle ville storiche di Roma trasformata in un rifugio per senza tetto.

La storica villa della capitale è ormai diventata un ritrovo dove dormono i senza tetto della capitale e dove, per poter avere il proprio posto, si deve pagare. Un racket di soldi che sempre più coinvolge la città eterna e che non sembra trovare una soluzione, alimentando la micro criminalità.
Borghi ritiene però, e proprio ciò sostiene nel suo intervento, che con il ritorno alla Lira non solo si avrebbero più soldi per le amministrazioni comunali, ma si avrebbe anche più fiducia.

Il problema, della capitale come delle altre città italiane, è l’idea che tanto sia sempre tutto uguale e che non cambi nulla. Roma ne è la piena dimostrazione, con un susseguirsi si amministrazioni di ogni genere e colore. In fin dei conti nulla però è cambiato e adesso, anche con i 5 Stelle, la situazione è come al solito critica.

“L’UE ricatta gli stati membri”: le motivazioni di Borghi

L’unico piano di Tsipras alla fine era quello di dire battiamo i pugni sul tavolo per farci pagare di più, ma non c’era un piano B concreto, tipe se ci dicono di No allora usciamo.
Tanto è vero che il referendum non era un referendum entriamo o usciamo dall’euro.

Cos’è che ci insegna la Grecia però? Che dobbiamo stare attenti perché questi ricattano. Cioè l’Europa è in grado di ricattare gli stati membri, chiudendo per
esempio le banche o similari.
Bisogna mettersi in condizione di non farsi ricattare, perché se no è la fine della democrazia

Con queste parole Borghi spiega la questione dei rapporti dell’Unione con l’Italia e mette in guardia pensando a ciò che è successo in Grecia. Difatti nel momento in cui la Grecia si è indebitata, ha dovuto chiedere gli aiuti al FMI e al Fondo salva stati ha perso parte della sua indipendenza.
Da quel preciso momento sono iniziati i guai e si sono iniziate ad applicare le riforme di pesante austerity che hanno poi portato il paese alla situazione attuale.

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