Tornare alla Lira farebbe bene all’Italia. Il rapporto di Mediobanca

Maurizio Contini

5 Febbraio 2017 - 09:30

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Mediobanca stila un rapporto che mette in luce i costi dell’uscita dell’Italia dall’Euro. Ecco quanti soldi servirebbero per mettere in pratica l’Italexit e tornare alla moneta nazionale.

Tornare alla Lira farebbe bene all’Italia. Il rapporto di Mediobanca

Quanto dovrebbe spendere l’Italia per uscire dall’Euro? Una domanda a cui ha deciso di rispondere un rapporto di Mediobanca, che cerca di far chiarezza sulla possibilità di tornare alla Lira e di abbandonare la moneta comune. I problemi infatti sono sempre più grandi con l’Unione europea e soprattutto con la questione del debito pubblico italiano.

Il debito infatti sembra essere ormai una montagna insormontabile e uscire dall’Euro potrebbe essere la giusta decisione per proporre una ristrutturazione volontaria. Difatti si potrebbe optare per una ristrutturazione del debito solo uscendo dalla moneta unica e comunque non per la totalità del debito.

Il rapporto di Mediobanca non ci da però buone notizie, dal momento che mette in luce non solo come il debito pubblico italiano sia ormai impossibile da rifinanziare, ma come anche troppo grande per essere abbandonato.
Il vecchio detto americano si sposa perfettamente con la situazione del nostro paese: too big to fail.

Ma quanto ci costerà l’uscita dalla moneta unica? A questo prova a dare una risposta il rapporto di Mediobanca, riservato ai suoi clienti e però finito sulle pagine di molte testate giornalistiche nazionali.

Quanto costa l’Italexit: le stime di Mediobanca

Il momento migliore per uscire dalla moneta unica è passato da un bel po’, ma al momento comunque si potrebbe provare ancora ad attuare questa decisione. Sono passati infatti 18 anni dall’introduzione dell’Euro e le radici sono ormai profonde e difficili da estirpare.
L’Italia però si trova molto indietro rispetto alle altre nazioni facenti parte dell’UE e questo è un grave problema.

Mentre il nostro debito pubblico cresce, cala vertiginosamente il PIL, che negli ultimi anni ha perso oltre 7 punti, come anche scendono i prezzi e il potere di acquisto degli italiani.
L’uscita dalla moneta unica diventa così un modo per provare a salvare l’economia del Belpaese e per provare a ripartire dopo un lungo periodo di crisi.

Tornando infatti all’Euro, dice Mediobanca, si potrebbe ridenominare il debito e portalo in Lire. Questo porterebbe anche ad un deprezzamento della Lira e al conseguente risparmio sul debito pubblico, grazie a questa mossa l’Italia guadagnerebbe ben 8 miliardi.
Ad oggi l’Italia potrebbe ancora ridenominare metà dei suoi 1.900 miliardi di euro di debito pubblico.

Il debito italiano comincia a non essere più comprato dagli investitori stranieri e ad un certo punto anche Draghi e la BCE smetteranno di comprare i nostri Bot e a quel punto si arriverà al momento di non ritorno.
Difatti le nuove regole per le banche porteranno a dover ridurre di ben 150 milioni la loro esposizione verso i titoli di stato.

La fine del QE lascerà l’Italia senza il suo più grande acquirente di titoli di Stato: la BCE. A quel punto il debito sarà un vero e proprio problema insormontabile e con ogni probabilità gli investitori saranno restii ad acquistare i titoli di stato.
La soluzione per i firmatari del report (Antonio Guglielmi e Marcello Minenna) sarebbe attuare o il prolungamento delle scadenze o il taglio degli interessi, oppure entrambe le cose.

Nel rapporto si legge:

Senza queste modifiche il dibattito sull’uscita unilaterale dall’eurozona e il conseguente ritorno alla lira appaiono sempre più probabili, sulla base dell’attuale situazione politica a Roma

La moneta sarebbe molto più debole, ma l’economia del paese ne potrebbe giovare, grazie anche al minor peso del debito che sarebbe così ridenominato su una moneta con valore inferiore.

Italexit: quali sarebbero le conseguenze del ritorno alla Lira

L’uscita dell’Italia dell’Euro porterebbe ad un’immediata svalutazione della moneta nazionale, che potrebbe perdere oltre il 30% del suo reale valore di acquisto. C’è però da dire che l’Unione europea è stata una vera e propria camicia di forza per l’Italia, che ha visto scendere la sua produzione industriale, il PIL e diminuire il potere di acquisto dei cittadini.

Conseguentemente a questa svalutazione però si alzerebbero vertiginosamente i costi sul restante debito pubblico non ridenominato. Si passerebbe così ad avere la bellezza di 672 miliardi di euro di debito privato.
Cifre che potrebbero portare l’Italia ad una crisi economica senza precedenti, che potrebbe affossare il paese e la sua economia per sempre.

Non sappiamo però quali potrebbero essere le conseguenze per l’Euro, dal momento che l’uscita di un paese dall’asse potrebbe portare alla fine della moneta unica e a ridisegnare le politiche monetarie nazionali.

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