Oltre il 70% dei nuovi Btp trentennali è stato acquistato da investitori esteri. In particolare, spicca la quota relativa gli investitori d’Oltremanica. Di seguito i dettagli.
Oltre due terzi, il 73,6%, dell’emissione del nuovo Btp a 30 anni, lanciato ieri dal Tesoro via sindacato, è stato assegnato agli investitori esteri. Lo ha annunciato il Ministero dell’economia in una nota.
Il titolo, con scadenza settembre 2049, e cedola annua del 3,85%, è stato collocato per 8 miliardi di euro.
Domanda sopra quota 40 miliardi
All’operazione hanno partecipato circa 450 investitori per una domanda complessiva pari a oltre 41 miliardi di euro. Quasi metà del collocamento è stato sottoscritto da fund manager (45,2%), mentre le banche ne hanno sottoscritto circa un quarto (25,8%).
Per quanto riguarda l’orizzonte di investimento, gli investitori orientati al medio-lungo hanno acquistato circa il 17,6%: il 7,4% è stato allocato a banche centrali e istituzioni governative e il 10,2% è andato a fondi pensione e assicurazioni.
Presso gli hedge fund è stato collocato il 10,9% dell’emissione mentre le imprese non finanziarie hanno partecipato all’emissione con un 0,5% circa.
Coinvolti oltre 35 Paesi
Estremamente diversificata, l’operazione ha visto il coinvolgimento di oltre 35 paesi: gli investitori esteri si sono aggiudicati il 73,6% dell’emissione mentre quelli domestici ne hanno sottoscritto il 26,4%.
Tra i primi, in particolare evidenza la quota sottoscritta da investitori residenti nel Regno Unito (29,5%) mentre al di fuori dei confini europei spicca il 6,4% degli investitori statunitensi.
Il collocamento è stato effettuato tramite la costituzione di un sindacato composto da Banca IMI, BNP Paribas, Crédit Agricole, Deutsche Bank e Goldman Sachs che hanno partecipato in veste di lead manager, mentre tutti gli altri Specialisti in titoli di Stato hanno rivestito il ruolo di co-lead manager dell’operazione.
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