Il rendimento del BOT a tre mesi è tornato su valori negativi, dopo il crollo del tasso Euribor sotto lo zero e le aspettative di rialzo dei tassi in Europa più lontane del previsto
Nonostante gli investitori siano preoccupati per le sorti della Grecia, in piena emergenza finanziaria e a rischio bancarotta, gli acquisti sul mercato secondario dei titoli di stato non sembrano avere mai fine. Non è bastato nemmeno il rialzo spettacolare del tasso decennale sul Bund tedesco da inizio settimana (da 0,07% allo 0,16%) a placare la fame di bond europei, né il forte incremento della volatilità sulle borse. Sulle scadenze più brevi gli acquisti vanno avanti a ritmi vertiginosi, tanto che ora anche i paesi della periferia europea iniziano a finanziarsi con tassi negativi.
Alla Spagna, che ha visto i Bonos a tre mesi scambiare a un tasso del -0,029%, si è aggiunta anche l’Italia. Il rendimento del BOT trimestrale è sceso a -0,007%, tornando così su valori negativi come accaduto già a fine anno scorso. A favorire la discesa del tasso a tre mesi italiano sotto lo zero sono stati diversi fattori. In primis il crollo del tasso Euribor a tre mesi su valori negativi, per la prima volta nella storia dell’Eurozona. Inoltre, gli investitori possono sempre contare sul programma di quantitative easing della BCE, partito ufficialmente lo scorso marzo, che prevede acquisti di bond a un ritmo di 60 miliardi di euro al mese.
Il rischio inflazione resta poi ancora molto basso, sebbene Mario Draghi spera di risollevarla nel minor tempo possibile. Infine le aspettative di rialzo dei tassi di interesse nell’Eurozona, in base alle quotazioni espresse al momento sul mercato dei future, prevedono un primo ritocco verso l’alto soltanto a partire da dicembre 2019. Insomma il processo di normalizzazione del quadro economico-finanziario in Europa appare ancora molto lontano. I tassi su valori nulli, o addirittura negativi, dovrebbero continuare a spingere gli asset più rischiosi, ma con il rischio di creare potenzialmente delle bolle speculative.
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