Suona il campanello d’allarme per l’Italia. Il downgrade di qualche giorno fa che ci avvicina al livello "spazzatura" dovrebbe funzionare come un sveglia: l’Italia, la terza economia della zona Euro, rischia di essere la prossima grande vittima della crisi. Senza un intervento concreto da parte del governo, il futuro dell’Italia somiglierà sempre di più a quello della Grecia; presto bisognerà compiere una scelta sulla direzione che dovrà prendere.
Downgrade: si avvicina il livello spazzatura
Lo scorso martedì, l’agenzia di rating Standard&Poor’s ha ragliato il rating dell’Italia portandolo da BBB+ a BBB, appena due gradini al di sopra del livello "spazzatura". L’agenzia ha inoltre lasciato l’outlook negativo, implicando che le prospettive economiche del paese continuano ad essere deboli ed è impossibile escludere futuri downgrade.
Si tratta di un vero e proprio campanello d’allarme per l’Italia che probabilmente farà aumentare la pressione sul governo. Non è una questione di austerity, ma di riforme strutturali che mancano in Italia. Più si va avanti, più i rischi aumentano. Derek Halpenny, ricercatore ber la Bank of Tokyo-Mitsubishi
Solo il debito può smuovere l’Italia?
Nonostante il downgrade sia di per sé un elemento "preoccupante", spiegano gli analisti, difficilmente si giungerà alla pressione dei mercati obbligazionari, visto lo scudo anti-spread rappresentato dal programma OMT della Banca Centrale Europea. I downgrade delle agenzie di rating hanno perso il loro potere di "shockare" i mercati e, perché l’Italia vada avanti, c’è bisogno che il governo sia messo sotto pressione.
Secondo Michael Hewson della CMC Markets, l’Italia è stata lenta nel piano di riforme perché sicura che i funzionari dell’Eurozona avrebbero fatto "tutto il possibile" per salvare l’Euro.
Ma il downgrade di S&P’s dovrebbe per questo risuonare come un allarme. Anche se i mercati del debito non minacciano il tracollo, l’Italia deve comunque andare avanti nelle riforme strutturali, ammesso che voglia rimanere nella zona Euro evitando di cedere potere sovra-nazionale alle entità creditrici.
Piovono downgrade: questo campanello non è il primo
Standard&Poor’s non è l’unica agenzia di rating ad aver apportato un downgrade all’Italia quest’anno.
Fitch e Moody’s hanno segnato l’outlook per l’Italia come negativo, assegnando rispettivamente un rating da "BBB" e "Baa2".
Secondo S&P’s l’economia italiana si contrarrà dell’1.9% nel 2013. Nicholas Spiro, della Spiro Sovereign Strategy, ritiene che il downgrade non avrà grandi effetti sui mercati o sul sentiment degli investitori. Scrive infatti in una nota:
Gli investitori non hanno bisogno che le agenzie di rating dicano loro in che stato si trova l’economia italiana. Non c’è nulla di nuovo nelle decisioni di S&P, solo un’ulteriore conferma della gravità della situazione recessiva in Italia. Nicholas Spiro, Spiro Sovereign Strategy
"Il downgrade -ha commentato il Premier Letta- è una prova del fatto che la situazione sia ancora molto complessa e che l’Italia è sotto osservazione". Intanto, le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi fanno vacillare la fragile coalizione al governo dell’Italia.
Sembra che ormai sia soltanto questione di tempo, prima che la situazione politica e finanziaria precipiti del tutto. Saremo presto ad un bivio e l’Italia dovrà decidere se, e in che modo, continuare a far parte dell’unione monetaria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA