Italia: attese tensioni sullo spread su timori caos politico

Nicola D’Antuono

30 Settembre 2013 - 07:47

Italia: attese tensioni sullo spread su timori caos politico

C’è grande attesa sui mercati finanziari per l’apertura dei mercati europei, che dovrebbero evidenziare subito forti vendite a causa dello shock politico che sta interessando l’Italia a seguito delle dimissioni dei ministri del Pdl che hanno di fatto creato i presupposti per una caduta anticipata del governo Letta. Stamattina sia la borsa di Milano che lo spread Btp-Bund potrebbero risultare sotto pressione, con gli investitori pronti a vendere Italia in attesa di schiarite dal fronte politico. Quasi certamente nelle prossime settimane non saranno raggiunti i picchi dello spread dei periodi di peggiore crisi, ovvero novembre 2011 (575 punti, record assoluto) e luglio 2012 (545 punti), ma la tensione sul differenziale dovrebbe essere elevata.

Secondo gli esperti del mercato obbligazionario, lo spread Btp-Bund dovrebbe salire subito a 300 punti base, ma c’è il rischio che nel breve periodo possa avvenire un balzo anche fino a 320 o 350 punti base. Gli analisti finanziari di Barclays ritengono che non ci saranno massicce vendite sui Btp, anche se sarà annunciato il ritorno alle urne con una nuova legge elettorale a inizio 2014. Quest’anno la gestione del debito pubblico non dovrebbe comportare grossi problemi, visto che "ballano" appena 38 miliardi di euro tra le prossime aste di titoli di stato a medio-lungo termine e rimborsi di titoli in scadenza.

Inoltre, negli ultimi mesi lo stock di debito pubblico in mano agli italiani stessi è aumentato molto e ciò dovrebbe evitare eccessive oscillazioni dello spread. Venerdì lo spread Btp-Bund ha chiuso sopra 260 punti base, riflettendo già in parte le tensioni tra Pd e Pdl prima della brusca escalation di venerdì sera. L’Italia ha un debito pubblico di oltre 2.000 miliardi di euro, paga 80-90 miliardi di euro di interessi sul debito l’anno e deve rimborsare più di 400 miliardi di euro di titoli di stato che scadono ogni anno (su uno stock in circolazione di circa 1.715 miliardi di euro).

Secondo Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia, i conti pubblici sono a posto e i mercati hanno già scontato l’instabilità politica. Insomma, salvo improvvise fiammate dello spread in apertura, non dovrebbero esserci grosse tensioni tali da far scattare nuovamente l’allarme come accaduto già a fine 2011 o a luglio 2012. Il ministro confida "sulla credibilità ormai acquisita dall’Italia", anche se sullo sfondo c’è il rischio concreto di nuovi downgrade delle agenzie di rating. L’Italia potrebbe essere retrocessa al giudizio "junk" (spazzatura) da Standard & Poor’s e Moody’s.

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