Istat, allarme clima in Italia: nel 2018 +51 giorni caldi, si bolle lungo l’Adriatico

Alessandro Cipolla

03/07/2020

05/07/2021 - 17:18

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Nel report 2020 presentato dall’Istat, c’è allarme per i cambiamenti climatici in Italia visto che nel 2018 ci sono stati +51 giorni caldi rispetto al passato, con il numero che schizza a +111 nella zona Adriatica Settentrionale.

Istat, allarme clima in Italia: nel 2018 +51 giorni caldi, si bolle lungo l’Adriatico

L’Italia continua a essere nella morsa del caldo, ma questa in fin dei conti non è una novità visto che ci troviamo in piena estate. Quello che invece dovrebbe far riflettere è quanto scritto dall’Istat nel suo rapporto 2020.

I dati snocciolati dall’Istituto sul tema del clima nel nostro Paese parlano chiaro: nel 2018 c’è stato un aumento di 51 giorni caldi rispetto al passato, con il numero che arriva a 111 giorni per quanto riguarda la zona Adriatica Settentrionale.

Sempre nello stesso periodo si legge nel rapporto annuale, si sono verificate in Italia in totale 7 giornate di gelo in meno che arrivano a 20 in meno per quanto riguarda la zona Alpina.

In generale fa notare l’Istat, nel Bel Paese dal 2007 a oggi sono aumentati gli indici estremi del caldo mentre, al contrario, diminuiscono gli indici estremi di freddo con tutte le conseguenze del caso.

Istat: allarme clima in Italia

Dell’emergenza climatica se ne parla ormai da anni, con l’attivismo della giovane Greta Thunberg e del suo movimento Fridays for future che negli ultimi tempi sembrerebbe aver smosso qualcosa a livello di governance mondiale.

Il rapporto Istat 2020 però ci fa capire come l’aumento della temperatura sia un grosso problema in Italia, vista l’impennata delle giornate calde che ci sono state nel 2018 a fronte di una diminuzione di quelle di gelo.

Rapporto Istat 2020
Tutte le slide della presentazione del rapporto Istat 2020

Se da un lato l’Unione Europea ha preparato un massiccio piano di investimenti nei prossimi anni per cercare di contrastare i cambiamenti climatici, l’Italia sembrerebbe essere ancora indietro in quanto a progetti e idee.

L’emergenza coronavirus poi starebbe complicando di molto le cose, anche se in tutto il mondo i cambiamenti climatici sarebbero la causa di un numero maggiore di morti rispetto al COVID-19, ma la riposta globale alle due problematiche è stata molto diversa.

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