Isis in Italia: ecco le città a rischio terrorismo e come difenderci

Alessandro Cipolla

6 Giugno 2017 - 16:18

Isis in Italia: dopo l’attentato di Londra dove uno dei terroristi ha vissuto a Bologna, anche da noi ci si interroga su quali siano le città a rischio terrorismo e come fare per difendersi.

Isis in Italia: ecco le città a rischio terrorismo e come difenderci

Isis in Italia: dopo l’attentato di sabato al London Bridge dove uno dei tre terroristi ha vissuto a lungo a Bologna, anche da noi ci si interroga su quali siano le città a rischio terrorismo e come fare per difendersi da questi attacchi.

L’Isis continua a colpire a anche in Italia cresce la paura. Sabato 3 giugno infatti c’è stato il terzo attacco terroristico di questo 2017 in Inghilterra, con la capitale Londra che è stata colpita di nuovo dopo l’attentato del 22 marzo nei pressi del Parlamento inglese, che provocò 5 morti una cinquantina di feriti.

Con ancora il mondo intero sotto shock per il gesto suicida di un kamikaze che lo scorso 22 maggio, alla fine del concerto della pop star Ariana Grande presso la Manchester Arena, provocò 22 morti, ecco che l’Isis è tornato nuovamente a colpire l’Inghilterra.

Il particolare però che uno dei tre attentatori al London Bridge del 3 giugno avesse vissuto a lungo in Italia, avendo anche la doppia cittadinanza italo-marocchina, fa nascere nuove paure sulla sicurezza delle nostre città.

Isis in Italia: quali città a rischio?

Youssuf Zaghba è stato uno dei tre attentatori morti durante l’attacco del London Bridge. Con la madre ha vissuto a lungo a Bologna, dove nel marzo del 2016, a soli 21 anni, fu fermato per un controllo della polizia mentre si stava per imbarcare verso la Turchia.

Alle forze dell’ordine che gli avevano chiesto perché andasse in Turchia con un volo di solo andata e con solo uno zainetto, Zaghba rispose tranquillamente che stava andando a fare il terrorista.

Anche se con una denuncia per terrorismo internazionale, alla fine le accuse caddero e il ragazzo se ne andò a Londra, dove a circa un anno di distanza si è reso responsabile del tragico gesto terroristico.

Anche a Berlino quando nel dicembre 2016 si verificò l’attentato ai mercatini di Natale, l’attentatore aveva dei profondi legami con l’Italia. Anis Amri infatti arrivò a Lampedusa nel 2011, prima di trascorrere diversi anni in carcere a Catania e a Palermo.

Proprio qui il ragazzo, già problematico e turbolento di suo, si sarebbe radicalizzato fino a entrare a far parte dell’Isis. Una volta rilasciato poi, si è trasferito all’estero dove dopo un breve lasso di tempo ha compiuto un attentato.

Le storie dei due attentatori quindi in qualche modo sono simili. Entrambi hanno vissuto in Italia dove si sono avvicinati all’estremismo islamico, per poi decidere di abbandonare i confini del bel paese per poter concretizzare il loro fanatismo all’estero.

Il fatto però che questi due ragazzi siano andati all’estero per compiere attentati non deve farci dormire sonni tranquilli. Anche se in ambienti differenti, entrambi si sono avvicinati all’Isis in Italia.

Quindi il fatto che nel nostro paese ci siano persone che agiscono nell’ombra per reclutare “soldati” al califfato può essere dato per certo. Ma c’è il pericolo che questi attentati possano avvenire anche in Italia?

Anche se finora il nostro paese è sempre stato risparmiato dalla cieca violenza dell’Isis, le probabilità ci sono. Spesso infatti in alcuni dei recenti attentati che hanno insanguinato l’Europa si è parlato dei cosiddetti cani sciolti.

In quest’ottica, non sono solo le città più grandi a essere a rischio. Molte volte si è parlato di concreti pericoli per Roma, in quanto culla del cristianesimo e della civiltà occidentale in generale.

Anche Milano con il suo grande potere finanziario o città come Torino, Venezia, Genova, Firenze e Bologna, sono spesso state additate come possibili obiettivi dei terroristi legati al sedicente Stato Islamico.

Se però andiamo a vedere i casi negli ultimi anni dei vari foreign fighters partiti dall’Italia alla volta della Siria, in molti casi questi provenivano dalle nostre città di provincia, spesso quelle del Nord-Ovest.

Difficile quindi fare una sorta di classifica delle località più a rischio in Italia. Finora l’Isis ha sempre colpito nelle capitali o maggiori città europee, ma nel caso di Nizza invece si è scelto una cittadina di provincia.

L’allerta sicurezza comunque da noi è già esistente da parecchio tempo in tutta la penisola, proprio per il motivo che ormai è diventato impossibile poter stabilire quali siano i luoghi a rischio e quali invece quelli sicuri.

Come difendersi dall’Isis

Sul modus operandi dell’Isis ormai si è detto e scritto di tutto. L’unica certezza che al momento si ha è che, visto che il califfato in Siria e Iraq è ormai prossimo alla fine, gli estremisti islamici stanno mettendo in atto una pericolosa escalation del terrore.

Difendersi dall’Isis quindi è impossibile, visto che ogni volta che sembra siano alla fine tornano a far sentire la loro drammatica voce. L’imprevedibilità è purtroppo un’altra delle tristi caratteristiche dei terroristi.

I cosiddetti cani sciolti sono anche più difficili da monitorare e prevedere. Con la vicina caduta del califfato, si teme anche che molti guerriglieri facciano ritorno in Europa, rendendo la cosa ancora più complicato.

I nostri servizi segreti e le nostre forze dell’ordine finora hanno sempre fatto un egregio lavoro, compiendo arresti prima che possano avvenire possibili attentati e non viceversa come accaduto spesso in altre nazioni europee.

Alla fine i nostri inquirenti da sempre combattono quotidianamente con organizzati e pericolosi gruppi malavitosi, quindi sono abituati a dover affrontare delicate indagini anche con l’uso di confidenti e infiltrati.

L’Isis è un grande pericolo per l’Europa e anche per l’Italia. Campagne però di odio e di grande allarmismo sono controproducenti, anche se non si deve mai abbassare la guardia visto che ormai questa è una vera e propria guerra.

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