Dal 25 marzo 2016 chi si fa male e ha un incidente in bicicletta nel percorso casa lavoro può ottenere gli indennizzi previsti dalla normativa INAIL per gli infortuni in itinere. Ecco tutte le novità per i "ciclisti con la valigetta"
Novità da parte dell’INAIL sul tema degli infortuni in itinere, incidenti che possono capitare mentre si percorre la strada da casa al luogo di lavoro e viceversa, quando si usa la bicicletta. Con la circolare numero 14 del 25 marzo 2016 l’Istituto ha pubblicato le linee guida per la trattazione degli infortuni in itinere relativa all’uso del velocipide, o bicicletta.
Cosa cambia rispetto al passato?
Come si legge nella circolare "in buona sostanza, sulla base di un’interpretazione estensiva dell’art.12 d.lgs.38/2000, l’Istituto aveva stabilito che l’infortunio occorso su strada aperta al traffico di veicoli a motore dovesse essere indennizzato solo “[…] in presenza delle condizioni necessarie per rendere necessitato l’uso della bicicletta, mentre “[…] dalla sussistenza di dette condizioni, si potesse prescindere qualora l’infortunio si fosse verificato in un tratto di percorso protetto”.
Come a dire se il lavoratore andava al lavoro in bicicletta e aveva un incidente lungo un percorso di strada privo di pista ciclabile poteva essere indennizzato, se si trova in un luogo protetto come la pista ciclabile no. Ma dal 25 marzo in poi anche se capita qualche guaio simile lungo la pista ciclabile l’indennizzo spetta anche in questo caso.
L’INPS infatti specifica quanto segue: "come detto in premessa, il suddetto discrimine è stato superato dal legislatore del collegato ambientale alla legge di stabilità 2016 il quale ha sancito espressamente che, a prescindere dal tratto stradale in cui l’evento si verifica, l’infortunio in itinere occorso a bordo di un velocipede deve essere, al ricorrere di tutti i presupposti stabiliti dalla legge per la generalità degli infortuni in itinere, sempre ammesso all’indennizzo."
Ma quali sono le regole da rispettare secondo la normativa vigente quando si percorre il tratto di strada casa lavoro con la bici e con qualsiasi altro mezzo di trasporto ammesso.
Eccoli, elencati nella circolare:
"Normalità del percorso. Innanzitutto, va ribadito il concetto di normalità del percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro che deve essere affrontato per esigenze e finalità lavorative e, ovviamente, in orari confacenti con quelli lavorativi in modo tale che il lavoratore non abbia possibilità di una scelta diversa, né in ordine al tragitto, né in ordine all’orario. Il percorso da seguire deve essere quello normalmente compiuto dal lavoratore, anche se diverso da quello oggettivamente più breve, purché giustificato dalla concreta situazione della viabilità (es. traffico più scorrevole rispetto a quello del percorso più breve ecc.).
Interruzioni o deviazioni del percorso. Anche nell’ipotesi di infortunio occorso a bordo del velocipede, la tutela assicurativa non opera nel caso di interruzioni e deviazioni del percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro che siano del tutto indipendenti dal lavoro o comunque non necessitate. Le brevi soste che non espongono l’assicurato a un rischio diverso da quello che avrebbe dovuto affrontare se il normale percorso casa-lavoro fosse stato compiuto senza soluzione di continuità non interrompono, invece, il nesso causale tra lavoro e infortunio e, dunque, non escludono l’indennizzabilità dello stesso.
Utilizzo del mezzo di trasporto privato. Ai fini della tutela assicurativa, ogni volta che il tragitto può essere compiuto a piedi o con mezzi pubblici, l’eventuale scelta del mezzo privato deve risultare necessitata. L’uso del mezzo privato è ritenuto necessitato quando non esistono mezzi pubblici di trasporto dall’abitazione del lavoratore al luogo di lavoro (o non coprono l’intero percorso), nonché quando non c’è coincidenza fra l’orario dei mezzi pubblici e quello di lavoro, o quando l’attesa e l’uso del mezzo pubblico prolungherebbero eccessivamente l’assenza del lavoratore dalla propria famiglia".
Con queste maggiori tutele da infortuni in itinere e con una dose di attenzione e previdenza personale in più via libera, fin da subito, e con tranquillità alle biciclette per gli spostamenti casa lavoro che fanno bene anche alla salute nostra e dell’aria.
Tutte le informazioni sono contenute nella circolare dell’INAIL
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti