Il paradosso dell’oratoria delle banche centrali per orientare popoli e mercati.
Le banche centrali stanno rilasciando più dichiarazioni che mai. Esaminando l’“economia narrativa” e il legame con le banche centrali vediamo che a seguito della crisi finanziaria le banche centrali hanno aumentato le loro comunicazioni, sia sotto forma di discorsi, che di conferenze stampa o similari.
Sebbene non possa essere uno strumento quantitativo di comprensione dell’economia, le parole delle banche centrali possono essere utili per comprendere gli spostamenti generali dell’economia.
Robert Shiller, in un paper pubblicato all’inizio di quest’anno, ha esaminato l’argomento per gli economisti che prestano una maggiore attenzione alle "narrazioni" che circondano l’economia. Secondo Shiller, le dichiarazioni fanno da driver sui mercati più dei risultati fondamentali dell’economia, più di quanto gli economisti siano disposti ad ammettere.
Ad esempio, la recessione del 1921 dopo la fine della prima guerra mondiale fu, in parte, guidata dalle dichiarazioni. A differenza del motivo comunemente conosciuto per cui si è verificata, esistono dei motivi più fondamentali, tra cui un aumento del 50% del prezzo del petrolio (con la paura diffusa che la produzione di petrolio sarebbe decollata in pochi anni) e, probabilmente, le aspettative per una maggiore deflazione. Poiché i consumatori hanno creduto che i prezzi sarebbero caduti, si sono limitati ed hanno smesso di acquistare.
Tutti evitavano di acquistare altro che l’essenziale. La spesa per i consumatori scomparve, il che ha portato Shiller a descrivere la recessione come un "boicottaggio dei consumatori" guidato dalle parole e non da un ciclo economico tradizionale.
Ma passiamo al presente. In particolare, all’aumento delle comunicazioni da parte delle banche centrali. Non ci sono mai stati più discorsi da parte dei rappresentanti delle banche centrali che ai giorni d’oggi. In un recente discorso pronunciato dal chief economist della Bank of England Andrew Haldane, c’è bisogno di un’oratoria meno complessa e più accessibile rispetto alla politica monetaria. L’obiettivo è aumentare la trasparenza e la fiducia del pubblico e descrivere le azioni e le intenzioni di ciascuna banca centrale ai mercati.
Essere chiari e trasparenti circa gli obiettivi perseguiti è una strategia legittima perseguita dalle banche centrali in tutto il mondo, la cosiddetta "forward guidance". Questo significa costruire la fiducia e utilizzarla per istruire i risultati, costruendo e mantenendo una narrazione sul tema delle condizioni dell’economia di riferimento.
E qui le cose si fanno interessanti per le banche centrali contemporanee.
In primo luogo, non è così semplice creare un’oratoria efficace. L’accessibilità della politica monetaria è bassa. Il materiale primario utilizzato dalle banche centrali, i verbali di politica monetaria, hanno un’accessibilità estremamente bassa. Ciò rende la comunicazione al di fuori di queste occasioni molto più importante per il pubblico generale al fine di mantenere una data impostazione di oratoria.
In secondo luogo, le banche centrali potrebbero non essere in grado di controllare la narrativa predominante nell’economia. La comunicazione percepita, come sottolineato da Shiller, ha vita propria.
Uno degli elementi critici integrati sia nella teoria dell’economia della narrazione che nella forward guidance è la capacità di evitare un episodio stile 1921 che minaccia l’orientamento dell’oratoria nel presente e che risplende anche sulla necessità di decostruire con cura le narrazioni popolari evitando le loro potenziali conseguenze sull’economia.
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