Il futuro dell’Europa di Juncker in 3 punti

Lorenzo Baldassarre

13 Settembre 2017 - 21:36

Il presidente della commissione europea Juncker ha esposto il suo programma per il futuro, in particolare su Euro, Schengen, crescita economica e commercio estero

Il futuro dell’Europa di Juncker in 3 punti

Al Parlamento europeo di Strasburgo si è tenuto il discorso sullo stato dell’Unione Europea da parte del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, che ha toccato molti temi, soprattutto economici, sia interni che esterni all’Unione Europea.

1 - Tutti I Paesi membri devono adottare l’euro e Schengen

Oggi non tutti i paesi dell’UE utilizzano la moneta unica, attualmente essa circola in solo 19 paesi su 28 (27, se consideriamo il Regno Unito già fuoriuscito) e questa situazione mina alle pari opportunità fra i Paesi membri, l’idea di Juncker è infatti quella di far adottare l’euro a tutti i paesi dell’UE e ha rigettato la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di istituire un parlamento dell’eurozona, rispondendo con decisione:

Non sono affezionato all’idea di avere un parlamento separato dell’eurozona. Il parlamento dell’eurozona è il parlamento europeo.

Oltre all’euro, anche il trattato di libera circolazione, chiamato Schengen per il nome della città lussemburghese dove questo venne firmato, deve essere ratificato da tutti gli stati dell’UE, in particolare i membri più giovani Romania, Bulgaria e Croazia.

2- Crescita economica e libero scambio estero

Il vento è tornato nelle vele d’Europa

La crescita economica ha superato quella americana e si è attestata al 2,2% per l’eurozona e 2% per l’UE completa. La disoccupazione è al suo minimo da 9 nove anni. Con questi dati il presidente Juncker ha ringraziato i 27 stati membri per il loro impegno, ma li ha ammoniti affinché cogliessero appieno il vento che è tornato a spirare sul vecchio continente,

Noi abbiamo ora una finestra di opportunità, ma non sarà aperta per sempre. Lasciateci fare di più, afferrate il vento nelle nostre vele

La crescita economica, per Junker, passa anche per accordi di libero scambio con Australia e Nuova Zelanda.

Oggi stiamo proponendo l’apertura di accordi commerciali con Australia e Nuova Zelanda, io vorrei che questi accordi commerciali fossero terminati entro la fine del mio mandato

Mandato che scade nel 2019, al quale ha dichiarato di non essere intenzionato a candidarsi nuovamente, sostenendo anche che le figure del presidente della commissione europea e quella del presidente del consiglio europeo (oggi occupata da Donald Tusk) debbano essere accorpate perché ci deve essere un solo comandante.

L’Europa può diventare leader mondiale nel libero scambio perché le politiche protezionistiche di Trump vanno in senso contrario e hanno lasciato ampio spazio di manovra. Infatti oltre ai paesi dell’Oceania, Juncker ha voltato lo sguardo anche al Messico e ad alcuni paesi del Sudamerica, come Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Il trattato commerciale con questi paesi è vecchio di 17 anni e urge un aggiornamento entro la fine dell’anno nelle speranze del presidente lussemburghese.
Fondamentale è però la reciprocità.

L’Europa è aperta a commerciare, ma serve reciprocità. Dobbiamo avere indietro quanto diamo

3- Sicurezza e politica estera

Juncker ha chiuso le porte a un eventuale ingresso nell’UE della Turchia, almeno nell’immediato futuro. Secondo Juncker allo stato attuale la Turchia si è allontanata da ciò che viene considerato uno Stato di diritto e ha anche esortato lo Stato anatolico a liberare tutti i giornalisti detenuti e a non etichettare come fascisti e nazisti i primi ministri degli stati membri dell’UE.
In tema di sicurezza il presidente è d’accordo nel dare alla procura europea i compiti di antiterrorismo su tutto il territorio dell’Unione, così come la cybersicurezza dovrebbe essere un tema europeo e non solo locale.
Sul versante Brexit Juncker si è definito triste e amareggiato, ma che l’Europa non finirà con l’uscita del Regno Unito, ma andrà avanti e dal 30 Marzo 2019 l’UE conterrà ufficialmente 27 Stati membri.
Il nodo migranti, che sta schiacciando soprattutto l’Italia, è un altro tema affrontato dal presidente della commissione UE. Fa notare che solo il 35% degli irregolari viene espulso e che c’è la necessità di stabilire corridoi umanitari per le popolazioni africane colpite dalla guerra, sposando la proposta dell’Alto commissario per i Rifugiati dell’Onu, Filippo Grandi, sulla costruzione di 40 mila reinsediamenti.
Menzione diretta per L’italia, quando Juncker ha elogiato il nostro Paese per lo sforzo nel salvataggio dei migranti nel mare Mediterraneo

L’Italia salva l’onore dell’Europa

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