Con il suo libro “Il Cigno Nero”, Nassim Taleb attacca i finti esperti di Wall Street e dipinge un mondo finanziario del tutto diverso.
“Il cigno nero” di Nassim Taleb - Era possibile prevedere il successo di Google? E l’11 settembre? E il crollo di Wall Street? Perché ci ostiniamo a pianificare il futuro in base alla nostra conoscenza quando le nostre vite vengono sempre modificate dalla casualità?
Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia, videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati dall’evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi?
Un singolo evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di un’esperienza millenaria. Ci ripetono che il futuro è prevedibile e i rischi controllabili, ma la storia non striscia, salta. I cigni neri sono eventi rari, di grandissimo impatto e prevedibili solo a posteriori, come l’invenzione della ruota, l’11 settembre, il crollo di Wall Street e il successo di Google.
Sono all’origine di quasi ogni cosa, e spesso sono causati ed esasperati proprio dal loro essere imprevisti. Se il rischio di un attentato con voli di linea fosse stato concepibile il 10 settembre, le torri gemelle sarebbero ancora al loro posto. Se i modelli matematici fossero applicabili agli investimenti, non assisteremmo alle crisi finanziarie. Questo libro è dedicato ai cigni neri: cosa sono, come affrontarli, in che modo trarne beneficio.
Nassim Tabel e la sua teoria del cigno nero
Il brivido delle previsioni - e la nostra continua sorpresa quando si verificano eventi non previsti - sono i temi del libro coinvolgente di Nassim Taleb, «Il Cigno Nero». Parla del verificarsi dell’improbabile, del potere degli eventi rari e di come «nonostante l’evidenza empirica continuiamo a proiettarci nel futuro come se fossimo bravi». Ci aspettiamo che tutti i cigni siano bianchi e rimaniamo scioccati quando vediamo un cigno nero che nuota.
Nato in Libano nel 1960, Taleb ha vissuto un «cigno nero» quando la sua serena patria entrò nel caos della guerra civile nel 1975. Dopo essere emigrato negli Stati Uniti, ha frequentato la Wharton, poi ha lavorato a Wall Street; oggi è professore presso l’Università del Massachusetts. Il lunedì nero del 1987, quando Wall Street subì la peggiore perdita giornaliera della storia moderna - un crollo iniziato senza un motivo chiaro - è stata la sua epifania. Le possibilità, ha capito, hanno molta più influenza di quanto riusciamo ad ammettere.
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Quando i prezzi salgono o scendono inaspettatamente, secondo Taleb gli esperti creano narrazioni retrospettive e specifiche per distogliere l’attenzione dalla loro ignoranza. Ne «Il Cigno Nero», Taleb proclama che l’inaspettato è la chiave per comprendere non solo i mercati finanziari, ma la storia stessa.
La storia, scrive, procede per «salti», controllati dalla «tirannia del singolo, dell’accidentale, dell’invisibile e dell’improvviso». Il cambiamento graduale è il nostro paradigma, ma il cambiamento effettivo è «quasi sempre eccentrico». Per non parlare poi dei fantomatici “esperti”. Gli esperti sono ciarlatani che credono nelle curve a campana, in cui la maggior parte della distribuzione è al centro - ordinaria e riconoscibile. Molto più potenti, afferma Taleb, sono i risultati selvaggi della geometria frattale, nella quale tutto può succedere durante la notte. ("Il Cigno Nero" è dedicato a Benoit Mandelbrot, padre della geometria frattale).
Le critiche
«Il Cigno Nero» ha un contenuto affascinante, un’ambizione ammirabile e contiene osservazioni molto sagge, tra cui: "Attribuiamo i nostri successi alle nostre abilità e i nostri fallimenti agli eventi esterni al di fuori del nostro controllo".
Ma il libro presenta anche delle carenze, in primo luogo la mancanza di struttura. Molto de «Il Cigno Nero» si riduce ad accusare gli altri perché non hanno previsto il futuro - chi esattamente può prevedere il futuro? E su questo punto Taleb generalizza, per esempio limitandosi a dire che il crollo dell’Unione Sovietica è stato un evento inspiegabilmente improbabile che «nessuno scienziato sociale ha visto arrivare». Il libro dello storico di John Mueller, «Retreat From Doomsday», pubblicato poco prima della caduta del muro di Berlino, lo aveva previsto eccome.
«Il Cigno Nero» critica la società per non essersi aspettata degli eventi estremi. Ma ha senso concentrarsi principalmente su ciò che è probabile. Taleb lamenta il fatto che il trader di Wall Street frequentano i suoi interventi e poi tornano a fare previsioni sul mercato azionario piene di spazzatura. Ma fare le previsioni è il loro lavoro. Perché i clienti (soprattutto gli investitori istituzionali) continuano a chiedere le previsioni di Wall Street - se tali proiezioni sono veramente inutili è un quesito a cui Taleb non risponde.
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