Il Portogallo è in una fase di instabilità politica dopo la caduta del Governo di centrodestra. Il Paese lusitano potrebbe creare nuovi grattacapi all’Unione Europea?
La recente caduta in Portogallo del neo-governo di centrodestra guidato dal primo ministro Pedro Passos Coelho ha gettato scompiglio nei mercati. Il possibile nuovo Governo di centrosinistra guidato da Antonio Costa potrebbe segnare una spaccatura con le politiche di austerity imposte dalla Troika facendo aleggiare lo spettro di una nuova Grecia. Tuttavia, in Portogallo la situazione è differente rispetto alla Grecia, vediamo perché.
Sviluppi politici in Portogallo degli ultimi giorni nel dettaglio
Il Governo di centrodestra del primo ministro Pedro Coelho è durato solo 11 giorni dalle elezioni dopo che i partiti di sinistra hanno promosso una mozione di sfiducia in Parlamento. Coelho ha vinto le elezioni nonostante i 4 anni di “lacrime e sangue” del Portogallo che ha dovuto accettare le pesanti politiche di austerity imposte dalla Troika.
Il leader dei socialisti, Antonio Costa, se verrà investito della carica di primo ministro si occuperà principalmente di tagliare le riforme imposte dall’Europa. Il leader socialista può contare sull’appoggio dell’area di sinistra radicale rappresentata dai Comunisti portoghesi, Verdi e dal Blocco di Sinistra guidato dalla 42enne Catarina Martins.
Al momento la decisione sull’insediamento di un nuovo Governo è nelle mani del Capo dello Stato Anibal Cavaco Silva dato che in Portogallo, per legge, non si potranno indire nuove elezioni per 6 mesi. Il Capo dello Stato ha 3 opzioni sul tavolo: lasciare Coelho come “guardiano” fino a nuove elezioni, conferire la carica di Primo Ministro al socialista Costa oppure nominare un Governo tecnico.
Al momento la soluzione più probabile sembra essere quella di nominare il leader dei socialisti come nuovo Primo Ministro il che potrebbe rappresentare un pericolo per le riforme di austerity messe in campo dal 2011 dall’attuale Primo Ministro Coelho.
Portogallo: le misure anti-austerity di Antonio Costa
Nel 2011 il Portogallo era diventato il terzo Paese dell’Eurozona, dopo Grecia ed Irlanda, ad essere entrato nel programma di Bail-Out (finanziamento esterno per evitare la bancarotta). 4 anni dopo il Portogallo è fuoriuscito dal programma di Bail-Out ma a caro prezzo.
Infatti, il Paese lusitano ha dovuto mettere in atto riforme molto stringenti di contenimento di bilancio che hanno portato ad un aumento vertiginoso delle tasse, ad un profondo taglio dei diritti di Welfare, tagli di salari e pensioni ed infine riforme pesanti del diritto del lavoro.
Il nuovo possibile Governo di centrosinistra si propone di tagliare le riforme di austerity per rilanciare l’economia del Paese. Nel particolare Coelho, se diventerà Primo Ministro, comincerà immediatamente ad annullare il taglio degli stipendi della funzione pubblica ed aumentando del 20% il salario minimo entro il 2019.
Verranno scongelate le pensioni e riponderate le tasse per fasce di reddito, tassando maggiormente i cittadini più ricchi.
Ad aumenti diretti dei salari il leader socialista affiancherà un aumento indiretto per cercare di aumentare il potere di acquisto dei portoghesi in modo da far ripartire i consumi. Inoltre, verranno tagliati i contributi previdenziali del 4%, con l’istituto previdenziale portoghese che si farà carico di controbilanciare il taglio.
Per finire, verranno proposte misure volte a riformare il diritto del lavoro per permettere l’eliminazione della precarietà. Inoltre, verranno riportati i giorni festivi a 13 dai precedenti 9 imposti dall’Europa.
Il sentimento anti-Europa di Portogallo e Spagna preoccupano i mercati
Le misure imposte dalla Troika hanno causato un impoverimento del Paese che ha dovuto affrontare 3 anni molto duri di recessione che hanno portato ad un ampio livello di precarietà,di disoccupazione e povertà.
Inoltre, dal 2011 quasi 500.000 portoghesi hanno dovuto abbandonare il loro Paese per cercare fortuna altrove, questo fenomeno emigrativo è stato il più drammatico per il Portogallo che aveva affrontato l’ultima ondata di emigrazione negli anni ‘60.
Considerando che il Portogallo ha 10 milioni di abitanti, il numero di persone che ha abbandonato il Paese è pari al 5% della popolazione totale. Buona parte di questi emigranti sono laureati, dottorati e personale qualificato che creeranno un vuoto nel futuro del Paese lusitano.
I venti anti-europeisti che soffiano dal Portogallo avevano inizialmente preoccupato i mercati che avevano rivisto uno spettro di una nuova Grecia. Tuttavia, la situazione con la Grecia è ben differente.
Nel Paese ellenico il partito al Governo è Syriza che corrisponde all’area più radicale della sinistra greca. Invece, nel caso del Portogallo, le sinistre radicali sono di appoggio al nuovo Governo che potrebbe formarsi ma non salirebbero al potere.
Inoltre, membri del partito socialista hanno già dichiarato che la traiettoria deficit-debito non subirà variazioni. Lo stesso ministro delle Finanze tedesco Schauble si è detto tranquillo sulla crescita del Portogallo.
Catarina Martins, leader del Blocco di Sinistra, ha dichiarato che sa perfettamente che in caso di insediamento del partito di centrosinistra le pressioni di austerity dell’Europa saranno elevatissimi.
Commerzbank ha infine sottolineato che il Portogallo non dipende da finanziamenti esterni come la Grecia (essendo, il Paese lusitano, uscito dal programma di Bail-Out).
Quello che preoccupa in linea generale, è il possibile innervosimento dei mercati se si formasse un Governo anti-austerity con colori anti-europeisti sia in Portogallo che in Spagna (prossime elezioni generali previste per il 20 Dicembre) che potrebbero creare non pochi grattacapi per la fragile Unione Europea.
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