IVA patente solo per il futuro e non retroattiva: la proposta della Lega

Rosaria Imparato

23/09/2019

23/09/2019 - 14:33

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IVA sulla patente solo per il futuro e non retroattiva: la proposta arriva dalla Lega. La risoluzione presentata dal Carroccio il 20 settembre 2019 cerca di inserirsi all’interno del vuoto sia normativo che interpretativo lasciato dalla legislatura italiana dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 marzo 2019.

IVA patente solo per il futuro e non retroattiva: la proposta della Lega

La Lega ha proposto che l’IVA sulle lezioni per la patente venga applicata solo in futuro e non con valore retroattivo, con la risoluzione presentata il 20 settembre 2019.

La richiesta è appoggiata da tutti i deputati leghisti della Camera, e si inserisce in un contesto di vuoto sia interpretativo che normativo lasciato dalla legislatura italiana.

Dopo la pubblicazione della risoluzione numero 79 del 2 settembre 2019, quella in cui l’Agenzia delle Entrate chiariva che l’esenzione IVA non è applicabile alle lezioni di scuola guida, riferendosi alla sentenza del 14 marzo 2019 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sono state molte le polemiche e pochi i fatti.

A rischio controlli le autoscuole, che nel frattempo hanno adeguato i prezzi delle lezioni aggiungendo il 22% di IVA, ma per quanto riguarda gli anni passati sono in teoria chiamati a recuperarla retroattivamente.

IVA patente solo per il futuro e non retroattiva: la proposta della Lega

La Lega scende in campo accanto alle autoscuole presentando una risoluzione, appoggiata da tutti i deputati del Carroccio alla Camera, in cui si richiede che l’IVA sulle lezioni per la patente venga applicata solo per il futuro, cioè ex nunc (da oggi in poi).

IVA applicata ma non retroattiva, quindi, la richiesta della Lega.

La situazione normativa attuale prevederebbe che le scuole guida restituissero l’IVA dei cinque anni precedenti, ma non avendo alcuna possibilità di rivalsa nei confronti degli utenti passati, sarebbero costretti ad occuparsene di tasca propria.

Una situazione del genere porterebbe al fallimento di tante autoscuole, che comunque negli anni hanno agito in buona fede.

Se da un lato è vero che “ignorantia legis non excusat”, dall’altro lato è evidente che la legislatura italiana non si sia attivata a livello normativo per adeguarsi alla sentenza della Corte di Giustizia Europea, lasciando un vuoto anche interpretativo.

Nella risoluzione proposta dalla Lega si chiede, inoltre, l’adozione di agevolazioni per le scuole guida conformi a quanto rilevato dalla Corte di Giustizia Europea.

Si sta muovendo anche l’associazione UNASCA, che raggruppa le scuole guida, la quale ha inviato un dossier al MEF in cui espone le proprie ragioni.

La strada è quella di trovare un compromesso, ad esempio tramite una sanatoria per gli anni che dovrebbero essere recuperati.

IVA solo per il futuro o retroattiva?

Se l’IVA per le scuole guida venisse applicata in modo retroattivo si tratterebbe di una maxi stangata per gli operatori del settore: 5 anni di IVA non versata, anche se senza sanzioni, ammontano a circa mezzo miliardo di euro.

Come ipotizza Il Sole 24 Ore del 23 settembre 2019, il contesto ideale in cui intervenire sarebbe tramite un decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, anche col rischio di incorrere in un’impugnazione da parte di un altro Stato europeo e quindi in una procedura d’infrazione.

Nel frattempo dalla Lega arriva una proposta per cercare di riequilibrare seppur parzialmente la situazione a favore dei clienti, che dal 2 settembre si trovano a pagare il 22% in più: una detrazione del 19% per i costi di chi frequenta le lezioni.

Ricordiamo che questo è la conseguenza di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la sentenza del 14 marzo 2019,, per la quale l’esenzione l’IVA non è applicabile alle lezioni di scuola guida perché non fanno parte di “lezioni impartite da insegnanti a titolo personale e relative all’insegnamento scolastico e universitario”.

L’Agenzia delle Entrate, rispondendo all’interpello posto da un contribuente titolare di un’autoscuola con risoluzione numero 79 del 2 settembre 2019 (pubblicata prima dell’insediamento del nuovo Governo Conte) si rifà alla suddetta sentenza della Corte di Giustizia Europea, e mette fine alla prassi finora in uso, che riconosceva l’esenzione IVA sulle lezioni per prendere la patente.

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