Doveva essere l’ingresso in Borsa più atteso per il 2018: ecco tutte le indiscrezioni sul processo di quotazione di Aramco. Che potrebbe non avvenire.
Aramco potrebbe dire addio al suo ingresso in Borsa? È la domanda che ci si pone nelle ultime ore, dopo che anche il Financial Times ha rilanciato la notizia citando fonti finanziarie.
L’azienda petrolifera di Stato dell’Arabia Saudita sta affrontando non poche difficoltà in questo processo di quotazione e le indiscrezioni che si susseguono sulla stampa internazionale confermano che la strada, eventualmente, non sarà facile.
Dall’altra parte, Aramco starebbe anche valutando l’ingresso di un socio privato - cinese secondo alcune fonti finanziarie – per garantirsi entrate immediate e sistemare il bilancio dello Stato saudita, che risente del prezzo del greggio.
Il nodo delle riserve di petrolio
Che l’avvio delle quotazioni di Aramco per il prossimo 2018 fosse complesso, era già apparso evidente, anche perché si tratterebbe della più grande Ipo della storia: sul mercato andrebbe il 5% del gruppo, con una valutazione totale che supera la cifra di mille miliardi di dollari.
E poi, non è stata, ad esempio, ancora comunicata la scelta della Borsa. Oltre a quella locale Tadawul, i più informati suggeriscono che la piazza internazionale potrebbe essere scelta tra New York e Londra, ma non senza complicazioni.
La domanda che ora ci si pone è: l’azienda petrolifera che detiene le più grandi riserve al mondo arriverà in Borsa?
Secondo il Financial Times, nessuna Ipo per Aramco: l’Arabia Saudita avrebbe cambiato idea.
Il governo di Ryad non ha confermato il dietrofront, ma secondo indiscrezioni, alla base della decisione, la pressione degli investitori che hanno chiesto di conoscere le effettive riserve di petrolio dell’Arabia Saudita e difronte alle quali il governo continua a mantenere un gran riserbo.
Un dato, fanno notare gli analisti, fondamentale per poter valutare economicamente una società.
A complicare le cose, anche l’andamento del prezzo del petrolio: il greggio non riesce da tempo a sfondare la quota dei 50 dollari a barile. E a Ryad serve liquidità per risanare i conti pubblici.
L’ingresso di un socio privato al posto dell’Ipo?
Altra ipotesi al vaglio del colosso petrolifero saudita, l’ingresso di un socio privato: Ryad cederebbe parte della quota capitale per sopperire alle mancate entrate dovute proprio alle quotazioni del greggio.
Secondo il Financial Times e l’agenzia Reuters, che citano fonti finanziarie ben informate, sarebbe in corso una trattativa con un investitore privato cinese.
La notizia non è stata del tutto smentita:
“varie opzioni per la quotazione di Saudi Aramco continuano ad essere sotto esame. Non è ancora stata presa alcuna decisione e si procede sulla strada dell’Ipo”
il commento di un portavoce di Aramco.
Non è ben chiaro dunque se le due ipotesi – ingresso in borsa e ingresso di socio privato – corrano parallele o se l’una escluda l’altra.
È opinione di alcuni analisti che l’investitore privato possa essere una valida alternativa alla quotazione, anche perché garantirebbe entrate immediate nelle casse di Ryad.
Fondi necessari per risollevare il bilancio dello Stato saudita, che è entrato in recessione.
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