I paradisi fiscali nel 2014: Andorra, Antigua e Santa Lucia si convertono alla trasparenza. I dati Ocse tra promossi e bocciati

Valentina Brazioli

6 Agosto 2014 - 18:51

Quali sono i paradisi fiscali nel 2014? Una domanda legittima, soprattutto se consideriamo che il Global Forum dell’Ocse, seppur solo su richiesta, valuta i Paesi alla luce della loro aderenza ai principi di trasparenza fiscale e scambio di dati. Tredici ex paradisi fiscali quest’anno hanno scelto la strada della collaborazione. Quali sono? E l’Italia? Promossa, ma con riserva.

I paradisi fiscali nel 2014: Andorra, Antigua e Santa Lucia si convertono alla trasparenza. I dati Ocse tra promossi e bocciati

Quali sono i paradisi fiscali nel 2014? Una domanda che non interessa solo i tanti – troppi – che ogni anno nascondono capitali all’erario italiano esportandoli all’estero. E’ anche il principio sul quale si incardina l’esame degli esperti del Global Forum, chiamati a verificare l’effettiva condivisione delle informazioni di natura tributaria nei diversi Paesi.

L’esame Ocse: come funziona, tra promossi e bocciati

Negli ultimi anni, infatti, seppur rigorosamente su richiesta, il Global Forum ha portato a compimento ben 143 analisi tecniche. Di queste, solo 64 hanno fatto in modo che si arrivasse all’etichettatura ufficiale di “Paese collaborativo” (in tutto o in parte). L’esame in merito consta di due fasi: nella prima, l’Ocse analizza il sistema legale vigente nella nazione osservata, proprio per scovarne eventuali carenze dal punto di vista della trasparenza. A quel punto, i tecnici intervengono per convertire la giurisdizione del singolo Paese, allo scopo di renderla il più rispondente possibile agli standard richiesti dall’Ocse.

Tra i primi della classe manca l’Italia

In questa particolare classifica, il nostro Paese non figura tra i primi della classe. Solo venti nazioni, a conti fatti, hanno superato a pieni voti entrambe le fasi: in Europa hanno fatto meglio di noi Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia e Irlanda; ma anche Francia, Spagna e Slovenia. Nel resto del mondo, tra gli altri, sono più trasparenti di noi sia la Corea del Sud che l’Isola di Man.

La lista nera dei non collaborativi

Se 13 Paesi, tra cui Andorra, Antigua e Santa Lucia, quest’anno hanno rinunciato alla nomea di “paradisi fiscali”, ci sono molte altre nazioni che sembrano fermamente intenzionate a non rinunciare a questo ambiguo titolo. Tra i peggiori, ovvero quelli che non hanno nemmeno superato il primo esame del Global Forum, troviamo il Brunei, la Repubblica Domenicana, la Micronesia, il Guatemala, il Libano, la Liberia, le Isole Marshall; senza dimenticare Nauru, Panama,Trinidad & Tobago e Vanatu. In questi casi, i tecnici dell’Ocse hanno dovuto classificarli come “Paesi non collaborativi”, a causa di scarsi (o assenti) accordi bilaterali, strumenti di condivisione delle informazioni e dati relativi ai detentori di conti correnti o attività finanziarie.

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